Il sogno di Ibrahim: la forza di ricominciare e sognare

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Intraprendente, educato, socievole e sorridente: sono i punti di forza di Ibrahim emersi dalle procedure di presa in carico del ragazzo in Un Passo Oltre (nodo Enna), progetto sostenuto da Impresa Sociale ‘Con i Bambini’ nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile grazie al bando ‘Un Domani possibile’. Ed effettivamente è proprio quello che è venuto fuori facendo una chiacchierata con il giovane ivoriano.

Classe 2006, Ibrahim è arrivato in Italia nel 2003, dapprima accolto in una struttura per MSNA (minori stranieri non accompagnati) poi, maggiorenne, ospite dell’associazione ‘Don Bosco 2000’ in provincia di Enna.

Arrivare in Italia non è stato affatto semplice – racconta Ibra – ero solo, in mare. Solo ad affrontare un viaggio lunghissimo pieno di paure e incertezze. Quando sono arrivato ad Enna, ho trovato un ambiente bello e accogliente. Mi sono sentito a mio agio praticamente subito”.

In possesso della certificazione A1 della lingua italiana, Ibra sta frequentando il Cpia: a giugno prossimo sosterrà l’esame di
terza media. Eppure, nonostante non sia ancora in possesso di titoli che attestino le sue effettive competenze, mostra una padronanza dell’italiano del tutto inusuale per i suoi pari.
Quello della terza media – aggiunge il giovane – è per me un obiettivo fondamentale. Lo studio è importante, imparare bene l’italiano lo è ancora di più”.

Sempre col Sai di Villa Rosa, il ragazzo ha cominciato un tirocinio come magazziniere in un supermercato cittadino. E per il momento, nonostante la presa in carico in ‘Un Passo Oltre’, continuerà su questa strada perché, spiega Giuliana Montesano, tutor di comunità dell’associazione Luciano Lama, partner del progetto, “Ibrahim si trova bene, è sereno e ha trovato un ambiente a lui congeniale. Fin quando è possibile e funzionale alla conquista della loro indipendenza, preferiamo non spostare i ragazzi da contesti per loro formativi e, al contempo, piacevoli e positivi”.

Ho un rapporto bellissimo con il proprietario del supermercato – conferma il ragazzo – Per me è un amico”. E alla domanda su cosa sia per lui l’amicizia, Ibrahim risponde che “è importante, è fondamentale, è fiducia”.
Stessi sentimenti il giovane ivoriano li nutre nei confronti di quelli che sono la sua ‘seconda comunità’, i componenti del gruppo sportivo che frequenta due/tre volte alla settimana: la squadra di calcio di prima categoria “Don Bosco 2000”, una squadra multietnica composta da giovani siciliani e migranti dei centri SPRAR di Aidone e Piazza Armerina dell’Associazione Don Bosco 2000. “Sogno di fare il calciatore. Ma se non dovesse essere così va bene lo stesso. Di sicuro sono sempre felice in campo, gioco e rido con tutti. Il 5 novembre abbiamo giocato due partite, in una ho fatto triplete, nella seconda ho segnato un altro goal. Ero sempre felice quel giorno, sono tornato a casa e ho dormito veramente bene. Adesso ci stiamo preparando per la partita della settimana prossima. Spero di segnare ancora”.

Un sogno nel cassetto che, non si sa mai, ma per il momento rimane tale. Perché Ibra ha ben chiari gli obiettivi da raggiungere il prima possibile: autonomia abitativa, lavorativa e sociale. E lo farà con l’aiuto di ‘Un Passo Oltre’ e dell’associazione Luciano Lama, in particolare di Giuliana e di Licia Salvaggio, referente dell’associazione.

Il ragazzo – spiega Licia – a breve parteciperà con gli altri ragazzi di Un Passo Oltre ad attività di counseling, orientamento al lavoro e formazione così da individuare possibilità, attitudini e inclinazioni personali e poter attivare, per ciascuno di loro, tirocini consoni e rispondenti alle rispettive peculiarità e interessi. Sin da quando lo abbiamo conosciuto, il 17 ottobre scorso, Ibrahim ci è parso un ragazzo molto socievole, solare e con una grande capacità di adattamento. Perfettamente integrato in paese, è inserito anche a livello sociale: ha, infatti, rapporti anche al di fuori della comunità, soprattutto per il tramite del calcio. Quando gli abbiamo chiesto una frase che potesse rappresentarlo e descriverlo al meglio ha risposto: ‘Mi piace imparare’. Dalla sua, oltre all’umiltà, il ragazzo ha anche una grande e innata empatia, ha stabilito ottimi rapporti a Villa Rosa dove riesce a parlare e a farsi ascoltare da tutti”.

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