Progettare con le persone e non per le persone
di fondazionecaritassenigallia
La cabina di regia del gruppo dei partner del progetto Terre Educanti entra nel vivo della costruzione della comunità educante approfondendo il percorso e gli strumenti utili alla costruzione della comunità. Come? Grazie all’intervento di un esperto di innovazione sociale e di tecniche di codesign, Kristian Mancinone, che ha affiancato i tavoli di lavoro per orientare e facilitare la preparazione delle attività di coprogettazione con i beneficiari. Il codesign comprende una serie di tecniche che servono a progettare con le persone e non per le persone (in altre parole design thinking), tecniche che aiutano a fornire dei metodi per rilevare i bisogni e approfondire la fase dei bisogni e dei desideri che esistono, nel nostro caso, dentro la comunità educante e, insieme ai beneficiari, trarre fuori proposte e soluzioni.
Il 15 novembre Kristian Mancinone ha quindi avviato dei tavoli operativi per approfondire esattamente tecniche che saranno utili per l’Azione 3 (Laboratori di futuro), rivolta alle tre fasce di beneficiari (bambini 7-13 anni, ragazzi 14-17 e famiglie di minori 0-6). Il coinvolgimento degli operatori che andranno a svolgere le loro attività con i beneficiari di progetto è stato molto intenso, stimolante e concreto, analizzando per esempio la tecnica dell’albero dei problemi o altre tecniche per approfondire il punto di vista del beneficiario. Dopo l’incontro del 15, in cui Mancinone si è presentato e ha fatto ragionare i partecipanti sulla comunità educante, il 28 e il 29 novembre ci sono state le due giornate di lavoro sugli strumenti per il codesign: la prima dedicata agli operatori che lavoreranno con bambini e ragazzi, la seconda a chi lavorerà con le famiglie.
Interessante anche l’analisi, insieme a Kristian, esperto di statistica, di qualche dato dei questionari dei bisogni (dei ragazzi e dei genitori), che hanno raggiunto degli ottimi risultati e numeri: dall’analisi dei dati grezzi emerge che una delle esigenze risulta essere fare attività all’aperto. Questo trend salta all’occhio facilmente anche se il vero report finale dei questionari avrà bisogno di più tempo perché i dati emersi sono molti.
Ora, dopo l’intervento del facilitatore Mancinone, nel gruppo dei partner di Terre Educanti si procede con l’approfondimento di strumenti e tecniche di codesign per sfruttarli al meglio con i beneficiari, mentre a gennaio inizierà un lavoro di formazione insieme a Labsus, che fungerà da facilitatore per la sottoscrizione del patto educativo di comunità, un documento condiviso che è anche il fine ultimo del percorso.
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