Io per te: le mediatrici culturali raccontano il loro primo anno scolastico di Road Map

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Il progetto Road Map, implementato presso i due istituti comprensivi presenti a Chiavari, rappresenta un’iniziativa innovativa volta a promuovere la diversità culturale come valore positivo all’interno della comunità scolastica.

Io per Te è un’attività che offre all’IC Della Torre un servizio di mediazione culturale che vuole superare i processi di attivazione “emergenziale” e offrire percorsi di prevenzione. Elemento diventa, quindi, l’inserimento a cura del Villaggio del ragazzo di quattro mediatrici culturali, ognuna con un background linguistico e culturale diverso, che hanno il compito di facilitare l’integrazione degli alunni stranieri e di promuovere un ambiente di apprendimento inclusivo e arricchente.

Le mediatrici culturali – Olga, Oumaima, Enxhi e Patricia – svolgono un ruolo fondamentale nel sostenere gli studenti neoarrivati e nel favorire la comunicazione tra scuola e famiglie. Ogni mediatrice, attraverso il proprio racconto esperienziale, offre uno sguardo unico e personale sulle sfide e le soddisfazioni incontrate nel loro lavoro quotidiano nel primo anno scolastico del progetto Road Map.

Patricia, mediatrice di lingua spagnola, condivide la sua esperienza nella traduzione di materiali e nella partecipazione ai colloqui scuola-genitori. Il suo lavoro ha migliorato la comunicazione tra docenti e famiglie ispanofone e ha facilitato l’inclusione linguistica e culturale degli studenti. Patricia sottolinea l’importanza dello scambio interculturale come chiave per l’inclusione e il successo scolastico.

Olga, mediatrice di lingua ucraina, racconta l’importanza di un’accoglienza empatica e l’ascolto attivo dei ragazzi, spesso portatori di storie drammatiche. Il suo lavoro mira a creare un ambiente di condivisione e supporto, sia individualmente che in gruppo, per facilitare l’inclusione e la consapevolezza delle proprie capacità scolastiche.

Oumaima, mediatrice di lingua araba, descrive come il suo intervento sia stato prezioso per l’integrazione linguistica e culturale degli alunni, soprattutto nella scuola primaria. La continuità della sua presenza e l’instaurazione di un rapporto di fiducia con gli studenti e gli insegnanti si sono rivelati cruciali per il successo scolastico degli alunni.

Enxhi, mediatrice di lingua albanese, evidenzia l’importanza di personalizzare gli interventi in base alle diverse competenze linguistiche degli alunni. Il suo ruolo va oltre l’insegnamento della lingua italiana, comprendendo anche l’accoglienza e il supporto emotivo, elementi essenziali per motivare gli studenti e favorire un ambiente scolastico inclusivo.

Questi racconti esperienziali dimostrano come il ruolo delle mediatrici culturali sia vitale per creare un ponte tra culture diverse, promuovere il dialogo e costruire un sistema educativo multiculturale che valorizzi ogni singolo studente. Il loro impegno e la loro dedizione sono fondamentali per realizzare un ambiente scolastico accogliente e inclusivo, dove la diversità è vista come una ricchezza e un’opportunità di crescita per tutti.

 

Patricia, mediatrice ispanofona

Nel corso del progetto Road Map, ho svolto diverse attività.

Mi sono occupata della traduzione di materiali destinati alla comunità ispanofona presente nelle scuole per facilitare l’inclusione e la partecipazione all’offerta formativa.

Un’altra azione che ho svolto è stata la mia partecipazione a colloqui tra scuola e genitori.

Nel lavoro di mediatore scolastico:

-con i docenti, sono riuscita a istituire un ottimo feedback comunicativo sulle attività didattiche destinate agli studenti neoarrivati o con limitata padronanza della lingua italiana. Questo ha permesso di rendere visibile e valorizzare la lingua madre al fine di potenziare l’apprendimento dell’italiano.

-con gli studenti, ho adottato diversi approcci, sia scritti che orali, svolgendo un ruolo di supporto e mediazione nell’apprendimento, utilizzando varie strategie per facilitare il processo di acquisizione dell’italiano come seconda lingua.

Il lavoro di gruppo con studenti che presentavano competenze differenziate nell’italiano sia a livello orale che scritto, ha rappresentato una preziosa fonte di insegnamento reciproco, contribuendo a arricchire non solo la comprensione dell’italiano, ma anche l’apprezzamento della diversità linguistica presente nello spagnolo. In effetti, durante gli incontri con gli studenti provenienti da varie nazioni del Sud America, è emersa frequentemente la varietà lessicale e le differenze nella pronuncia tipiche di ciascun paese, nonostante l’uso comune della lingua spagnola. Questo è stato evidente, ad esempio, con l’uso di parole del dialetto cuzqueño, parlato a Cuzco (Perù), e di espressioni peculiari della Repubblica Dominicana, contribuendo così a creare un ambiente di scambio e apprendimento arricchito dalla diversità socioculturale.

