Grande successo per il “Guerrilla Soccer”, il primo torneo di calcetto a Lido Tre Archi!

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Lo scorso 4 luglio 2024 si è svolto il “Guerrilla Soccer”, il primo torneo di calcetto di Lido Tre Archi, che ha visto protagonisti gli abitanti del quartiere.

Dopo appena un mese e mezzo di attività di condivisione e conoscenza con le famiglie e i ragazzi, gli iscritti al torneo sono stati più di 60, dai bambini ai ragazzi più grandi, dagli adulti agli operatori, tutti insieme per vivere una giornata di sport, incontro e animazione dei luoghi.

Ma il Guerrilla Soccer non è solo un semplice torneo di calcetto.

Nato da un’idea della cooperativa On The Road; partner del progetto RIVE, promosso da Nuova Ricerca Agenzia Res; che da molti anni lavora nel quartiere e con il quartiere di Lido Tre Archi, Il Guerrilla Soccer ha visto la partecipazione degli abitanti, soprattutto i più piccoli, nella riqualificazione di uno spazio comunale, frequentato dai giovani ma abbandonato da anni: il campo da calcio adiacente il centro sociale del quartiere, lo “zero”.

Gli operatori, insieme ai ragazzi, hanno tolto reti rotte, pezzi di ferro malandati, rifiuti, ripristinato le reti delle porte e ridipinto le linee del campo. I ragazzi si sono impegnati in azioni di pulizia, mantenimento e abbellimento dello spazio che popolano e animano ogni giorno. Ma non solo, insieme a Matthias Canapini, reporter, autore e fotografo, hanno avuto modo di partecipare ad una “residenza artistica” un po’ speciale.

« Continuo a credere che per raccontare “realmente” storie occorre abitare i luoghi, condividere sguardi, parole e passi con chi, quei luoghi, li abita quotidianamente. Vestire i panni dell’Altro per una manciata di ore (o all’occorrenza mesi) insegna una cosa importante: la semplicità sta nell’umiltà di guardare. Ho voluto rendere omaggio al quartiere appendendo, in maniera sparsa (al centro di una rotatoria così come sulle colonne di una palazzina) e a mò di inciampo, alcune mie fotografie» spiega Matthias Canapini «mi auguro che l’allestimento informale possa fungere da ponte e testimonianza verso un “altrove” a tratti onirico, finché la pioggia, il sole o il capriccio di qualcuno distrugga il tutto. L’intento di tale allestimento è quello di uscire dalla logica sensazionalista, denigratoria e spettacolarizzante comunemente usata per descrivere periferie o quartieri disagiati, e lasciare una traccia del “vissuto” in quanto memoria. Più sinteticamente e banalmente, potrei dire questo: abbiamo seminato qualcosa, collettivamente. Essendo avvolti da un grande mistero non possiamo sapere l’esito delle nostre azioni, ma a volte, per abbattere l’impossibile è sufficiente che un pugno di persone qualsiasi, senza tanti preamboli né coreografie, si sporchino le mani e diano l’esempio. Poiché in basso, nei margini, dentro i vicoli, dare l’esempio significa comunità, fame, sorrisi »

Il torneo, ultima tappa di tante altre che continueranno a costellare il lungo e animato percorso con i ragazzi del quartiere, si è svolto in un intero pomeriggio di sport e divertimento. È proseguito con la premiazione di primi, secondi e terzi classificati e si è concluso con una meritatissima merenda condivisa, mentre i ragazzi già chiedevano “Ma allora lo facciamo un’altra volta?”

Un importante segnale di come attraverso l’esempio, creando l’opportunità giusta, una piccola esperienza può diventare portatrice di valori come condivisione, rispetto reciproco, rispetto degli spazi, impegno, bellezza, partecipazione, inventiva, adattamento creativo, attivazione dal basso, comunità… e tanto sport e divertimento!

Avere l’opportunità di mettere in pratica questi valori ed essere protagonisti di qualcosa di bello, costruttivo e soddisfacente contribuisce a mettere un tassello che vada a ricostruire un’idea di sé che sia finalmente positiva e di valore, cosa che risulta molto difficile quando le narrazioni che gravitano intorno ai ragazzi del quartiere sono spesso generalizzate, negative, etichettanti e svalutanti: è difficile percepirsi e definirsi in maniera diversa e positiva quando tutto intorno a te urla l’opposto.

Ma qualcosa di diverso e di positivo c’è e accade. La bellezza va vista prima nelle piccole cose alla base, il terreno va preparato e prendersi cura delle parti belle che ci sono dentro di noi e nello spazio che attraversiamo (o in alcuni casi abitiamo) è un processo.

Iniziamo a fare caso a cosa accade di buono intorno a noi, ad una rete appesa da 5 ragazzi di origini diverse, ad uno scotch attaccato da 10 mani di bambini che parlano lingue diverse, alle buche coperte con teli e sassi a sorpresa, come succede nei film.

Tutta questa comunità per avere risonanza non ha bisogno di gridare ad alta voce, sarà una voce soave che arriverà gentile e leggera, come un battito d’ali di farfalla.

La realizzazione dell’evento Guerrilla Soccer è stata possibile grazie all’unione delle persone appartenenti alle diverse realtà che animano il quartiere, i ragazzi, gli operatori, le famiglie che hanno stimolato i ragazzi a partecipare, le operatrici del centro di aggregazione gestito dal Consorzio di Cooperative Sociali “Il Picchio”, Aziza e Rajni, i referenti del centro sociale “Luigi Salvadori” e Erjona.

Alla prossima!

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