Nuova Ricerca Agenzia Res presenta il progetto “RIVE”

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Ha inizio la fase di co-progettazione e formazione transculturale della Comunità Educante di Lido Tre Archi

Il progetto RIVE – Ricostruire Insieme Valori Educativi, promuove la co-progettazione e la realizzazione di una comunità educante nel quartiere di Lido Tre Archi a Fermo, che abbia come valori fondanti l’apprendimento cooperativo e permanente per tutte le età, la valorizzazione delle competenze singole e collettive, l’individuazione di valori educativi transculturali.

Lido Tre Archi, quartiere considerato periferia urbana degradata e pericolosa della provincia di Fermo, è in realtà un perfetto bacino di sperimentazione di comunità, sia perché concentra molti dei problemi che, con onestà, dobbiamo riconoscere vanno oltre il quartiere e toccano tutti noi; sia perché, contemporaneamente, propone risposte innovative e impensate, creative e socializzate, possibili proprio per le caratteristiche di diversità e multiculturalità del quartiere.
Tutto ciò spinge oltre le specificità culturali, nell’ottica di una solidarietà condivisa e alimentano il principio di cittadinanza globale. È in questo contesto che si inserisce l’intervento pedagogico in chiave transculturale di RIVE.

Interculturalità, questo è il termine che meglio descrive l’attuale società in cui viviamo.
Attraversare culture diverse, andando oltre la semplice conoscenza reciproca, permette di individuare quei valori e principi, che anziché dividerci, ci uniscono, disintegrando perciò le differenze. E’ così che l’approccio transculturale, permette dunque di individuare, attraverso nuove strategie educative, quei valori universali che ci accomunano in quanto esseri umani e necessita, per poter essere messa in pratica, di nuovi spazi e pratiche narrative di rappresentazione interattiva.

Ma come è possibile fare tutto questo?
Ve lo raccontiamo, con l’aggiunta di qualche cenno storico.

Lido Tre Archi, è un quartiere del Comune di Fermo, che si presenta come realtà multietnica, con 39 nazionalità diverse e con la maggior presenza di popolazione immigrata.
Geograficamente isolato perché compreso sui quattro punti cardinali – tra il Mare Adriatico e la ferrovia adriatica – tra la foce del fiume Tenna e il fosso degli Alberelli.
Il quartiere nasce negli anni ’60 come lotto per le seconde case da abitare nel periodo estivo e dunque progettato senza quegli spazi e servizi necessari ad una popolazione stabile.
I bassi canoni di locazione per i mesi invernali, hanno attirato nel tempo l’insediamento di fasce sociali fragili. Degrado e criminalità hanno gradualmente espulso la popolazione di primo insediamento lasciando un ghetto chiuso sia al proprio interno che all’esterno.

La separazione dall’interno, deriva dalla definizione netta di due località distinte: Lido San Tommaso, a sud, abitato dagli italiani autoctoni e Lido Tre Archi a nord, abitato in maggioranza da immigrati. A cui si aggiunge una diffidenza interna reciproca, in quanto identificato come quartiere pericoloso e assoggettato alla microcriminalità e alla prostituzione.
Quest’ultima problematica, è motivo predominante alla separazione verso l’esterno, in quanto porta la periferia ad essere il più possibile evitata dal resto degli abitanti della provincia, cui si aggiunge la scarsità dei trasporti locali e attività commerciali, che difatti contribuiscono all’isolamento e alla ghettizzazione totale.

Oggi, il quartiere è destinatario di diversi progetti (per l’inclusione dei migranti, l’indigenza, contro la tratta e lo sfruttamento) e del Programma Straordinario di interventi per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle Periferie (DPCM 25 maggio 2016), che il Comune di Fermo ha scelto di realizzare qui.
Il Piano ha portato alla predisposizione di uno spazio polivalente, alla costruzione di impianti sportivi, ad iniziative socio-culturali, ludiche e sportive per bambini e ragazzi e al sostegno alla scuola per progetti contro la dispersione scolastica. A tutto questo si aggiunge la volontà di creare una rete di promozione e animazione transculturale, che si riconosce nella comunità educante di RIVE.

Quali sono e saranno le attività previste dal progetto?

Il progetto formativo RIVE, si strutturerà in sei differenti sezioni educative, sviluppate nell’arco di 30 mesi.
I primi quattro step sono propedeutici alla creazione delle comunità educanti, una che vede come protagonisti gli adulti e l’altra animata dai ragazzi.

