Verso la nostra comunità educante: territorio orvietano
di ilquadrifogliocoop
Momenti di Diagnostica Partecipata e Definizione collettiva della Carta di identità della nascente Comunità Educante nell’Orvietano
Documento redatto in forma collaborativa dai partecipanti ai Focus Group
Carta d’identità
CHI SIAMO
Siamo genitori, insegnanti, educatori, operatori sociali, volontari, sportivi, artisti, dirigenti, amministratori pubblici, ma soprattutto cittadine e cittadini attivi che mettono insieme riflessioni, competenze e desideri. Ci impegniamo da anni con creatività, solidarietà e pazienza nel voler restituire centralità, in ogni luogo educativo, alle bambine e ai bambini, agli adolescenti, a chiunque non abdica all’opportunità di provare a percorrere traiettorie nuove nell’affrontare i problemi del presente e voglia progettare un futuro non percepito come minaccia ma come promessa per le nuove generazioni. Il tessuto di relazioni solidali e collaboranti che abbiamo nel tempo costituito e alimentato nel e per il nostro territorio, la consapevolezza e la responsabilità di abitarlo insieme con passione e impegno, illuminano la basilare convinzione che l’educazione sia una pratica collettiva e che una comunità intera possa e debba cooperare attivamente per supportare lo sviluppo e il benessere di tutti suoi membri: un’educazione che coinvolga l’intera persona nelle dimensioni cognitiva, affettiva, corporea, spirituale e che, maieuticamente, aiuti a orientarsi, a cercare e creare significati. La nostra comunità educa, perché è spazio di partecipazione che riduce le distanze fra le generazioni e le culture di riferimento, educa perché abilita all’esercizio di alcuni valori, educa perché vigila e sostiene il compito educativo ed educa perché in molti casi assume direttamente responsabilità ed iniziative educative. A sua volta la nostra comunità, sistema di relazioni in continua evoluzione nel tempo e nello spazio, si mette costantemente in discussione e si nutre di contaminazioni, di scambi, di reciprocità, senza essere ascrivibile a confini stabili: la comunità educante, assunta come orizzonte, nel suo libero movimento carsico e flessibile, è pertanto una comunità che educa i propri cittadini, ma che si fa anche educare e cambiare da loro nella condivisione di risorse, spazi, traiettorie di vita, significati, pensieri e apprendimenti capaci di andare oltre il cerchio di chi ha contribuito alla loro costruzione e definizione.
COSA CI GUIDA
La nostra comunità educante non è un soggetto istituzionale ma si fonda su un patto formale tra i soggetti che la compongono. Per essere efficace e non dispersiva, si regge su princìpi valoriali comuni, negoziati e definiti, in grado di aprire una chiara visione educativa in cui riconoscersi e farsi riconoscere e che possa ispirare impegni concreti intorno a progetti, piani di lavoro e azioni sociopedagogiche sul territorio. Il processo di costruzione di tale “bussola” non è un percorso neutrale poiché ovviamente risente del nostro vissuto quotidiano e dei nostri ambienti sociali di riferimento, tuttavia intende proporsi come traccia universalmente accolta per favorire competenze prosociali che possano generare maggiore fiducia reciproca in un habitat comune e inclusivo, capace di ridurre al minimo elementi di vulnerabilità sociale ed educativa tra i suoi componenti.
● Siamo innanzitutto convinti che qualsiasi azione di una persona verso un’altra possa diventare un atto educativo: l’educazione diventa quindi per noi un processo collaborativo e diffuso in cui è richiesto il contributo consapevole di tutti. Ad ogni attore educativo che assuma attivamente questa responsabilità deve pertanto essere riconosciuta dignità e rispetto.
- Per noi è assunto fondamentale che l’educazione avvenga all’interno di una cultura della fiducia e dell’accoglienza, a partire dalla scelta del linguaggio con cui confrontarsi: crediamo pertanto nell’utilizzo di una “comunicazione non ostile” che getti ponti tra generazioni e culture, superando barriere mentali, sociali, culturali e gerarchiche.
- Valore per noi è la trasversalità di pensiero e di azione sociale in grado di superare la logica dei “silos non comunicanti” tra famiglie, istituzioni educative e comunità: la collaborazione non cresce spontaneamente, ma è una competenza che si apprende e si coltiva nel tempo, pertanto si pone come basilare lo sforzo da parte di ognuno di interpretare e tradurre i diversi linguaggi e tempi che coesistono nell’incontro.
- Riconosciamo e valorizziamo le differenze dei singoli in un’ottica dialogante e rifiutiamo percorsi di crescita della persona standardizzati e predeterminati.
- Ogni forma di sapere ha dignità di essere accolta: riteniamo strutturale la possibilità di rendere accessibili tutti quegli strumenti, formali e informali, teorici e pratici, dell’espressività umana che realizzino “il pieno sviluppo della persona” (art.3 della Costituzione Italiana).
- Crediamo nel cambiamento delle persone, nella loro possibilità di trasformarsi per essere più armoniche con sé stessi e con gli altri: l’educazione pertanto è permanente e facilitata in ogni fase della vita.
