Lo sportello ASCOLTARSI a Terrasini: Prevenzione del disagio e salute per il benessere psicofisico.

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Per gestire con efficacia l’eterogeneità delle richieste che arrivano allo sportello d’ascolto situato presso l’Istituto Comprensivo Statale “GIOVANNI XXIII” di Terrasini, è stata prioritaria un’attenta analisi dei bisogni e delle motivazioni di ciascun utente.

Uno spazio di supporto alla genitorialità deve poter innanzi tutto creare le condizioni per avviare un percorso in cui vengano riconosciute le motivazioni che hanno innescato il problema. 

La psicologa in quest’articolo si sofferma  su due casi trattati che hanno richiesto interventi mirati e un’attenzioneparticolare alla storia personale dei soggetti coinvolti.

Un bambino ha perso la mamma e vive con la nonna, il padre non sempre può occuparsi di lui, ha un lavoro, una nuova compagna e si sforza di fare del suo meglio, per fortuna la nonna gli dedica molto del suo tempo e lo accudisce con amore, ma non accudisce solo lui, anche un’altra delle sue nipoti per altri motivi non può stare con la sua mamma e il carico diventa difficile da gestire.

Subire un lutto importante durante l’adolescenza, provoca una prolungata fase di dolore, incredulità e smarrimento.

Il lutto di un genitore in questo caso ha rappresentato un cambiamento radicale all’interno della famiglia, il cambiamento ha unito ma anche diviso i membri della famiglia: i rapporti personali si sono modificati, la relazione con il papà è frammentaria e lascia un forte bisogno di affetto e di conferme.

Un ragazzo ha perso la famiglia, nessuno dei genitori è morto ma lui si trova ugualmente a dover elaborare sentimenti connessi alla perdita, allo smarrimento che una separazione di coppia può comportare e che per molti aspetti richiama l’esperienza del lutto.

Prova rabbia, ostilità, esclusione.  È necessario favorire un’effettiva elaborazione della separazione di fatto avvenuta ma non realizzata. In sintesi, questa operazione va nella direzione di produrre una riduzione della conflittualità nella coppia genitoriale garantendo il prosieguo del lavoro parentale, ripristinando una comunicazione funzionale tra le parti. Il riconoscimento dell’altro genitore, delle sue differenze e delle sue peculiarità, come è noto è un principio cardinale della bigenitorialità che si basa sostanzialmente sul diritto del minore a mantenere rapporti con entrambi i genitori da cui ne consegue il dovere dei genitori a consentire che questo accada.  Rispetto a quanto descritto, dal punto di vista dell’operatività clinica, è stato necessario un intervento di supporto alla genitorialità, una particolare attenzione alle manifestazioni di malessere a carico del figlio, coinvolto in dinamiche dolorose e traumatizzanti.

In entrambi i casi sembra che l’accudimento sia sacrificio e nel sacrificio non c’è mai bene, non c’è mai gioia, il sacrificio mortifica la vita. In questo senso i figli di genitori separati e gli orfani accuditi da altri familiari devono dare testimonianza di un’esperienza vitale della propria esistenza non segnata dal peso di un sacrificio senza speranza. In questa prospettiva il sostegno e il supporto alla genitorialità possono rappresentare per chi è sofferente, l’occasione per riconnettersi al filo di quel sentimento che lega alla vita, ritrovando il desiderio di stare al mondo con creatività e progettualità.

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