Nei laboratori con le ragazze e i ragazzi del territorio che partecipano al percorso di Locride Educante 4.0. L’emozione dell’ascolto attivo

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Lavorare con le ragazze e i ragazzi coinvolti nel percorso di costruzione della comunità educante non consiste nel dare loro indicazioni organizzative, è piuttosto imparare grazie a loro e con loro”. Così si sono espressi gli operatori e gli educatori che supportano il percorso di  “Locride educante 4.0” al termine delle sessioni realizzate con i giovani. E’ successo anche in occasione dell’incontro con Marco Rossi Doria lo scorso 13 novembre.

Durante l’evento di lancio pubblico del progetto si è tenuto un partecipato laboratorio parallelo di studenti del territorio che, con metodologia world cafè, hanno elaborato le loro proposte sul tema della costruzione della comunità educante, alimentando la discussione e facendosi portatori delle proprie istanze. Proposte poi esposte nei lavori della plenaria.

Le proposte degli studenti sono state caratterizzate da un grande senso di pragmatismo. Non sono state espresse richieste utopiche o legate alla voglia, legittima, di pensare a propri spazi esclusivamente ludici. Hanno avanzato richieste molto concrete legate alla propria formazione utile ad un inserimento lavorativo e alla necessità di sviluppare il proprio senso critico e di condivisione delle ambizioni. Hanno sottolineato l’esigenza di politiche pubbliche rivolte al diritto allo studio e tese ad avere un maggior numero di borse di studio, spiegando che le famiglie monoreddito che caratterizzano la maggior parte della popolazione della Locride, non possono sostenere le loro ambizioni a partire dagli studi universitari.  Hanno espresso la necessità di poter avere esperienze di alternanza scuola lavoro più efficaci in ambienti di reale apprendimento rispetto a quanto avviene attualmente nelle scuole, hanno sottolineato la necessità di luoghi dove esprimersi come persone e sviluppare autonomamente i propri interessi, la richiesta di un sistema di trasporti pubblici territoriali che consenta loro la mobilità pomeridiana. Insomma, un vero e proprio vademecum su come sostenere le loro ambizioni, i loro progetti e le loro aspettative che si aspettano trovi risposte da parte delle istituzioni e del mondo adulto in generale.

Nel corso del laboratorio è stato emozionante vederli all’opera: organizzati, propositivi, divertenti ma concentrati e consapevoli allo stesso tempo. Dopotutto stavano parlando del proprio futuro: “Come ti vedi tra 5 anni?”. E’ impegnativo rispondere per ragazzi e ragazze tra i 16 ed i 18 anni. Hanno così cominciato a pensare liberamente alle proprie ambizioni e agli ostacoli che impediscono loro di arrivarci. Si sono ritrovati a tavoli che si alternavano ogni 20 minuti, permettendo a tutti di parlare con tutti, senza trascurare stimoli e idee differenti. Ad un wall hanno poi consegnato le parole chiave e gli spunti di riflessione, lavorando a raccogliere e sintetizzare. Hanno poi portato in plenaria le loro indicazioni, mettendo in mano agli adulti partecipanti al dibattito sulla comunità educante territoriale, oltre 200 persone, un compito, un obiettivo, un vero e proprio mandato da eseguire.

(Marco Rossi Doria con Francesco Mollace fa visita ai ragazzi durante i lavori del loro laboratorio)

 

Marco Rossi Doria incontra i ragazzi nel loro laboratorio

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