Prof a confronto con i circoli della resilienza e della ricostruzione di Panthakù

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Successo per il laboratorio tenuto dall’associazione Vela e da Ai.Bi. nell’ambito del progetto Panthakù

 

La pandemia li ha costretti a reinventarsi. Partendo da quello che è il loro pane quotidiano: il gioco. E così lo staff dell’associazione Vela, partner del progetto con Ai.Bi. capofila “Panthakù. Educare dappertutto”, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, è riuscito a tenere alta l’attenzione dei docenti delle scuole facenti parte della rete (Principe di Piemonte di Santa Maria Capua Vetere, Denza di Castellammare di Stabia e Calcedonia e Montalcini di Salerno) per invitarli a ragionare sul loro ruolo di prof ai tempi del Covid.

“Li abbiamo chiamati circoli della resilienza e della ricostruzione – spiega Marta Peruzzini dell’associazione Vela – perché si doveva ripartire, in un momento così complesso, dalla capacità individuale di recuperare dentro se stessi energia e linfa vitale, oltre che la voglia di rimettersi in marcia, seppure in modalità diverse”.

Dagli appuntamenti, curati in parte da Marta in parte da Maria Vittoria Lanzara in qualità di esperta scelta da Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini, è venuto fuori un carnet ricchissimo di esperienze e di sentire, che confluiranno in un video finale e in un manuale (un kit) sulla resilienza nelle emergenze che raccoglie le testimonianze dei partecipanti.

L’iniziativa è stata un successo, come confermano i docenti, messi a proprio agio grazie a una formula “simile a quella del caffè tra amiche – continua Peruzzini – Per questo abbiamo optato per riunioni on line con pochissime persone per volta, in modo che tutti avessero l’opportunità di sentirsi a loro agio e di aprirsi senza filtri”.

Una marcia in più è arrivata dalla metodologia prescelta, che come dicevamo utilizza le tecniche del gioco per stimolare le capacità dei singoli di problem solving e quindi per smuovere le acque e provare a ridisegnare un nuovo percorso professionale tra i mille ostacoli della didattica a distanza. “Il nostro obiettivo era quello di superare il mantra del lamento che ci ha fatto compagnia per troppo tempo e di spingere i docenti a cercare il buono della pandemia, anche nelle pieghe di un mestiere che hanno dovuto stravolgere e riadattare alle situazioni non proprio felici del momento”.

Non sono mancate anche confidenze del tutto personali, segno che l’obiettivo di Vela è stato centrato: “C’era chi ha parlato del contagio da Covid, chi ha espresso preoccupazioni per il proprio nucleo familiare, chi ha confessato di dover fare i salti mortali per gestire da casa, in smart working, lavoro e famiglia. Problematiche che hanno riguardato la vita di tutti, ma che in pochi riescono ad ammettere, che è poi il primo passo verso il superamento e la risoluzione dei problemi”.

 

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