- Mettiamo al centro il diritto alla felicità di bambini e bambine, ragazzi e ragazzi: siamo convinti dell’urgenza di offrire loro opportunità educative, proposte di aggregazione, spazi di autonomia e sostegno.
- Sosteniamo il protagonismo delle famiglie, delle reti anche informali di famiglie e delle relazioni di vicinato, nei processi educativi e di cura lungo le diverse fasi della vita.
- Riteniamo essenziale il ruolo decisivo, ma non esclusivo, della Scuola, di ogni ordine e grado, per la crescita della persona in tutte le sue dimensioni: la pensiamo come ambiente diffuso di apprendimenti, di relazioni e di ricerca creativa, in contatto vivo con la più ampia comunità civile di cui è parte.
- La nostra esperienza quotidiana ci insegna che le istituzioni educative formali non esauriscono i bisogni concreti di apprendimento e di socialità delle giovani generazioni tra le sue mura ma necessitano di una interconnessione reale con il suo territorio, il suo paesaggio e i suoi beni culturali e naturali.
- Crediamo nelle opportunità dei saperi esperenziali valorizzati anche in ambienti educativi non formali e informali.
- Assumono, per noi, dimensione abilitante intenzionale gli spazi pubblici e tutti i luoghi del vivere collettivo che consentono libera aggregazione, sperimentazione di sé, impegno civico e partecipazione trasparente ed inclusiva in grado di attenzionare questioni di interesse generale e promuovere laboratori di cambiamento sociale.
- La cura del comune – inteso come modo di produzione e riproduzione – e delle relazioni che si tessono intorno a ciò che è in-comune e, ancora, degli spazi in cui questi processi avvengono, assumono valore costitutivo per la nostra comunità educante.
COSA CI IMPEGNIAMO A FARE
I processi educativi vengono facilitati da interazioni intenzionali e promozione di buone pratiche che rendono concreti e visibili i nostri princìpi guida. Obiettivo della nostra comunità educante è di misurarsi in esperienze educative reali e trasformative sul territorio, costruite intorno e con il beneficiario, che mettano in moto energie e connessioni, promuovano idee ed emozioni, attivino risorse e competenze. Il campo di azione è declinato in co-progettazioni di rete che mirano a costruire percorsi integrati e rafforzanti di quanto viene già offerto ai beneficiari attraverso il nostro attivismo di lungo corso ma consentono anche di catalizzare risorse per sperimentare interventi innovativi, favorendo convergenze e sinergie tra progetti diversi aventi comuni obiettivi socioeducativi. La nostra comunità educante si impegna a porsi in leale collaborazione e dialogo critico con le amministrazioni locali, riconoscendole come attori fondamentali nella costruzione di una cittadinanza sensibile ai temi educativi e per stimolarle nell’impegno di integrare esperienze efficaci, costruite dal basso, in politiche educative e giovanili più strutturate.
Le azioni di comunità educante possono svolgersi in qualsiasi contesto: scolastico, culturale, sportivo, artistico, museale, paesaggistico, di conoscenza e della cura del territorio e del volontariato in generale. Sono inoltre caratterizzate da approcci e tecniche multidisciplinari in grado di offrire risposte adeguate, frutto di dialogo e approfondimenti, ai bisogni educativi emergenti del territorio.
La nostra comunità educante pertanto si impegna a:
- consolidare la natura della Scuola come “Learning hub di comunità”, centro civico in cui minori, famiglie e cittadini tutti, possano sperimentare, anche al di là delle mura e degli orari, apprendimenti situati, senso di comunità e buone pratiche di cittadinanza: si tratta di trasformare il territorio stesso in scuola diffusa rafforzando alleanze tra istituti scolastici e associazioni impegnate sui temi della cultura, del sociale, dell’ambiente, del tempo libero, favorendo, coerentemente con i programmi didattici, sia il coinvolgimento attivo degli alunni in attività extra scolastiche e all’aperto, sia l’utilizzo creativo degli stessi spazi dei plessi per lo svolgimento di attività educative, ricreative e aggregative, di cui gli alunni stessi possano essere ideatori e promotori e che coinvolgano attivamente i loro genitori e famigliari;
- accrescere nei processi educativi i momenti di “peer education” (“educazione tra pari”: strategia volta ad attivare un processo spontaneo di conoscenze, di emozioni e di esperienze da parte di alcuni membri di un gruppo di giovani ad altri membri di pari status, background e interessi), favorendone anche scambi e confronti tra i vari istituti scolastici, per una valutazione dei bisogni accurata, attenta e specifica e una realizzazione di interventi efficaci e credibili poiché realizzate dai ragazzi senza alcuna inferenza di adulti;
- contribuire all’istituzione di una Consulta extrascolastica dei Giovani sul proprio territorio;
- promuovere tavoli di studio, campagne di sensibilizzazione e osservatori privilegiati sul tema educativo nelle sue più ampie diramazioni argomentative (per es.: educazione socio-affettiva e sessuale, prevenzione dei fenomeni disgreganti, disagio psicosociale, utilizzo consapevole dei media digitali, sostenibilità ambientale, interculturalità, cittadinanza attiva);
