La testimonianza di Yasmine

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Questa è la storia di una ragazza Yasmine (nome di fantasia) che, come tante altre, ha affrontato difficoltà e sfide. Una storia che, attraverso il progetto Navigazioni, ha trovato un nuovo percorso di crescita e speranza.

Ma facciamo un passo indietro e partiamo dal presupposto che, a quattordici anni, ero una ragazza facilmente influenzabile, senza una vera e propria personalità. Posso dire che è stato l’arrivo alle superiori a segnare una svolta: mi ero attaccata alle persone più “popolari”, convinta che uscire solo con quelli che conoscevo bene fosse la cosa giusta per me.

Poi è arrivato il Covid, e quella che sembrava una semplice chiusura temporanea delle scuole si è trasformata in una tortura. Per molti è stato un periodo di distacco e perdita di rapporti, ma per me è stato esattamente il contrario. Ho legato tantissimo con un gruppo di ragazzi, passavamo tutto il nostro tempo insieme, 24 ore su 24, al telefono. Eravamo inseparabili.

L’estate del primo anno di pandemia è stata un punto di svolta. Con il primo via libera, ho cominciato a uscire sempre di più con loro. Ho dei ricordi confusi di quella serata estiva, un momento tra amiche che, purtroppo, è evoluto in qualcosa che non avrei mai immaginato. A settembre, mi sono ritrovata sotto indagine per cyberbullismo, per un video che avevo registrato, un’aggressione da parte dei ragazzi con cui avevo appena iniziato a legare. Quella che sembrava una semplice amicizia si è trasformata in qualcosa di devastante.

Le cose sono successe così in fretta che ero completamente confusa. I giornali, con un atteggiamento razzista e denigratorio, hanno attaccato la mia persona, scatenando l’odio dei miei coetanei che hanno ripubblicato gli articoli sui social, diffondendo ancora di più la vergogna. I messaggi, le minacce, le chiamate sono diventate quotidiane.

A quel punto, ho deciso di chiudere i rapporti con quasi tutte le persone che conoscevo nella mia città. Ho imparato a dipendere da me stessa, a stare sola, a preferire leggere un libro il sabato sera invece di uscire. Ma questo isolamento ha portato anche dei problemi: ho iniziato a trascurare me stessa, ho preso peso e ho perso il controllo sul cibo. L’autostima che avevo da ragazzina era svanita, e mi sono ritrovata a guardarmi allo specchio e a non riconoscere più quella che ero.

Eppure, un po’ per caso e un po’ per destino, qualcosa è cambiato grazie al progetto Navigazioni. Partecipare a questa iniziativa mi ha dato l’opportunità di conoscere altre persone, di rimettermi in gioco in un contesto che mi ha fatto riscoprire la mia forza interiore. Non è stato facile, ma le esperienze condivise con altri ragazzi mi hanno aiutato a guardare alla vita con occhi diversi. Ho imparato a vedere il valore in me stessa e a dare meno importanza a ciò che gli altri pensano. Oggi, posso dire con certezza che, se non avessi preso parte a Navigazioni, la mia vita sarebbe stata molto diversa, e probabilmente sarebbe stata ancora più difficile.

Grazie a Navigazioni, non solo ho ritrovato la fiducia in me stessa, ma ho anche compreso che ogni difficoltà può diventare un’opportunità per crescere e migliorare. Il progetto mi ha insegnato a non arrendermi mai e a guardare al futuro con speranza.

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