L’educazione digitale al centro dell’Atelier Proform all’IC “Città dei Bambini” di Mentana
di La Lanterna di Diogene Coop. Sociale Onlus
La scorsa settimana, nell’IC Città dei Bambini di Mentana, l’Atelier Proform del progetto “L’Atelier Koinè” (che prevede un percorso di formazione per docenti) ha aperto le porte al professor Alessandro Tariciotti, digital coach e media educator, che ha trattato i temi legati all’educazione digitale.
L’obiettivo era accorciare il divario tecnologico di generazioni troppo distanti. L’uso dei device è sempre più frequente negli adolescenti, la fascia di età degli user si sta ampliando anche ai bambini, tanto che diventa sempre più impellente continuare ad informare sull’argomento.
L’ultimo rapporto “Eurydice” affronta la necessità di sviluppo delle competenze specifiche degli insegnanti nell’arco della loro carriera così come la valutazione delle competenze digitali degli alunni e l’utilizzo di tecnologie digitali per la valutazione.
Il rapporto in questione getta luce su due prospettive diverse ma complementari dell’educazione digitale: lo sviluppo di competenze digitali importanti per alunni e insegnanti da un lato, e l’uso pedagogico delle tecnologie per supportare, migliorare e trasformare apprendimento e insegnamento dall’altro.
Il 92% degli studenti racconta di aver discusso con i docenti di temi legati all’educazione digitale. Fondamentale per una generazione in cui solo il 4% si definisce “poco connesso”. Così, tra chi incappa in episodi di bullismo online, il 77% segnala o ne parla con un adulto, mentre 2 su 5 contribuiscono a combattere le fake news, quando ne riconoscono una. Questo invece quanto emerge dalla ricerca di “Generazioni Connesse” curata da Skuola.net, Università “Sapienza” di Roma e Università di Firenze in occasione del Safer Internet Day 2020.
Insomma, i dati parlano chiaro: la necessità di formarsi nell’ambito digitale è oramai una priorità richiesta ai docenti, in modo che si possa affrontare un nuovo livello di comunicazione e conoscenze legato agli adolescenti.
Il lavoro di formazione proposto dal dottor Tariciotti è stato un vero e proprio confronto a 360 gradi sull’educazione scolastica e quello che si potrebbe fare per affascinare i ragazzi attraverso l’utilizzo consapevole della rete.
Si è parlato, inoltre, dei rischi della rete, fino a condividere gli aspetti di fenomeni rilevanti come quello degli “hikikomory”. Lo stare sempre connessi, l’utilizzare continuamente filtri e un livello di comunicazione alterata da strumenti digitali, sta cambiando in modo importante la realtà dei ragazzi: la sensazione è che non si riescano ad attuare relazioni e sentimenti che non hanno più gli stessi filtri che gli impongono gli strumenti tecnologici.
In realtà la “generazione Z”, rinchiude un’ estrema fragilità ed un bisogno smodato di entrare di entrare in relazione, per sopperire (neanche a dirlo) ai vuoti lasciati da strutture familiari sempre più fragili o meglio che si compongono su dinamiche del tutto nuove rispetto a qualche generazione fa.
Altro elemento da non sottovalutare è la velocità che gli strumenti tecnologici impongono, una velocità di contatto, di rappresentazione a volte alterata di una realtà per essere piacevoli e piacenti. Su questi temi e altri ancora, si sono interrogati i docenti dell’Istituto “Città dei bambini” di Mentana, con lo scopo di rendere il web un luogo migliore su cui lavorare e condividere.
Per riuscire in questo obiettivo c’è bisogno che quante più persone possibile condividano questa sfida, facendo in modo che i mass media trattino l’argomento e facendo sì che presidi e comitati genitori decidano di portare nelle scuole l’educazione digitale come azione prioritaria.
“Possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma niente, assolutamente niente, sostituisce lo sguardo dell’essere umano”. Paulo Coelho
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