- favorire percorsi di dialogo e di sostegno sulla genitorialità anche con il contributo di esperti e delle pratiche di auto mutuo aiuto;
- contribuire a forme di supporto e consulenza sociopsicopedagogica per i minori in difficoltà;
- facilitare l’inserimento di minori di origine immigrata e delle loro famiglie nel contesto territoriale locale organizzando attività di incontro, laboratori e percorsi formativi per avvicinare lingue e culture;
- offrire sportelli di accoglienza, informazione e orientamento formativo e professionale;
- rendere sistematici e costanti i momenti di ascolto attivo di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, famiglie, attraverso metodi e dispositivi di partecipazione collaborativa strutturati (per es. Open Space Technology, World Café, etc…);
- rafforzare, ma anche far fiorire, in ogni quartiere – soprattutto i più marginali – l’azione socioeducativa di ludoteche, centri di aggregazione, biblioteche ma anche piazze pubbliche e di tutti quegli spazi presenti sul territorio che consentono espressività e incontro, attraverso animazione socioculturale, anche laboratoriale, e momenti auto-organizzati e gestiti direttamente dai minori;
- sostenere il potenziale educativo dello sport con attività di sensibilizzazione;
- alimentare forme di welfare culturale attraverso iniziative e rassegne che sperimentano l’intero ventaglio del linguaggio artistico (pittura, fotografia, scrittura, musica, danza, teatro, cinema…);
- vivere l’ambiente naturale circostante, organizzando passeggiate esplorative rurali ed extraurbane e facendo rete con organizzazioni di promozione territoriale;
- proporre azioni e iniziative di valorizzazione del proprio territorio con e per le giovani generazioni, rilanciando anche cultura e tradizioni locali: in tal senso si ritiene utile l’utilizzo partecipato delle “mappe di comunità”, percorsi finalizzati alla costruzione di un “archivio permanente”, e sempre “aggiornabile”, dei luoghi, dei saperi, delle memorie e delle trasformazioni di un territorio.
- promuovere confronti e collaborazioni con altri contesti internazionali coinvolgendo i ragazzi e le ragazze in scambi culturali, visite, gemellaggi, programmi Erasmus +;
- prendersi cura dei Beni Comuni materiali e immateriali, affiancando le pratiche educative alle possibilità offerte dal modello di ”amministrazione condivisa” che si realizza attraverso la stipula di Patti di Collaborazione e Patti Educativi di Comunità tra cittadini e amministrazioni pubbliche, tra scuola e altri soggetti pubblici e privati, in attuazione dei principi costituzionali di solidarietà, comunanza di interessi e sussidiarietà orizzontale, per costruire insieme a bambine e bambini, ragazze e ragazzi, adolescenti e giovani, azioni di rigenerazione sociale, culturale, ambientale e urbana in contesti a loro vicini e significativi.
COME AGIAMO
La nostra comunità educante prevede una governance flessibile ed operativa con una leadership condivisa che metta a sistema, su specifici interventi progettuali, la collaborazione tra i soggetti e le organizzazioni componenti. Al fine di attivare insieme una costante ricognizione delle risorse sociali, civiche e culturali presenti sul territorio e poter intercettare più efficacemente i bisogni educativi delle nuove generazioni, anche in aree più marginali del territorio, si contribuisce alla messa in rete di specifici know how e all’attivazione di strumenti comunicativi e di relazione in grado di favorire la partecipazione informata e consapevole di ognuno.
Questo documento rappresenta il cuore pulsante di un Patto spontaneamente sottoscrivibile da enti locali, istituzioni, scuole e realtà del Terzo Settore presenti sul territorio e a cui possono aderire tutti coloro che si riconoscono nei princìpi guida e nella strategia educativa della Comunità Educante. Ogni forma di cogestione di beni comuni o di progetti o di azioni che richiede formalizzazioni più complesse e articolate viene risolta dagli aderenti attraverso specifici accordi di partenariato. Qualora lo si reputi opportuno ed efficace la nostra comunità educante potrà consolidarsi anche nella costituzione di Ente del Terzo Settore.
CON CHI E PER CHI
Il processo avviato è aperto in ottica integrante e generativa per coinvolgere e appassionare alla responsabilità educativa condivisa il più ampio ventaglio di soggetti, in particolare le Amministrazioni Pubbliche, gli Istituti Scolastici, le organizzazioni sociali, sportive, culturali, le famiglie e i singoli cittadini della Zona Sociale n.12 (Orvieto, Allerona, Baschi, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Fabro, Ficulle, Montecchio, Montegabbione, Monteleone d’Orvieto, Parrano, Porano) e dei Comuni limitrofi con cui sono storicamente attive fertili collaborazioni sul tema educativo (San Venanzo). Le azioni intraprese sui territori, centrate sul protagonismo di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, famiglie, sono orientate all’inclusione soprattutto di chi versa in stato di fragilità e scarso accesso alle opportunità educative, mettendolo in contatto con le reti di sostegno, reciprocità e solidarietà formali e informali proprie di una comunità che non lascia indietro nessuno.
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