Le consulenze psicologiche di Lenu: la storia di Elena e delle sue conquiste
di lorsamaggiore
La storia
Elena arriva in consulenza dalla psicoterapeuta Laura Riera della Fondazione Eos, nostro partner di progetto, attraverso Legami Nutrienti a cui i servizi socio sanitari del territorio si sono rivolti per sostenerla nella sua terza gravidanza, arrivata tra capo e collo, senza nessuna programmazione. La notizia di aspettare un altro bambino all’età di 42 anni la destabilizza, avendo trovato, ora, un equilibrio nella gestione dei due figli che hanno 12 e 7 anni.
Il matrimonio di Elena non appare un’unione troppo problematica: il marito è descritto come un uomo generoso che la ha aiutata ad aprirsi un’attività in proprio consentendole di essere autonoma e, al tempo stesso, molto presente nell’organizzazione quotidiana dei suoi bambini che difficilmente riesce ad affidare ad altri. Ma il marito è anche descritto come una persona ipocondriaca che, secondo Elena, influenza l’umore di Giulio, il primogenito, che soffrirebbe di ansia perché suggestionato dal papà.
In casa, quella dell’infanzia di Elena, la famiglia non vive da sola: è presente sua mamma, donna molto attiva nonostante l’età, e figura ingombrante che la fa sentire perennemente sotto giudizio: la casa deve essere sempre in ordine, tutto perfetto. Per Elena riposare o mollare per un attimo è impossibile se non quando sua madre è ospite della sorella.
Il percorso
Nel corso degli incontri di sostegno, la psicoterapeuta, in accordo con Elena, lavora sulla sua autonomia dalla figura materna e, seppur a fatica, la futura mamma riesce a tracciare dei confini tra la sua famiglia di origine ed il suo attuale nucleo familiare. Confini necessari per consentire ad Elena di non sentire su di sé il carico dell’organizzazione e della felicità di tutto il sistema familiare allargato, soprattutto in un momento in cui sta per fare ingresso nella sua vita una nuova, piccola, creatura.
In seduta viene fuori che il senso di responsabilità e di controllo di Elena nasce quando in età scolare muore una sorella di 13 anni, travolta da un’auto sulle strisce pedonali. Questo evento terribilmente traumatico è un punto di non ritorno per tutta la famiglia, e fa sprofondare suo padre in uno stato di tristezza perenne. Elena riconosce nel suo papà una figura molto buona e saggia, ma sente che la tragedia della sorella ha cambiato per sempre il suo rapportarsi alla vita, così, decide di farsi carico di tutti per sollevare il padre da altri problemi. Alla sua morte, altro evento traumatico per Elena, lei si attribuisce il mandato di cura in nome del padre nei confronti della mamma e dei fratelli. Sulle sue piccole spalle doloranti, ora c’è tutto il mondo.
I benefici
Elena trae subito beneficio dagli incontri grazie al suo modo di affidarsi e di vivere il setting con grande partecipazione, e, creati i confini, ne avverte subito gli effetti positivi ammettendo che il non sentirsi più sempre in colpa per tutto le crea finalmente un po’ di serenità anche nella relazione con il marito.
Il momento più sorprendente, è stato quando con semplicità è riuscita ad attuare dei piccoli movimenti nella relazione con la figlia che hanno consentito alla bambina di recuperare un’autonomia che Elena non credeva possibile.
La paziente accoglie il consiglio di confrontarsi con l’ostetrica del centro e con il pediatra, e riesce a trarre profondo beneficio da entrambe le relazioni di aiuto.
Sta per avvicinarsi il grande evento del parto, e il percorso di consulenza, giudicato soddisfacente da entrambe le parti, si sospende con il risultato, ad oggi, che Elena ha ritrovato anche per il nuovo nascituro l’entusiasmo e la disponibilità affettiva dei due precedenti parti.
Ma si verifica un imprevisto: la sedazione scelta da Elena le causa dei problemi post parto che la costringono al pronto soccorso e a diversi giorni di ricovero.
Questa volta è il marito a rivolgersi alla Fondazione Eos per raccontare l’accaduto e per chiedere un supporto a sua moglie a cui, da subito, vengono offerti colloqui telefonici e in video chiamata sia dalla terapeuta che dall’ostetrica.
Anche in questa circostanza la neomamma riesce a trovare una modalità di ripresa, e utilizza questa disavventura per scoprire di potersi fidare del marito che le offre un valido aiuto sia personale che genitoriale. Così impara ad affidarsi e a demandare ruoli e impegni, cosa inimmaginabile fino a poco tempo fa.
Oggi il percorso di Elena resta aperto in vista di un accompagnamento post parto, e di una supervisione per consolidare i successi raggiunti. È una fase importante, questa, perché consente ad Elena di continuare a sentirsi accompagnata pur riuscendo a camminare da sola insieme con la sua famiglia diventata più grande.
‘Ero talmente immersa nel sobbarcarmi dei pesi di tutta la mia famiglia – dice Elena – da non rendermi conto che mi avevano schiacciata. Ora sono più consapevole, e sento di riuscire a far fronte alle difficoltà in modo diverso. Questo percorso di sostegno è stato una vera e propria manna dal cielo non solo per me’.
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