I ragazzi della classe 3^ Secondaria hanno beneficiato di un mio supporto personalizzato nella preparazione all’esame e sono stata presente anche in una delle prove scritte. Queste azioni-possibili grazie al progetto e alla richiesta della scuola- hanno favorito il successo scolastico di questi alunni.

Lo scambio è proprio una delle chiavi per l’inclusione: sentirsi accomunati da obiettivi o sentirsi accolti e partecipi della vita scolastica è davvero importante. Anche la curiosità reciproca tra ragazzi ispanofoni e italiani crea dialogo e se si comunica e ci si apre all’altro è più facile entrare in sintonia con i pari.

Mi piace stare con i ragazzi e cercare di essere un ponte tra le culture.

 

Olga, mediatrice ucraina

Svolgo il servizio come mediatrice culturale di lingua ucraina presso la Scuola primaria Mazzini e la Scuola secondaria della Torre di Chiavari. Il mio compito è accogliere e accompagnare nel percorso scolastico alcuni bambini e ragazzi.

Ogni nuovo incontro con gli alunni è per me molto emozionante e negli ultimi anni è diventato anche più delicato, nel senso che la mia funzione non comprende più soltanto la scoperta e l’apprendimento di una nuova cultura da parte dei ragazzi, ma anche l’ascolto attivo di racconti a volte drammatici che gli stessi allievi che hanno vissuto direttamente o indirettamente tramite le notizie ascoltate in tv.

Credo che la presenza a scuola di una persona della stessa cultura dei ragazzi, rappresenti una possibilità di apertura al dialogo per la condivisione di emozioni e per rielaborarle in modo corretto per vivere in modo sereno la permanenza in Italia e nella scuola italiana.

Il mio lavoro a scuola è strutturato in modo individuale e in modalità di gruppo in base alle esigenze dell’alunno e dell’attività da svolgere. I momenti di mediazione individuale favoriscono una maggiore concentrazione e una più efficace collaborazione da parte degli alunni sotto il profilo scolastico, mentre il lavoro di gruppo tra connazionali sembra favorire il senso di appartenenza e condivisione delle radici della propria origine in un clima di emozioni autentiche. Il lavoro fatto nelle modalità precedentemente descritte, favorisce l’inclusione in classe in quanto gli alunni stranieri risultano più sicuri di sé e più consapevoli delle proprie capacità nel contesto scolastico italiano.

L’ alfabetizzazione è sempre uno degli obiettivi primari da perseguire. Ogni alunno è unico in capacità e motivazione, il mio compito di mediatrice è valorizzare queste unicità per raggiungere almeno un livello di sufficienza nella conoscenza della lingua italiana. Se gli studenti riescono a comunicare o ad essere motivati ad esprimersi nel gruppo classe, l’integrazione con i pari è facilitata.

Durante la mia presenza a scuola ho anche il compito di trasmettere il senso di responsabilità che gli alunni devono accogliere nell’affrontare questa bellissima opportunità di percorso scolastico che gli viene offerta: grazie al PDP hanno la possibilità di compensare le difficoltà linguistiche che potrebbero essere un ostacolo.

Molto significativo è stato partecipare al primo giorno del Road Map Camp: campo estivo per ragazzi della scuola secondaria di Chiavari. Far parte dello staff di accoglienza dei ragazzi è stato molto utile per tutti i ragazzi.

Mi piace svolgere il ruolo di mediatore perché posso essere un esempio di “successo” per i ragazzi che incontro nelle scuole.

 

Oumaima, mediatrice lingua araba

La mia esperienza nel progetto si è svolta prevalentemente nella scuola primaria, dove seguo due alunni della classe prima e due della classe quinta.

Con gli alunni ho svolto inizialmente interventi fuori dalla classe in due piccoli gruppi divisi in base alla classe.

Negli ultimi mesi dell’anno scolastico il mio intervento si è spostato in classe in modo da aiutare gli alunni a seguire le lezioni in classe insieme ai propri compagni e le insegnanti con il mio supporto quando necessario. L’obiettivo è stato proprio quello di facilitare la comprensione dei linguaggi disciplinari.

Grazie alla possibilità di svolgere il mio servizio per tutto l’anno scolastico, ho la possibilità di personalizzare il lavoro con i ragazzi e di instaurare un rapporto di fiducia che influisce positivamente sulla loro motivazione scolastica.

