Crisi degli adulti e riscatto delle nuove generazioni: intervista con Stefano Laffi
di fondazionecomunitadimantova
A ConEduca l’evento con il sociologo Stefano Laffi
Prosegue il viaggio del festival ConEduca che approda in provincia con nuovi appuntamenti, tutti gratuiti, sui territori di Castel Goffredo e Asola (per iscriversi www.coneducafestival.it).
Proprio domenica 6 aprile a Castel Goffredo, nella sala consiliare (piazza Mazzini, 1), il sociologo Stefano Laffi parlerà di “Crisi degli adulti e riscatto delle nuove generazioni”. Si proseguirà il confronto con il Tavolo delle Politiche Giovanili dell’asolano e con il Tavolo Preadolescenti di Castel Goffredo, prevedendo anche un aperitivo conviviale. L’evento si terrà dalle 10:30 alle 12:30 e si svolgerà nell’ambito dell’iniziativa “Libri Sotto i Portici”.
Stefano Laffi è sociologo e ricercatore sociale nel contesto della cooperativa “Codici” di Milano e ha insegnato sociologia nelle principali università milanesi. Da anni cura progetti di partecipazione e presa di parola da parte della cittadinanza, nonché incontri di progettazione e rigenerazione di centri
giovanili, scuole, biblioteche e spazi pubblici, partendo dai desideri di chi li abita. Autore di diversi articoli e libri, si occupa di mutamento sociale, culture giovanili, processi di emarginazione, consumi e dipendenze.
Con Stefano Laffi ci siamo confrontati attraverso un’intervista dedicata proprio al tema focale dell’evento e che coinvolge fortemente il dibattito attuale.
La crisi degli adulti e il nuovo sistema di saperi
In un periodo che spesso stigmatizza l’adultità e in un Paese che tende sempre più a inglobare le persone nel termine “giovani”, chi sono innanzitutto gli adulti di cui si parlerà durante l’incontro?
“Sono i genitori che rientrano nella fascia di età che va dai 35 ai 60 anni” spiega Stefano Laffi. “Quando parliamo di genitori ci riferiamo a un ruolo che tende ad avere un atteggiamento normativo al contrario dei nonni che invece si mettono, per così dire, il cuore in pace sul fronte del tentativo di modellare il comportamento dei ragazzi e delle ragazze. Sono esperienze fondamentalmente diverse.”
In che cosa si configura questa crisi degli adulti e da dove scaturisce in particolare?
“La crisi scaturisce dal fatto che stiamo vivendo un periodo di forti e rapidi cambiamenti caratterizzati da una velocità crescente” sottolinea. “Stare in questo tempo richiede di essere molto informati, lucidi e allo stesso tempo consapevoli di tutto quello che succede. La velocità del cambiamento ribalta il sistema dei saperi e può capitare che un quindicenne ne sappia più di un trentenne il quale magari ne sa a sua volta più di un cinquantenne. Questo ribaltamento dei saperi e delle competenze scardina la dinamica di una società basata sul criterio dell’età e mette spesso in crisi gli adulti, i quali vorrebbero assumere un ruolo di guida nei confronti delle nuove generazioni sentendo al contempo di non riuscire ad esercitarlo e per i motivi menzionati. L’adulto fatica ad accettare questo aspetto, soprattutto per lo sguardo normativo di cui parlavo prima. Le conseguenze sono varie: ci sono adulti che si irrigidiscono oppure fanno ammutinamento rispetto al loro ruolo. Parlo a questo proposito non solo dei genitori ma anche degli insegnanti e in generale di chi esercita un ruolo educativo. Tutto ciò scatena la sensazione di crisi.”
Possiamo però dire che c’è anche un aspetto positivo in questa crisi perché in qualche modo scardina alcuni “verticalismi” e che mette KO anche lo stereotipo secondo il quale l’età coincide con il sapere di meno o di più?
“Quello che serve in un tempo che cambia non lo sa nessuno, per questo sono d’accordo sul risvolto positivo. Credo infatti che il modello attuale di comunità sia quello che riesce a convocare tutti i saperi in modo laico e attraverso una logica quasi paritaria. Questo aspetto per alcuni adulti è difficile da accettare quando in realtà è proprio importante confrontarsi con esso.”
La narrazione stereotipata su genitori e insegnanti alle prese con un periodo complesso
C’è uno stereotipo diffuso che porta a giudicare l’attuale generazione di genitori – che vive una condizione lavorativa, economica e sociale ben diversa da quella precedente, la quale ha avuto spesso il supporto di una rete familiare per crescere i figli e contratti più sicuri – secondo situazioni appartenenti al passato e non più esistenti. Anche questo è un elemento che genera crisi e conflitto?
“In questi tempi c’è un attacco generalizzato alla genitorialità che mi lascia perplesso” riflette Stefano Laffi. “Nella mia attività divulgativa ho parlato e parlo tuttora di crisi degli adulti ma allo stesso so bene e comprendo quanto sia complesso fare i genitori oggi senza l’appoggio dei nonni e di una rete familiare e dovendo conciliare vari aspetti. È comprensibile allo stesso tempo la fatica dell’insegnante nel tentativo di tenere insieme le relazioni in classe. Da parte dei genitori io colgo spesso una buona fede, magari a volte maldestra, nel cercare di fare la cosa giusta per i figli e sicuramente si dimostrano più presenti rispetto alla generazione che li ha preceduti. Dall’altro lato penso che la famiglia in qualche modo sia salvata dai ragazzi stessi che la definiscono un contesto affettuoso, protettivo e fatto di sacrifici per loro.”
Purtroppo c’è una narrazione, anche da parte di coloro che si definiscono esperti, che va a colpire i genitori e che risulta anche contraddittoria. I genitori di oggi vengono spesso accusati di essere troppo presenti e per altri versi assenti o incapaci: che cosa ne pensa?
“Sì, esiste questa narrazione ma non credo sia giusto attivare una dinamica che punta alla ricerca di un colpevole. Semmai è fondamentale la ricerca di un dialogo e di una consapevolezza del cambiamento. Penso che oggi la vera sfida sia tenere insieme le diverse generazioni.”
Il riscatto delle nuove generazioni e l’avventura della conoscenza
Arrivando al cuore focale del tema, il riscatto delle nuove generazioni da cosa è dato e promosso?
“Il nuovo tempo, caratterizzato da grandi trasformazioni, avvantaggia le nuove generazioni perché le rende più cittadine del nuovo e del cambiamento mentre una società statica avvantaggia chi ha più anni” evidenzia Stefano Laffi. “Il riscatto deriva quindi proprio dall’avventura della conoscenza che è inevitabile quando le cose cambiano. Penso infatti sia anche molto bello essere genitori in questo tempo perché anziché proporre qualcosa di già sperimentato e vissuto si cerca di capire insieme ai figli che cosa poter fare. Il genitore che ad esempio anziché dire ״Fai come me״, parte per raggiungere il figlio che magari è andato a vivere all’estero, sperimenta insieme al figlio stesso un nuovo contesto e soprattutto una nuova fase di vita all’insegna della scoperta. Questo tempo riscatta non solo le nuove generazioni ma in qualche modo libera tutti, come a nascondino, promuovendo la circolazione dei saperi che è la forma più intelligente per abitare il tempo attuale.”
Articolo di Sara Bellingeri – Responsabile Ufficio Stampa Festival ConEduca
