Michele e il mare
di coopagora
Lui è un ragazzo di sedici anni, vive in una cittadina della Riviera e ha grossi problemi legati a una patologia complessa ed articolata: Michele è affetto da ADHD (sindrome da deficit di attenzione). Il disturbo pervasivo lo ha portato a una condotta deviante, sfociata in una serie di reati, per cui al processo ha avuto l’opportunità di accedere al beneficio della messa alla prova.
Michele ha la necessità di impegnarsi in attività pratiche, per cui la stessa scuola che frequenta è molto indirizzata all’aspetto lavorativo. Lui si trova molto bene. Per svolgere le ore indicate dal giudice, gli operatori hanno individuato un’associazione che si occupa della manutenzione e della cura delle spiagge liguri. Lì, il ragazzo ha trovato un volontario molto bravo, di nome Giacinto che, forte della sua esperienza come insegnante di educazione fisica e di una passione smisurata per mare e natura, è riuscito a coinvolgerlo in un impegno costante. Michele si è impegnato a svolgere una mattina di lavoro il sabato, in modo da non andare a sovrapporsi con la scuola. Il suo sabato è un po’ particolare…
Di buon mattino, arriva sulla spiaggia, dove Giacinto lo aspetta per definire con lui la scaletta degli interventi, quasi a fare una sorta di contratto sull’impegno del giorno.
“Allora Michele, oggi dobbiamo carteggiare e verniciare le panchine dei giardini qui vicino, poi puliamo tutto lo spazio e vediamo dove arriviamo… Sei d’accordo?”, chiede il volontario.
Il ragazzo scruta l’area e cerca di individuare le attività da svolgere appena indicate da Giacinto. “Va benissimo prof.”, sentenzia il ragazzo.
I due si dirigono quindi al magazzino degli attrezzi e si dotano degli strumenti indispensabili. Il lavoro inizia.
Quando arriva la metà della mattinata, Giacinto raggiunge il ragazzo e gli posa una mano sulla spalla: “Facciamo la pausa caffè? Cosa ne dici?”.
Michele annuisce.
La coppia si dirige verso la sede dell’associazione dove si trova una macchinetta in grado di offrire una pausa ristoratrice. Dopo il caffè nei bicchierini di carta, Michele si accende una sigaretta che fuma con piacere sulla soglia del locale.
“Quando hai finito ricominciamo? Ok?”.
“Certo. Con grande piacere…”.
Il lavoro riprende con calma e precisione. Il ragazzo porta via la vernice vecchia con estrema cura, poi pulisce il legno segnato dal tempo, pronto a ricevere la vernice che le darà una nuova vita. E passo dopo passo la panchina inizia a cambiare volto. Con tempismo perfetto alle dodici, si sente il rintocco della campana della chiesa poco distante. Michele solleva la testa e dirige lo sguardo verso il volontario.
“Michy, direi che abbiamo finito? Cosa ne pensi?”.
“Devo passare ancora un pezzetto e ho finito…”.
In poche decine di minuti il lavoro è terminato. I due ripongono gli attrezzi, puliscono con cura l’area e sono pronti ad andare a casa ad affrontare il meritato pranzo. Prima di prendere commiato, Giacinto prende per il braccio il ragazzo e lo fa soffermare davanti all’area di lavoro. “Ora guardiamo bene cosa abbiamo fatto…”, e l’insegnante inizia a scorrere con gli occhi e descrivendo a voce cosa i due abbiano realizzato nella mattinata.
“Possiamo essere soddisfatti del lavoro di oggi?”.
“Certamente prof!molto soddisfatti…”.
“Bene, allora ci vediamo sabato prossimo?”
“Si, si… grazie mille davvero. A sabato”.
Michele si allontana in una nuvola di fumo che soffia sopra la testa, pensando che quando la messa alla prova sarà finita gli mancherà quel sabato mattina insieme al volontario, che chiama simpaticamente “prof”.
PROGETTO DECK: UN PONTE PER I RAGAZZI – Agorà (agoracoop.it)
ph: CEL Torretta, Genova
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