Passepartout. Il ministro Provenzano all’istituto Mattarella: “costruire opportunità per il futuro dei nostri bambini”

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Il nuovo ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, è arrivato a Palermo per la sua prima visita istituzionale: dopo l’omaggio ai lavoratori assassinati il primo maggio del 1947 a Portella della Ginestra, ha incontrato gli insegnanti e gli alunni e le alunne dell’istituto comprensivo “Piersanti Mattarella Bonagia” di Bonagia, una delle quattro scuole coinvolte nel progetto PASSepartout.

“Sono onorata di riceverla e sono sicura che lei proverà onore nell’accogliere una comunità scolastica che è pronta ad abbracciare tutta la città di Palermo”. Con questo saluto la dirigente Enza Muratore ha accolto il ministro assieme al sindaco Leoluca Orlando. “Non permetta che i nostri alunni fuggano dalle case, non permetta alle nostre donne di stare chiuse nelle loro cucine – ha concluso la Dirigente – consenta al lavoro di affermarsi come valore e strumento di dignità. Ci voglia bene Ministro”.

Momento significativo è stata la consegna delle chiavi della città di Palermo al ministro per mano di un’alunna: le chiavi erano state consegnate ad aprile dal sindaco Leoluca Orlando alla scuola e hanno un doppio valore simbolico per tutti gli studenti della scuola di periferia, in quanto richiamano anche il logo di “Passepartout”, il progetto contro la povertà educativa, sostenuto dall’impresa sociale Con i Bambini attraverso il Bando Adolescenza, che nell’ultimo anno ha permesso a centinaia di ragazzi e ragazze di intraprendere nuovi percorsi di consapevolezza su tematiche critiche, dal contrasto al fenomeno del bullismo, alla promozione della cittadinanza per la cura degli spazi comuni e dell’ambiente e  ancora sport e laboratori tecnico-scientifici che hanno permesso di affiancare la pratica alla didattica tradizionale.

Un ambiente caratterizzato, come per le altre “scuole di frontiera” del capoluogo, da una generale carenza di servizi dedicati al tempo libero, alle opportunità educative e all’apprendimento non formale, e dove i tassi di dispersione toccano punte di oltre il 30% nelle scuole secondarie di secondo grado. Dati noti al ministro Provenzano: “Se devo partire da un problema, quello della povertà educativa minorile è quello che mi sta più a cuore. In Italia abbiamo un milione e duecentomila bambini in povertà assoluta ed è questo il vero scandalo moderno che va cancellato – ha denunciato il ministro –  Non possiamo rassegnarci a pensare che il destino delle persone, dei nostri bambini, dei nostri figli, sia segnato dal luogo in cui nascono, dalla famiglia in cui nascono: perché non c’è nessun merito ad avere la fortuna di nascere in una famiglia agiata, non c’è nessun merito ad avere la fortuna di nascere in una realtà, in un contesto che ti offre tante opportunità. Dobbiamo ricostruirle queste opportunità. Ecco perché è importante il merito, che deve essere accompagnato da una parola che è scritta negli articoli più importanti della nostra Costituzione: uguaglianza. Uguaglianza è dare la possibilità a tutti di potercela fare e non rassegnarsi”.

Una severa e lucida analisi della realtà in grado di cogliere anche aspetti non certo marginali come la necessità di interventi integrati che coinvolgano insieme studenti e genitori: “Serve concentrarsi sui servizi per i bambini più piccoli, a partire dalla fascia di età che va da zero a sei anni, perché è in quell’età che si decide gran parte della vita delle persone. A partire degli asili nido, che non sono solo un formidabile strumento per i bambini, ma anche per le loro mamme. Oggi se c’è un problema a Sud, è che la questione meridionale è soprattutto una questione femminile: dobbiamo liberare lo straordinario potenziale delle donne del mezzogiorno, nel lavoro, nella partecipazione pubblica e politica, investendo anche sugli asili nido”.

Il ministro ha affrontato anche il tema dell’emigrazione, vera emergenza meridionale, sottolineando l’importanza di cominciare a costruire il diritto a restare, “ma non sentirete mai dalla mia bocca una retorica contro la migrazione – ha continuato-. Sono convinto che bisogna  avere la libertà di andare, la libertà di crescere e di scoprire il mondo, ma bisogna avere l’opportunità di tornare se si vuole, il diritto a costruire il proprio futuro anche nel luogo in cui si è nati e nel luogo in cui si ama e questo si comincia a farlo nelle scuole”. Ed è questo l’obiettivo che con il progetto PASSepartout vuole raggiungere la nostra comunità educante.

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