Prosegue il percorso di S.Fi.De, parte il supporto ai figli dei detenuti

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Prosegue il percorso degli operatori di S.Fi.De impegnati a creare uno spazio autentico di ascolto e di dialogo per ricucire e supportare la relazione detenuto-figlio.

Il progetto, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, nasce con l’obiettivo di migliorare la condizione psicofisica dei figli minori dei detenuti, attraverso azioni concrete e individualizzate, creando ponti ideali con le loro famiglie, offrendo occasioni per ricostruire relazioni e ridefinire legami che la reclusione ha reso fragili.

Gli operatori in questi mesi sono entrati in contatto con oltre 100 detenuti e hanno avuto un primo colloquio conoscitivo. Di questi, 80 hanno deciso di proseguire il percorso. Si tratta di persone che si sono autocandidate, o sono state segnalate dall’area educativa interna del carcere, dal servizio per le dipendenze interno, dal municipio, dall’Ufficio per l’esecuzione penale esterna, dai servizi sociali e dal comitato di quartiere.

Come funziona il colloquio, primo passo del percorso

Gli operatori del progetto contattano i detenuti per un primo colloquio conoscitivo. Questo compito a volte può rivelarsi complesso. Gli spazi nelle sezioni detentive sono spesso occupati da educatori, volontari o psicologi, impegnati in vari colloqui. Inoltre, può capitare che il detenuto convocato non sia presente nella sezione, perché coinvolto in un incontro con i familiari, o con l’avvocato o in attività scolastiche e lavorative, il che comporta un prolungamento dell’attesa.

Durante i colloqui non tutti i detenuti decidono di aderire al progetto, ma chi lo fa si consulta con le mogli o le compagne che vengono poi contattate per un ulteriore incontro nel corso del quale si definiscono i bisogni dei minori interessati. Laddove le madri siano interessate si procede e si struttura il piano di intervento.

Si tratta di un percorso complesso e impegnativo che non sempre viene accettato dai detenuti e dalle loro famiglie. I minori presi in carico finora sono 13 e gli interventi avviati comprendono il sostegno scolastico o educativo, il supporto psicologico, il contributo economico e l’attivazione delle visite al genitore detenuto o di videochiamate nel caso dei bambini che sono in casa famiglia.

Sono molte le difficoltà con cui devono confrontarsi gli operatori di S.Fi.De che da mesi sono impegnati a creare relazioni di fiducia e ad assicurarsi che ogni incontro risulti il più incisivo e significativo possibile. Partecipare al progetto non è solo un’opportunità per i detenuti di lavorare sulla propria relazione con i figli, ma è un’opportunità per tutta la famiglia.

 

Fonte foto www.pexels.com

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