  1. La formazione cooperativa di una Scuola Popolare Transculturale, per la ricognizione e emersione dei temi transculturali. Un’attività, propedeutica, partecipata e pro-attiva già attivata e finalizzata all’individuazione delle tematiche che uniscono storie e saperi diversi, la diversità come sistema di scambio e scoperta reciproca, con lo scopo di enfatizzare le potenzialità del quartiere e le risorse umane su di esso presenti.
    Da una serie di incontri preliminari alla presenza di operatori e operatrici delle cooperative e associazioni attive nel progetto, in dialogo diretto con gli abitanti del quartiere, si sono costituiti momenti narrativi incentrati su argomenti specificatamente culturali e notoriamente divisivi, per arrivare all’individuazione di temi universali.
    Le materie affrontate sono: educazione, imperialismo e colonialismo, religione, famiglia e comunità. Per ogni argomento è stata realizzata una breve relazione, presentata sia da un cittadino italiano che da un soggetto migrante, traendone sia i temi divisivi che quelli unificanti. Da questi macrotemi di condivisone, e focalizzandosi sui i punti in comune, saranno co-progettati 6 specifici laboratori formativi.
  2. La formazione in chiave transculturale per agenti educanti, per dare a quest’ultimi gli strumenti necessari a costruire un dialogo funzionale e cooperativo tra culture differenti, e da qui identificare gli attori che andranno a sviluppare progettualità educative per il quartiere.
  3. A questo punto si svilupperanno due percorsi paralleli ma fortemente interconnessi. Da una parte i Gruppi di sostegno e di supporto alla genitorialità. Questa attività, coinvolge genitori e insegnanti della scuola Primaria Salvadori di Lido Tre Archi e cerca di riflettere insieme; con la facilitazione di un pedagogista e il supporto di mediatori interculturali; sull’essere genitori ed insegnanti oggi, sul significato e sul portato che questi ruoli hanno, anche partendo da casi individuali, e sulle difficoltà che in particolare hanno i genitori con background migratorio e gli insegnanti di classi multiculturali. Questo diviene particolarmente importante per evitare la deriva adultizzante dei figli che rivestono il ruolo di mediatori tra i genitori e la società ospitante e per migliorare il dialogo e la collaborazione tra i genitori e la scuola, nonché l’efficacia del ruolo degli insegnanti, sia nei confronti dei bambini che delle famiglie. L’auspicio è inoltre che questo gruppo di genitori possa costituire un appoggio concreto per le famiglie e gli insegnanti, divenendo punto di riferimento nel tempo e ampliandone il numero dei partecipanti.
  4. Dall’altra parte si avvierà La strada educante, una formazione specificatamente progettata per migliorare la capacità degli agenti educativi di agganciare quei bambini e ragazzi che di solito rimangono fuori da ogni circuito di rete e di attività, per non lasciare indietro nessuno. L’obiettivo è quindi quello di riuscire ad intercettare soprattutto i ragazzi a più alto disagio sociale, spesso poco partecipativi e/o coinvolti. Difatti questi, ma non solo, corrono il rischio, in un quartiere con possibilità educative e lavorative limitate, di essere facilmente coinvolti in attività microcriminali. La formazione è destinata ad agenti educativi formali e non, prevede una formazione in aula e una parte on the job, per costituire una rete di persone in grado di captare le situazioni di allarme, proporre un primo approccio e, con il sostegno degli educatori e dei servizi, cercare di stimolare la partecipazione ad attività generative ed educative.

Da questo processo formativo, si genereranno dunque:

  • la Comunità educante degli adulti e la Comunità educante dei ragazzi. Entrambi i gruppi; a cui parteciperanno le persone coinvolte nel progetto e le altre realtà territoriali attirate con il lavoro di comunicazione e di rete; inizieranno dei percorsi separati ma con un obiettivo simile: decidere che cos’è la comunità educante di Lido Tre Archi: capire quali sono i bisogni educativi, come socializzare al meglio i bisogni per comunicare con le istituzioni e gli organi preposti alla cura educativa del quartiere, quali sono i desideri autodeterminati degli abitanti del quartiere e come organizzarsi per realizzare quei desideri e i prossimi che verranno. Come esito di questo percorso verranno proposti e realizzati nel quartiere eventi formativi co-progettati da entrambe le Comunità Educanti.

A seguito di precedenti collaborazioni con altre realtà della Regione Marche che si occupano di povertà educativa, è nata una comunità di pratiche che grazie a questo bando vorremmo allargare ad altri soggetti al fine di costruire una rete che attraversando tutta la Regione, costituisca un tavolo permanente di confronto, scambio di pratiche, future collaborazione tra i membri, ma anche interlocuzione con le istituzioni regionali che si occupano dei temi legati all’educazione, alla povertà e ai minori.

Alcune foto dei primi incontri

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