L’accompagnamento formativo? Anche quello c’entra con la salute
di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini
Dalla psicologia di comunità al counseling: tanti i modi in cui AiBi ha rivisto il proprio “essere accanto”, dentro un concetto di cura intesa non solo come supporto psicologico ma anche come accompagnamento formativo a nuovi paradigmi mentali e culturali, orientati al protagonismo della comunità educante. Scelta di “essere cura”, nell’ascolto e nella fraternità.
Sin dai primi momenti della pandemia è stata chiara ad Ai.Bi., alla Cooperativa AibiC e alla Fondazione Ai.Bi, l’urgenza di mettere a sistema le risorse in campo per servire la comunità in ottica multi dimensionale e di prospettiva. L’emergenza educativa, il contrasto alla povertà e il supporto psicologico sono stati alcuni dei filoni individuati per rispondere ai bisogni delle famiglie italiane, dei territori, degli operatori stessi.
L’utilizzo dei supporti digitali è stato attivato immediatamente per mantenere i servizi di accompagnamento alle famiglie adottive e affidatarie. Nelle case di accoglienza si è dovuto rispondere all’emergenza territoriale, per consentire una metodologia di gestione adeguata dal punto di vista sanitario, di ingresso nelle strutture.
Il ragionamento sistemico dei programmi messi in campo, ovvero “L’accoglienza non si ferma” prima e “Continuiamo dai Bambini” poi, ha reso immediatamente visibile la necessità di un cambio di passo che Ai.Bi. sta ponendo in essere, dentro un concetto di cura intesa non solo come supporto psicologico ma anche come accompagnamento formativo a nuovi paradigmi mentali e culturali, orientati al protagonismo della comunità educante e alla co progettazione.
Nell’ambito del progetto Panthakù. Educare dappertutto selezionato dall’Impresa Sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile, le psicologhe hanno portato avanti sia gruppi di confronto e sostegno tra genitori una volta al mese, sia colloqui di counseling ove si sono ritenuti necessari approfondimenti individuali. Attraverso la spinta di alcune professioniste psicologhe con cui Ai.Bi. collabora e che si sono rese operative anche sul terremoto di L’Aquila del 2009, si è avviato un dialogo con l’Associazione per l’EMDR in Italia. Nell’ambito del progetto La scuola di e per la comunità, in corso di realizzazione con il contributo del Ministero dell’Istruzione, è stato da poco avviato a L’Aquila uno sportello di orientamento con il coordinamento del dott. Renzo Barbato. Si tratta di colloqui di ascolto e orientamento rivolti a studenti, professori, genitori, professionisti impegnati come comunità educante per il supporto e il superamento delle difficoltà e per scoprire le proprie risorse interiori. Con il Centro Alfredo Rampi, esperto di psicologia di comunità, si sta realizzando un ciclo di incontri sul tema della resilienza e della lettura dei temi dell’agenda 2030. Avendo riscontrato un interesse interregionale, l’iniziativa partita dal Centro Italia vede la partecipazione di esponenti di associazioni, docenti, esperti di comunicazione, famiglie di varie regioni italiane.
La pandemia come fattore di crisi viene letta in un’ottica di dialogo e riflessione orientata alla reazione costruttiva. Il valore dell’educazione rappresenta il faro della speranza, la fonte primaria di sviluppo e progresso. L’apprendimento permanente degli adulti che si mettono in gioco guardando dentro il proprio stato d’animo e relazionandosi con la comunità a sé prossima, sta facendo emergere l’importanza di esercitare la responsabilità soggettiva di prendersi cura e di essere al servizio dello sviluppo umano integrale. Ognuno nel proprio ambito – sia esso la scuola, la politica, l’economia – è chiamato non solo a riflettere ma a trovare dentro di sé le risorse per diventare generatore di fiducia e di azioni intergenerazionali e sostenibili, per se stessi, per la propria famiglia quale nucleo fondante dentro la propria comunità, per l’umanità tutta. In questi processi la comunicazione ha un ruolo chiave. Ridare forma e sostanza ai valori che sembravano apparentemente abbandonati, rimane il modo migliore per superare il senso di alienazione dato spesso dal distanziamento, e per essere presenti dentro il cambio d’epoca che stiamo vivendo.
Per Michele Grano, coordinatore degli appuntamenti, «le alterazioni ambientali generate da una emergenza trovano specifica corrispondenza nella mente che sente il bisogno di contare su un mondo stabile e prevedibile. Il percorso che stiamo realizzando mira a comprendere e superare le difese, legittime in un momento di crisi, per imparare ad essere tutori di resilienza, accettando la trasformazione e continuando a progettare il futuro partendo dalla riscoperta delle proprie risorse personali e sociali, e avendo come centro del proprio essere e fare la tutela delle giovani generazioni».
La scelta del tempo da passare online insieme passa anche dalla medicina della compagnia, ad esempio a Bolzano nell’ambito del progetto Ci sono anch’io, dove gli operatori danno supporto linguistico a famiglie migranti e contemporaneamente le aiutano a sentirsi meno sole. O come a Cagliari, dove il nostro referente per la Sardegna Alessandro Cuboni evidenzia come «presenza» sia «la parola chiave del 2020 e dell’anno appena iniziato. La modalità online ha permesso di evitare strappi e ha consentito di mantenere vivi i legami anche con gli adolescenti adottivi con cui, appena ci si è potuti vedere, con tutte le sicurezze del caso, guidati dalla nostra equipe psico educativa, abbiamo realizzato incontri in cui, è evidente, la cura principale che richiedono è quella dell’ascolto e della partecipazione».
*Marzia Masiello, Coordinamento sedi Italia Ai.Bi.
**Valeria Tomassetti, tirocinante Ai.Bi. dell’Università di Scienze Politiche di Siena
Pubblicato il 01/02/2021 su Vita.it al link: http://www.vita.it/it/article/2021/02/01/laccompagnamento-formativo-anche-quello-centra-con-la-salute/158163/
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