La scuola che Ti ascolta. Per il benessere psicologico…
di La Clessidra soc. coop. soc.
Fornire un servizio di ascolto, di comprensione, di informazione ma soprattutto di sostegno e prevenzione. Lo sportello psicologico a scuola, promosso da AS.Ge.Sa all’interno del progetto La scuola che vorrei e coordinato dalla psicologa Ornella Schirru ha contribuito a promuovere il benessere mentale e creare un clima scolastico più inclusivo e solidale. Il servizio svoltosi ,dal 10 aprile al 5 giugno, nei locali dell’IC Satta- Spano- De Amicis di Cagliari si è focalizzato su tre aspetti:
- prevenire o intervenire tempestivamente su situazioni di disagio evolutivo e favorire l’integrazione, l’accettazione reciproca ed un senso di appartenenza al gruppo dei pari negli studenti;
- potenziare le abilità comunicativo-relazionali nel rapporto con i figli e sviluppare adeguate competenze educative peri genitori;
- supporto e consulenze su aspetti educativi e relazionali, nel rapporto con alunni, genitori e colleghi per gli insegnanti.
«Il senso più profondo di questa azione – afferma Stefano Pinna pedagogista e referente As.Ge.Sa – è stato quello di far si che l’insegnante per primo si senta ascoltato in uno spazio in cui c’è un professionista che lo sostiene nell’ esplicitazione dei suoi vissuti in ambito scolastico. Lo sportello d’ascolto si fa carico di accompagnare questi insegnanti ed anche di accompagnare quegli insegnanti che chiedono supporto e cerca di offrire loro gli strumenti per superare questa solitudine. Lo sportello d’ascolto in questo senso, crea anche unità per gli insegnanti perché tutti, possono rivolgersi allo sportello d’ascolto e avere anche una consulenza di gruppo proprio grazie alla disponibilità della professionista che opera in funzione della logica del gruppo codificando le dinamiche gruppali e facilitando gli insegnanti a lavorare insieme in un’ottica di team. Il problema di uno è il problema di tutto il team. Il progetto ha messo a disposizione – spiega – la formazione e un insieme di risorse, di azioni in maniera tale da riuscire a risolvere i problemi legati all’inclusione dei ragazzi destinatari principali di questa azione».
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