Far conoscere Napoli ai giovani stranieri, far conoscere i giovani stranieri a Napoli

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Tra gli obiettivi di Oltre l’approdo c’è far conoscere ai ragazzi la città al di là dei luoghi tipici dei migranti.

A Napoli Dedalus ha già attivato alcune delle attività previste dal progetto Oltre l’Approdo: i laboratori di alfabetizzazione linguistica e i primi colloqui per il tirocinio e tra poco avvierà l’urban trekking,  un’opportunità per far apprendere il territorio ai ragazzi in carico e farsi percepire dal territorio in maniera diversa, meno stereotipata e banale.

Come ci racconta Ilaria all’interno del centro Nanà “Abbiamo già avviato i corsi di italiano e il “corso di termoidraulica e energie rinnovabili”, questo già attivo con 9 ragazzi di varie nazionalità Kosovari, Albanesi, Bengalesi.” A breve partirà un laboratorio di urban trekking con produzione artistica artigianale. “I giovani stranieri avranno l’occasione di conoscere il territorio di Napoli, conoscere la città e sperimentare una produzione artistica, per lo più fotografica.”

Sono già iniziati anche i colloqui per l’orientamento al lavoro, come ci spiega Gennaro Curallo di Dedalus

“Dalla presa in carico del ragazzo viene aiutato a destreggiarsi autonomamente nel mercato del lavoro. Stiamo lavorando in tre step: Orientamento al lavoro, bilancio delle competenze e tirocinio.” Ma il lavoro non si limita alla formazione “Non puntiamo solo a acquisire competenze, in alcuni casi si instaura con le aziende che aprono ai tirocini un rapporto di lavoro vero e proprio.”

Glauco socio operatore Dedalus al Laboratorio Gomitoli, uno degli spazi di aggregazione della cooperativa, è entusiasta dell’avvio del progetto “Il progetto Oltre l’Approdo soddisfa i bisogno fondamentali di questi ragazzi: casa, formazione, socializzazione, inserimento lavorativo. Dall’orientamento abitativo, lavorativo, formativo, ogni azione incide direttamente sulla vita dei ragazzi.”

“Ci tengo a sottolineare uno degli aspetti chiave di questo progetto, le Attività di socializzazioni. Queste sono indispensabili per far vivere ai ragazzi quella adolescenza non vissuta e bilanciare processo di adultizzazione. Prendiamo in carico ragazzi che migrano e quando lo fanno devono necessariamente crescere, affrontare la strada: non vivono quella adolescenza e momenti di svago, come laboratori di fotografia, teatro, musica, cinematografia e altre attività socializzative, che gli permettono di vivere la loro età giovanile.”

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