Dalla mia esperienza, penso che la presenza del mediatore sia importante per il cammino scolastico degli alunni stranieri, perché come dal significato letterale del suo nome è “colui che sta in mezzo”, cioè colui il quale permette il dialogo e quindi la relazione. Se c’è dialogo gli alunni riescono a sentirsi a proprio agio e ad esprimere (a volte) le proprie difficoltà che magari in classe, per timidezza o vergogna, non riescono a esprimere.

Il fatto della continuità della mia presenza a scuola è ritenuto importante sia da parte delle maestre che dai ragazzi. Sfruttando al meglio le azioni disponibili dal progetto, si può creare un sistema di accoglienza utile nel tempo.

Il corso di formazione che ho seguito con l’UNISTRASI è stato molto coinvolgente e mi ha dato molti strumenti per favorire l’inclusione e il benessere scolastico degli alunni stranieri, specialmente per quelli neo-arrivati.

Ho partecipato al primo giorno del Road Map Campo: il campo estivo per i ragazzi delle scuole secondarie di Chiavari. Il tempo extrascolastico credo sia un tempo molto adatto per creare i dialoghi multiculturali. Mi ha fatto molto piacere partecipare.

Penso che questo progetto possa creare un sistema di accoglienza scolastico che può diventare un modello per il territorio. Dopo la fase inziale, si può costruire con la scuola un sistema educativo multiculturale di confronto e condivisione tra culture diverse.

 

Enxhi, mediatrice lingua albanese

Seguo nel Prog Road Map 6 alunni della Sc. Primaria e 2 nella Sc. Secondaria.

Ho svolto l’intervento di mediazione sia in forma individuale fuori dalla classe sia in classe.

Il diverso livello di conoscenza della lingua italiana, evidenzia la necessità di svolgere interventi personalizzati. Non è sempre facile seguire il programma della classe, perché gli alunni non hanno ancora gli strumenti necessari per seguirlo, per questo motivo preparo materiali su cui lavorare in base agli alunni che incontrerò durante la mattinata.

Il compito del mediatore non è limitato all’insegnamento della lingua italiana, ma deve soprattutto mettere in campo la sua capacità di accoglienza: comporta azioni che mirano a rassicurare, mettersi nei panni dell’altro, l’apertura e lo scambio reciproco.

Il rapporto continuativo che si riesce a portare avanti con il Progetto è fondamentale per creare relazione con gli alunni e gli insegnanti della scuola. La mia presenza è vissuta dai ragazzi come una possibilità di esprimere i propri bisogni che non sempre riescono ad esprimere in classe. Anche gli alunni che inizialmente hanno dimostrato chiusure, con il passare del tempo si sono aperti al dialogo e sono risultati più motivati.

Molto interessante è stato il sostegno agli alunni nell’esame di terza secondaria: la mia presenza, richiesta dalla scuola, credo abbia contribuito positivamente in termini di motivazione e supporto al successo scolastico nelle prove scritte d’esame. Ho potuto “sentire” l’utilità di questa opportunità per i ragazzi.

Mi piacerebbe incontrare le famiglie degli alunni che seguo in periodi fissi concordati con la scuola. Incontrare le famiglie sarebbe utile per fare da ponte per la scuola che va ad accoglierli. Credo nell’importanza dell’ attività di relazione con le famiglie perché credo rivesta un ruolo importante nell’incontro fra culture.

Del mio ruolo di mediatrice mi piace accompagnare o accogliere gli alunni neo – arrivati. In questa fase il mio aiuto è volto a orientare lo studente nei dialoghi e negli spostamenti all’interno della scuola. Sempre in questa prima fase di inserimento a scuola è importante sostenere l’alunno dal punto di vista motivazionale.

Superata la fase di inserimento svolgo un’azione di tutoring: cerco di fornire agli studenti gli strumenti necessari per vivere al meglio il tempo a scuola e richiedere- con il passare del tempo- sempre meno il mio supporto.

Fare il mediatore mi ha insegnato ad ascoltare, con le orecchie e con gli occhi, la comunicazione non verbale spesso dice molte più cose di quelle dette con la voce.

 

Il progetto vede attiva una rete iniziale di 9 partner – Sentiero di Sentiero di Arianna – capofila, Opera diocesana Madonna dei Bambini “Villaggio del Ragazzo”, IC Della Torre, IC Chiavari 2, Comune di Chiavari, Scuola di Robotica, Social Hub Genova, Associazione culturale Dynamoscopio, Università per Stranieri di Siena.

E’ stato selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile – bando “Vicini di Scuola 2022”, ed ha ottenuto un finanziamento di oltre 500 mila euro, che serviranno a sostenere tutte le attività di progetto.

Immagine da pexels

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