“S.Av.E. L.ove – CuriAmo la Relazione”, il progetto che fa dell’alleanza educativa la mission per supportare il legame tra i minori e i genitori detenuti
di fondazionecomunitasalernitana
Come è possibile preservare e rafforzare i legami tra genitori e figli? E come è possibile farlo se uno dei due vive in una realtà detentiva? Sono questi gli interrogativi dai quale si è partiti per strutturare il progetto “S.Av.E. L.ove – CuriAmo la Relazione” presentato nella sede della Fondazione Comunità Salernitana. Selezionato dall’Impresa Sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, quello che è a tutti gli effetti un percorso frutto di una “alleanza educativa” dei partner come ha sottolineato l’arcivescovo di Salerno Campagna Acerno, monsignor Andrea Bellandi, lavorerà nei prossimi anni anche sulle dinamiche di una continuità affettiva, supportando l’equilibrio emotivo dei minori che vivono – direttamente o indirettamente, situazioni di particolare vulnerabilità.
S.Av.E. L.ove promuovere percorsi di crescita sociale ed educativa per i minori che, a causa della detenzione di uno o entrambi i genitori, vivono in condizioni di “genitorialità sospesa.” Questa “genitorialità in pausa” crea una doppia privazione: i minori non solo subiscono la mancanza fisica del genitore, ma risentono anche delle limitazioni che la condizione carceraria impone ai legami affettivi. Il progetto mira a colmare questo vuoto tramite interventi mirati, focalizzati sul benessere emotivo e sullo sviluppo integrato dei bambini.
In collaborazione con una rete di 17 partner, il progetto attua azioni innovative all’interno degli istituti penitenziari di Salerno, Avellino, Eboli e Lauro, come la ristrutturazione degli spazi interni; la messa in campo di attività di mediazione familiare e supporto alla genitorialità e l’attuazione di percorsi educativi personalizzati.
Il progetto prevede interventi che si estendono anche al di fuori del carcere, coinvolgendo le scuole, le comunità locali e altre istituzioni civili in un sistema di “comunità educante”. Sono una indicativi i dati aggiornati al 31 ottobre 2024 che rivelano le difficoltà legate alla gestione della popolazione carceraria e alla scarsa disponibilità di risorse educative. La Casa Circondariale “A. Caputo” di Fuorni, Salerno ospita 493 detenuti, tra cui il 10% di stranieri. Più della metà ha figli minori, ma le risorse a disposizione (170 agenti su 226 previsti) sono insufficienti a gestire le esigenze educative e sociali di una comunità così vulnerabile. La Casa Circondariale “A. Graziano” di Avellino ospita 515 detenuti, l’80% dei quali ha figli minori e un livello di scolarizzazione basso. Anche qui, la carenza di personale si riflette in una maggiore difficoltà che opera per il trattamento delle dipendenze e un istituto per detenute madri. Le particolari necessità dei singoli, inclusa la presenza di bambini, richiedono un supporto mirato per favorire il mantenimento del legame genitoriale.
Chi sono dunque i beneficiari. Quelli diretti del progetto sono i minori (0-17 anni) che, con uno o entrambi i genitori detenuti, vivono in una condizione di privazione affettiva e relazionale. Tra loro si distinguono i bambini che entrano negli istituti per visitare il genitore, quelli che vivono con le madri all’interno dell’ICAM e i figli di detenuti che rimangono nel contesto familiare esterno. Gli agenti di Polizia Penitenziaria sono altresì coinvolti come destinatari indiretti, poiché sono parte integrante del processo di accoglienza dei minori negli istituti.
L’approccio adottato dal progetto è innovativo e multidimensionale: mira a garantire ai minori uno sviluppo equilibrato, focalizzandosi su salute, equilibrio emotivo, realizzazione personale e successo scolastico. In un contesto dove le sfide educative e sociali sono molteplici, “S.Av.E. L.ove” rappresenta un esempio di collaborazione efficace tra enti locali, istituzioni penitenziarie, educatori e comunità civili, uniti per sostenere il diritto dei minori alla continuità affettiva e a un ambiente di crescita positivo.
Il progetto è stato selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD. www.conibambini.org