Campo estivo, sport, mare e la gioia del “fare” insieme
di La Clessidra soc. coop. soc.
Attività all’aria aperta, laboratori creativi, esperienze educative ma soprattutto sport e sani momenti di divertimento. Dal 10 giugno la fermata 5 Golfo 6 del Poetto di Cagliari è la sede del “CSI Summer camp“, fronte mare, in cui bambini e bambine guidati da educatori e professionisti dello sport svolgono attività ricreative e inclusive che promuovono non solo il benessere fisico ma anche lo sviluppo di competenze sociali e trasversali basate sul team building. Beach volley, beach rugby, beach soccer sono alcune delle dieci discipline sportive in corso d’opera che proseguiranno sino al 10 agosto. «Il progetto “La scuola che vorrei” si è rivelato un successo sotto molti aspetti. I ragazzi hanno mostrato un notevole miglioramento nelle loro capacità motorie e nella loro autostima – dice Luca Sanna presidente CSI Cagliari. Abbiamo osservato un incremento nella loro capacità di lavorare in squadra e nel rispetto delle regole. Le attività sportive hanno creato un ambiente inclusivo e stimolante, dove ogni partecipante ha potuto esprimere al meglio il proprio potenziale. Infine, il Summer Camp sta favorendo la nascita di nuove amicizie e ha rafforzato. È stato particolarmente emozionante vedere come bambini diversamente abili e bambini stranieri che ancora non parlavano italiano si siano integrati perfettamente nell’ecosistema del CSI Summer Camp. Grazie alla presenza di educatori professionali qualificati arrivati dalle cooperative “La Clessidra” e “ASGESA”, ogni bambino ha potuto trovare il proprio spazio e sentirsi parte del gruppo».
Al centro del programma giornaliero, giochi e attività volte alla promozione e all’avvicinamento dei bambini all’inclusione e al fare insieme.
«Uno degli aneddoti più memorabili del Summer Camp è accaduto durante una partita di calcio. Un giorno – racconta Luca – mentre stavamo giocando una partita tra due squadre miste, uno dei bambini, solitamente molto timido e riservato, ha segnato un gol spettacolare. Tutti i suoi compagni di squadra hanno cominciato a festeggiare e a congratularsi con lui. La parte più toccante è stata vedere come i bambini e le bambine abbiano immediatamente creato un cerchio attorno a lui, battendo le mani e cantando il suo nome. Il bambino, inizialmente sorpreso e quasi incredulo, ha iniziato a sorridere e a partecipare alla celebrazione con entusiasmo. Questo momento di gioia collettiva ha mostrato chiaramente l’impatto positivo delle attività sportive sullo spirito di gruppo e sull’autostima dei ragazzi. Questo episodio ha avuto un effetto duraturo su questo bambino. Nei giorni successivi, lo abbiamo visto partecipare con maggiore sicurezza e apertura a tutte le attività, diventando sempre più coinvolto e facendo nuove amicizie. È stato un esempio perfetto di come lo sport possa aiutare i bambini a superare le loro insicurezze e a sentirsi parte di una comunità accogliente e solidale, indipendentemente dalle loro abilità o dalla lingua parlata».
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