A che punto è l’applicazione della Carta dei diritti dei figli dei detenuti

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Sono oltre 100.000 i bambini e gli adolescenti che hanno un genitore in carcere. I figli di detenuti sono bambini e ragazzi fragili, spesso vittime dello stato di detenzione dei genitori. Sono passati più di dieci anni dall’istituzione della Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti, prima nel suo genere in Italia e in Europa, che ha riconosciuto il diritto dei minorenni alla continuità del legame affettivo con i genitori detenuti  sostenendo il diritto alla genitorialità.

Nata nel 2014 da un protocollo d’intesa siglato dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, il Ministero della giustizia e l’associazione Bambinisenzasbarre Onlus, la Carta è stata rinnovata il 16 dicembre 2021 per altri quattro anni. Il documento promuove il diritto alla continuità affettiva dei minorenni figli di genitori in stato di detenzione e il diritto alla genitorialità, con una particolare attenzione agli incontri periodici tra genitori e figli. Questo strumento ha permesso al nostro Paese di anticipare ciò che è confluito nel 2018 nella Raccomandazione del Comitato dei ministri agli Stati membri sui bambini con genitori detenuti.

La Carta intende promuovere iniziative in materia di custodia cautelare, di luoghi di detenzione, di spazi bambini nelle sale d’attesa e di colloquio, di visite in giorni compatibili con la frequenza scolastica, di videochiamate, di formazione del personale carcerario che entra in contatto con i piccini, di informazioni, assistenza e supporto alla genitorialità. Prevista anche una raccolta dati e un monitoraggio sull’attuazione del protocollo. La Carta contiene inoltre una serie di misure a tutela dei diritti dei bambini costretti a vivere in una struttura detentiva con le madri.

Nel corso del 2023 è stato condotto il monitoraggio sull’applicazione della Carta, realizzato da un tavolo permanente istituito dall’articolo 8 del protocollo e composto dai rappresentanti delle parti firmatarie e da un componente del collegio del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Per la realizzazione del monitoraggio nel corso del 2022 è stato somministrato un questionario elaborato dal tavolo a tutti gli istituti penitenziari, compresi gli istituti penali minorili. E’ stato, inoltre, dedicato un focus specifico agli istituti a custodia attenuata per madri detenute (Icam) e alle cosiddette sezioni nido, con particolare attenzione ai programmi trattamentali per madri e minori. Agli istituti sono stati rivolti numerosi quesiti per approfondire specifiche tematiche tra cui: informazioni inerenti ai colloqui tra genitori detenuti e figli minorenni; modalità di svolgimento dei controlli di sicurezza; gestione dei tempi d’attesa; eventuale presenza di sale attrezzate e ludoteche; organizzazione di attività e servizi dedicati alla genitorialità in carcere; formazione specifica degli operatori.

Secondo l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza*, la condizione di questi minorenni è stata sì presa in considerazione dalla legge, seppure solo a partire dal 2005, ma con un approccio del tutto adultocentrico. Dalle audizioni compiute da una commissione di esperti, infatti, è emerso un contesto generale fortemente legato a un’accezione paternalistica della società e non in sintonia con la trasformazione che hanno subito le persone di minore età – a seguito della ratifica della Convenzione di New York del 1989 – da “oggetti di protezione” a “soggetti titolari di diritti”. In sostanza, la normativa applicabile in materia e contenuta nel decreto 138 del 13 maggio 2005, pur prevedendo assistenza psicologica, rispetto delle esigenze scolastiche e supporto nell’inserimento sociale della famiglia, non prende in considerazione l’intero ventaglio di situazioni nelle quali si possono venire a trovare bambini e ragazzi.

Le attività svolte dall’Autorità garante nel corso del 2023 si sono focalizzate su alcuni aspetti delle relazioni familiari che coinvolgono direttamente i diritti dei figli, in particolare i progetti sulla mediazione familiare e sulla tutela del mantenimento delle relazioni familiari dei minorenni con i genitori detenuti. La mediazione familiare è un istituto strettamente legato all’esercizio dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, in quanto attraverso il ricorso a essa i genitori possono garantire l’esercizio dei diritti dei quali i figli sono titolari. La mediazione, infatti, investe principi fondamentali come quello del superiore interesse del minore, oltre a un’ampia serie di diritti quali quello al benessere psico-fisico, quello al ricongiungimento familiare e quello a non essere illecitamente trasferito o trattenuto in un altro Stato.

Il progetto S.Fi.De, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, nasce proprio con l’obiettivo di offrire strumenti concreti che possano sostenere i figli minori di detenuti nei percorsi di vita e nella relazione con il genitore.

Come emerge da un rapporto del gruppo CRC, il Gruppo di Lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, il legame genitori detenuti-figli, messo a dura prova negli anni segnati dalla pandemia, ha visto un progressivo ritorno alla normalità soprattutto a partire dalla seconda metà del 2022, grazie all’attenuarsi delle norme anti Covid-19 e alla conseguente possibilità per i bambini di rientrare all’interno degli istituti penitenziari per incontrare il genitore detenuto. I bambini, tuttavia, abituati ad avere contatti quasi solo da remoto con il genitore detenuto, si sono trovati a dover sperimentare un nuovo impatto con l’istituzione carceraria, elemento di potenziale traumaticità in una relazione genitoriale già complessa e minata da una rinnovata distanza dovuta alla pandemia. Questo nuovo incontro-scontro con il carcere, ha fatto emergere ancora di più l’importanza di avere dei luoghi ad hoc per i minorenni, operatori specializzati ed agenti sensibilizzati e formati che accolgano famiglie e bambini nelle loro fatiche e difficoltà.

 

 

*relazione al Parlamento 2023

 

Fonte foto Pexels-Pixabay

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