I traguardi della comunità educante mantovana protagonisti al seminario del progetto “I migliori anni della loro vita”
di fondazionecomunitadimantova
Intreccio di esperienze al centro dell’evento del 17 maggio organizzato dalla cabina di regia con capofila la Fondazione Comunità Mantovana. 11 le comunità educanti facilitate attraverso l’iniziativa. Previsto un festival diffuso a primavera 2025.
Valorizzare e promuovere le comunità educanti formando coloro che hanno una responsabilità su questo fronte è uno degli obiettivi cardine del progetto “I migliori anni della loro vita”. Quest’ultimo è stato selezionato dall’impresa sociale “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile, finanziato dal bando “Comunità educanti”.
I partner del progetto, di carattere provinciale, sono in tutto 42 e coinvolgono cooperative, scuole, enti pubblici, realtà del terzo settore, dell’ambito sanitario e del mondo produttivo. Capofila è la Fondazione Comunità Mantovana, la cabina di regia è costituita dalle cooperative sociali Alce Nero, Arché, Ippogrifo e Simpatria.
Comunità educanti mantovane: il confronto al centro del seminario
Uno degli ingredienti cardine per garantire linfa alla comunità educante è proprio il confronto. Il 17 maggio la cabina di regia del progetto ha così realizzato un seminario dedicato agli addetti ai lavori. L’evento si è tenuto nella sede della Fondazione Comunità Mantovana. Obiettivo centrale: condividere i traguardi scaturiti dal percorso “Facilitatori Comunità Educanti” e le esperienze che stanno prendendo vita grazie ad esso.
Il corso FaCE, realizzato sul territorio mantovano e durato 64 ore, ha infatti coinvolto 15 partecipanti, di cui in prevalenza educatrici e assistenti sociali, in 6 laboratori di carattere formativo esperienziale. Finora sono 11 le comunità educanti sul territorio mantovano facilitate dalle figure formate attraverso questa iniziativa. Attraverso l’immancabile elemento della partecipazione sono state raccontate diverse esperienze.
“Il progetto è molto rilevante per la nostra Fondazione perché si propone di valorizzare i gruppi e i tavoli di soggetti ed enti che hanno responsabilità nel garantire il benessere e la crescita di ragazze e ragazzi, promuovendo iniziative per contrastare la povertà educativa”, ha sottolineato in apertura il presidente della Fondazione Comunità Mantovana Carlo Zanetti.
Mauro Colombo della cooperativa sociale Alce Nero ha in seguito presentato una panoramica del progetto attraverso i passaggi cardine. Cristina Bertazzoni, consulente del progetto e formatrice del percorso, ha gestito un approfondimento. “La figura del facilitatore della comunità educante rappresenta una risorsa sia per creare connessioni dentro le stesse organizzazioni di appartenenza sia per il territorio”, ha evidenziato. “Questa figura ha inoltre la capacità di gestire eventuali criticità con l’obiettivo di costruire comunità educanti”. Altro momento coinvolgente è stato l’intervento di Alessandra Brunoni della cooperativa Ippogrifo. “All’inizio eravamo membri di un gruppo, durante questo percorso abbiamo imparato a metterci in discussione e a lavorare veramente insieme”, ha raccontato. “Il gruppo dei FaCE sta continuando a confrontarsi attraverso scambi, momenti conviviali e supervisioni. Il nostro obiettivo è di fare qualcosa per i giovani, per promuovere il loro benessere e superare il disagio”.
Esperienze di comunità educanti
Cuore pulsante dell’evento sono state poi le tre esperienze FaCE, veri e propri racconti di comunità educante.
La prima è illustrata da Matilde Bonatti di ASST Mantova e da Lorenzo Cattalani della cooperativa sociale Alce Nero. Lorenzo Cattalani ha raccontato al pubblico il progetto del Consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze di Mantova. Protagonisti sono gli studenti delle scuole medie. “Stiamo portando avanti un laboratorio di futuro con l’intento di dare voce ai preadolescenti per farli sentire parte attiva di un cambiamento e non solo destinatari”, ha spiegato. “Qual è la città del futuro che desiderate?”: è questa la domanda che i ragazzi si sono sentiti rivolgere, dando voce ai loro desideri. I giovani in seguito incontreranno la giunta raccontando ciò che vorrebbero per il territorio. Le parole che sono emerse dai ragazzi durante questo percorso sono: orgoglio, entusiasmo, felicità e possibilità.
Matilde Bonatti ha di seguito illustrato il lavoro di sinergia e insieme valorizzazione che vede come protagoniste le donne di origine straniera che abitano nel quartiere di Lunetta. Un percorso che procede passo dopo passo intrecciando condivisione e confronto.
La seconda esperienza ha visto come protagonisti i racconti di Monica Entati della cooperativa sociale Simpatria e da Arianna Ansaloni dell’Informagiovani Suzzara. Hanno parlato di scuola come “luogo in cui coltivare semi di comunità e futuro”. Partendo dal progetto “Volontariamente”, che nel 2023 ha coinvolto 134 giovani in realtà associative, è stata posta l’attenzione sul lavoro di facilitazione per cambiare prospettiva. “È importante far capire a chi già opera nelle associazioni che il volontariato giovanile non è una risposta di emergenza a necessità impellenti ma una risorsa da valorizzare”, è stato sottolineato.
Giovani al centro delle esperienze
La terza esperienza è stata presentata in maniera articolata da Jessica Vanni della cooperativa sociale Arché e da Adesuwa Igbinosa di ASPA. Sul podio dell’attenzione le iniziative del Tavolo delle politiche giovanili dell’asolano, nato anni prima con il bando “La Lombardia è dei giovani” e ripartito a febbraio 2024. “Il nostro grande obiettivo è rilanciare le politichi giovanili del territorio per rendere i giovani non solo protagonisti ma essi stessi fautori del futuro”, ha evidenziato Jessica Vanni. La comunità educante che si sta costruendo coinvolge i 12 Comuni dell’asolano. Altra notizia positiva è che diversi giovani cittadini hanno chiesto di partecipare attivamente a questo confronto. Operativamente il gruppo si ritrova con una cadenza mensile. “Facilitare significa permettere a tutte le realtà di esprimere il loro pensiero in un’ottica di continuità”, hanno spiegato le referenti.
Ulteriore momento cardine del seminario è rappresentato dal workshop dal titolo “Il valore del facilitatore della comunità educante nell’ambito della propria organizzazione e a livello di rete provinciale”, sempre a cura di Cristina Bertazzoni.
In occasione dell’evento è stata lanciata la notizia relativa al festival diffuso della comunità educante che si terrà sul territorio mantovano a primavera 2025 regalando diverse sorprese.
Articolo di Sara Bellingeri – Ufficio stampa progetto “I migliori anni della loro vita”
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