“Musicoterapia e discipline integrate a supporto del bambino ospedalizzato” riparte in presenza

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Riprende in presenza il progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile di “Musicoterapia e discipline integrate a supporto del bambino ospedalizzato”: capofila l’Associazione Echo Art all’Istituto Giannina Gaslini Genova, Ottobre 2021- E’ ufficialmente ricominciata in presenza nei reparti previsti, oltre che all’Hospice pediatrico il Guscio e alla Casa dei Capitani Coraggiosi dell’ABEO (Associazione Bambini Emato Oncologici), l’iniziativa socio-sanitaria diretta da Echo Art “Musicoterapia e discipline integrate a supporto del bambino ospedalizzato” presso l’Istituto Giannina Gaslini, il progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

Un autunno nuovamente a pieno ritmo, dopo le restrizioni di norma per la prevenzione e il contenimento del Covid-19, a cui è venuta in soccorso la tecnologia, tramite appositi moduli di attività online realizzata con la distribuzione di tablet ai piccoli degenti, soprattutto per incrementare e ristabilire pratiche positive di supporto relazionale. E’ ripresa la calendarizzazione per fasce d’età: fino a sei anni, dai sette agli undici, dai dodici ai diciotto.

Un lavoro di squadra -soprattutto nei reparti di onco-ematologia e neuropsichiatria infantile, ampiamente diversificato, tanto che sono diverse le realtà che configurano e completano il progetto: l’Associazione Echo Art in qualità di capofila responsabile ed ideatrice in stretta collaborazione con l’APIM (Associazione Professionale Musicoterapisti), l’Art Therapy Italia, l’ANUPI Educazione per la psicomotricità, la Fondazione Edo ed Elvo Tempia per la formazione e monitoraggio, l’Università Salesiana di Torino per la valutazione d’impatto, alcune Associazioni accreditate presso l’Istituto Giannina Gaslini, come Il Sogno di Tommi, ABEO (Associazione Bambini Emato Oncologici), Braccialetti Bianchi e il Comune di Genova per le attività e le connessioni con le scuole. Oltre al Bando “Un passo avanti” selezionato dalla Fondazione Con i Bambini, il progetto ha inoltre il contributo dell’8×1000 Chiesa Valdese e dell’Associazione Antonio Lanza.

«Abbiamo sperimentato pratiche terapeutiche on line ( musicoterapia e arteterapia)-spiega l’ideatore e responsabile Davide Ferrari di Echo Art – in un anno segnato dall’emergenza Covid, che ci ha permesso di supportare piccoli pazienti, cercando di contribuire a riempire vuoti. Vuoti che generano autoisolamento, che spesso si riscontra già durante la malattia. La sfida è stata duplice, ma abbiamo trovato la completa sinergia del personale sanitario e di tutti coloro che, a vario titolo, lavorano in questo ambito. Il ritorno in presenza, che ormai possiamo definire consolidato durante ottobre, accende ancora di più l’entusiasmo di tutti i caregiver, gli specialisti, i docenti che adoperano professionalmente la musicoterapia, l’arteterapia e la psicomotricità quale apporto ulteriore nei processi di cura ospedalieri. L’attenzione da settori anche differenti dal filone strettamente sanitario ci conforta, facendoci capire che stiamo lavorando nella giusta direzione: penso alla donazione dei mesi scorsi proveniente dall’album charity “Rifilastrocche in Cielo e in Terra” ideato dal giornalista musicale Francesco Locane ; alla formazione e al lavoro che lo staff dedica al progetto; all’attenzione dei genovesi che nel mese prossimo vedrà anche un importante contributo nel parco strumenti in uso, come un pianoforte che verrà messo a disposizione del Gaslini.

Credo sia importante segnalare qui la preparazione di un gruppo di lavoro specifico rivolto al disagio degli adolescenti e ai diffusi comportamenti autolesionistici. Secondo gli ultimi dati dell’Unicef del rapporto intitolato ‘ La Condizione dell’infanzia nel mondo’, un adolescente su sette convive con una condizione di disturbo mentale diagnosticato che porterebbe quasi 46mila adolescenti ogni anno al suicidio e che in Europa occidentale è la seconda causa di morte tra i giovanissimi, dopo gli incidenti stradali. Un problema sociale e un effetto a onda lunga del lockdown e della pandemia che ci fa sempre più riflettere sull’importanza dell’assistenza, della prevenzione e su un concetto di cura a maglie larghe, che includa davvero la persona nella sua globalità, incentivando tutte le azioni positive, le associazioni e le pratiche di caregiver che presidiano il territorio».

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