Una scuola nell’altra scuola: gemellaggi nel Municipio 6 di Milano
di comunitadelgiambellino
Una scuola nell’altra scuola è un mosaico che si compone lentamente, grazie agli sguardi e alle idee di insegnanti e studenti. Questo percorso, della durata di un intero anno scolastico, li porterà a incontrarsi e scambiarsi visioni e pratiche attraverso un gemellaggio tra classi di scuole differenti, sia per ubicazione nel quartiere, sia per pratiche e vocazioni.
Ma andiamo con ordine, per comprendere da dove nasce e dove vuole arrivare. Le fondamenta sono state poste da un gruppo di insegnanti che, grazie a un laboratorio partecipativo, hanno cercato di “dematerializzare” le materie scolastiche. Partendo dall’individuazione di parole chiave rappresentative delle discipline, si sono esplorate connessioni e relazioni tra di esse. Così è emerso che la matematica, lontano dall’essere solo numeri e forme, può significare ordine, logica, scoperta, gioco, intuizione… Ma la logica, ad esempio, può essere collegata a sua volta alla struttura grammaticale, non solo della lingua italiana ma anche di altre lingue; e ancora scoperta e intuizione attraversano tutte le materie… Diventa evidente come questi concetti appartengano a ogni disciplina ma, chiuse nei confini rigidi delle materie curruculari, rischino di perdere il dinamismo che dovrebbe contraddistinguere la scoperta.
Riprendendo le parole di Ivan Illich in Descolarizzare la società, ci si interroga allora su cosa sia un’educazione autentica: restituire ai bambini il piacere di inventare, creare e vivere in comunità. Su questa base, abbiamo chiesto agli insegnanti di scegliere una parola chiave con cui avrebbero voluto che venisse identificata la propria scuola. Pian piano, i nomi ufficiali delle diverse scuole sono stati sostituiti da aggettivi simbolici: Comunità, Diversità, Comunicazione, Tempo, Radici, Libertà, Narrazione, Viaggio, Cultura, Scoperta, Bellezza. Parole ampie che invitano a esplorare nuovi significati e da cui partire per progettare nuovi percorsi di conoscenza con i ragazzi e le ragazze delle classi partecipanti al progetto.
Abbiamo associato a ogni tema un autore/autrice capace di stimolare visioni originali.
Per il tema Tempo, due classi seconde della scuola secondaria di primo grado Ilaria Alpi_ via San Colombano (IC Ilaria Alpi) sono state guidate da Matteo Corradini, scrittore ed ebraista, mentre le classi seconde della scuola secondaria di primo grado Narcisi (IC Narcisi) da Alberto Lot, grafico. Corradini ha condotto il laboratorio La memoria è una conchiglia, ispirandosi a Zoom di Istvan Banyai e Anonymes di Lorenzo Mattotti e Claudio Piersanti. Ha presentato la conchiglia come simbolo della memoria: oggetto bello e perfetto che, però, è ciò che rimane di una vita ormai scomparsa. La memoria, dunque, è il ricordo di ciò che sopravvive. Partendo da queste suggestioni, i ragazzi hanno creato conchiglie di cartoncino, immaginando cosa potrebbero custodire della propria memoria. Quali parole, suoni e voci risuonano nella nostra memoria personale e collettiva? I ragazzi hanno registrato queste “parole della memoria” e, nei prossimi mesi, lavoreranno per trasformarle in un evento condiviso con la scuola gemellata: potrebbe diventare un podcast, un laboratorio o un piccolo libro di memorie, un progetto che svilupperanno nei prossimi mesi con i Ludosofici. Lot, invece, ha guidato i ragazzi nella creazione di fanzine, intrecciando passato, presente e futuro, ispirandosi a movimenti come il Dadaismo, il lavoro di Ed Ruscha e le fanzine punk degli anni ’80.
La scuola Gramsci (IC Capponi) ha scelto di lavorare sul concetto di Comunità: ma una comunità la si pratica, la si vive… e quindi ecco che abbiamo trovato nella pratica del fumetto un esempio di pratica di comunità: ogni componente del gruppo ha una sua funzione, una sua attitudine, un suo talento che può essere messo a servizio del gruppo per la creazione di un fumetto. C’è chi pensa e progetta la storia, chi inventa i personaggi, chi fa il colorista, che illustra la storia e chi coordina tutte queste voci. I ragazzi sono così stati condotti dalla fumettista Cristina Portolano in un percorso per apprendere le prime regole della grammatica del fumetto e sperimentarsi come piccola comunità che si deve autoregolare per crescere e per portare a compimento una narrazione illustrata.
Per parlare di Diversità con la scuola Cardarelli (IC Cardarelli) abbiamo deciso di partire dal linguaggio, che può assumere infinite forme, come quelle verbali o dei segni. Il linguaggio, infatti, non solo ci permette di entrare in connessione con gli altri, ma anche di esprimere ciò che ci rende unici e inimitabili. Per questo motivo, abbiamo coinvolto l’Associazione Fedora, che promuove l’accessibilità culturale per persone con disabilità sensoriali e, significativamente Fedora, ispirata a Le città invisibili di Calvino, incarna l’idea di una città ideale.
Infine, nei prossimi mesi, esploreremo con la scuola Rinascita-Livi (IC Nazario Sauro) il tema della Comunicazione insieme al giornalista Andrea Coccia e torneremo sul tema del Tempo con la scuola Ilaria Alpi _ via Salerno (IC Ilaria Alpi) attraverso la fotografia con la grafica Claude Marzotto.
Il vero cuore del lavoro futuro sarà vedere come i ragazzi elaboreranno questi spunti, intrecciando le pratiche degli autori con le proposte dei Ludosofici.
L’obiettivo sarà tradurre le loro esperienze in qualcosa di vivo e significativo, da condividere con le classi delle altre scuole, creando legami e costruendo connessioni autentiche.
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