Ruolo e competenze dell’assistente sociale per la definizione di un sistema di governance territoriale 0-6 anni

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La costruzione dei livelli essenziali delle prestazioni in ambito sociale (LEPS), diventata un obiettivo strategico con l’art. 22 della legge 328/2000, prende avvio con il riconoscimento organico della presa in carico dei servizi sociali professionali, con la legge 33/2017 sull’inclusione attiva, per concludersi con la legge 178 del 2000 che definisce l’assistente sociale livello essenziale in tutti gli ATS del Paese. Ma se la norma stabilisce parametri quantitativi quali precondizione a garanzia dell’efficientamento dei servizi sociali pubblici, spetta alla comunità professionale assicurare adeguati livelli di competenza.

L’adesione di Fondazione Nazionale degli Assistenti Sociali (FNAS) al progetto Il Buon Inizio: crescere in una comunità educante che si prende cura, presentato da Save the Children e finanziato da Con i Bambini attraverso il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile rappresenta una duplice occasione: rafforza la ricerca e la sperimentazione di un profilo professionale per l’assistente sociale qualificato nella fascia 0-6 anni; individua un modello procedurale per il coordinamento “istituzionale” della comunità educante 0-6, partendo da tre aree assolutamente diverse, come Moncalieri, Tivoli e la Locride e attivando un confronto strutturato tra le componenti sociale, educativa e sanitaria.

Volendo semplificare, è possibile ridurre l’attività della FNAS a tre macrofasi:

  • La costruzione della rete della comunità professionale, che comprende le assistenti sociali impegnate nelle tre aree sperimentali e i CROAS Piemonte, Lazio e Calabria, per assicurare lo scambio di buone pratiche e la successiva diffusione del modello;
  • La formazione, in modalità webinar e in presenza, rivolta sia ad assistenti sociali impegnati nei servizi professionali, sia nel privato sociale e che prevede l’organizzazione di attività laboratoriali che stimolino l’incontro con gli operatori del settore educativo e con i decisori politici e tecnici del territorio;
  • La partecipazione alla modellizzazione della comunità educante 0-6, con un focus particolare sulla fascia 0-3, condividendo il lavoro ai tavoli territoriali multilivello e trovando momenti operativi di condivisione sia all’interno dei laboratori formativi che della rete della comunità professionale.

L’obiettivo strategico della Fondazione è quello di intervenire contemporaneamente nell’area delle competenze relative alla fascia 0-6 anni e nella funzione di coordinamento dei servizi territoriali, favorendo un collegamento virtuoso tra equipe multidisciplinari, Terzo Settore e altri attori, per facilitare la programmazione delle risorse e degli interventi e una modellizzazione delle procedure e del sistema di presa in cura.

La prima fase del percorso formativo

Si è appena conclusa la prima parte della formazione, strutturata in cinque moduli di quattro ore ciascuno, svolti in modalità online. Il percorso formativo ha seguito un itinerario volto   alla riscoperta e alla ridefinizione sia del sé professionale dell’assistente sociale, con approfondimenti e confronti sulle caratteristiche, sulla costruzione e sulla trasformazione dell’identità professionale, che della funzione dell’assistente sociale nell’attività a favore delle famiglie e dei bambini. Si è partiti dalla comprensione dell’evoluzione della concezione del bambino, attraverso l’analisi della normativa italiana e internazionale a sostegno dell’infanzia, per proseguire con la visione del quadro della politica familiare, affidamento condiviso, responsabilità genitoriale e riforma Cartabia. Un intero modulo è stato dedicato alla conoscenza dei concetti fondamentali dell’approccio sistemico-relazionale, per una visione della famiglia come sistema. Un’attenzione particolare è stata posta alla creazione di un rapporto di ascolto, dialogo e alleanza educativa con i genitori intesi come interlocutori attivi e competenti. Successivamente è stato dato spazio alla lettura di documenti sui servizi educativi per l’infanzia e alla riflessione sulla costruzione di una cultura educativa, che ha compreso:

  • i diversi temi della programmazione, progettazione, gestione di un sistema integrato di qualità 0-6 anni, allo scopo di calibrare organizzazione, pratiche e interventi educativi sulla necessità dei bambini e sul saper fare nel lavoro sociale con bambini e con le famiglie in situazioni di vulnerabilità;
  • il riferimento all’assessment, strumento base per la valutazione dei bisogni prima della scelta degli interventi.

La metodologia formativa è stata espletata con la duplice modalità di lezioni teoriche e lavori di gruppo, dando così spazio alla riflessione personale, al confronto professionale e alla ridefinizione in plenaria degli argomenti esposti. La partecipazione di professioniste in gran parte già operanti da anni nel settore dei minori ha consentito di entrare più a fondo nelle tematiche trattate e di individuare le criticità caratterizzanti tale ambito di intervento.

L’organizzazione della successiva fase laboratoriale è stata anticipata dalla somministrazione di questionari, con lo scopo di recuperare informazioni sui moduli teorici e calibrare gli interventi sui bisogni e sulle aspettative delle assistenti sociali. Rispetto ai contenuti, che riguardavano sia gli approfondimenti, sia l’introduzione di nuovi argomenti, si sottolinea l’esigenza di rafforzare il tema pratico della capacitazione dei servizi, sia in merito al coordinamento delle reti territoriali con altri servizi, in particolare quelli educativi, ma anche con le famiglie e con i decisori, politici e tecnici. Molto forte è la richiesta di strumenti operativi, anche sottoforma di metodologie, buone pratiche e linee di indirizzo.

È ’ stato molto apprezzato il lavoro in gruppi, come anche lo scambio di informazioni e stimoli tra ambiti diversi. Il consolidamento di una rete supportata da CROAS e FNAS dovrebbe permettere a questo servizio di strutturarsi in maniera permanente, trasformandolo in una comunità professionale 0-6.

Verrà introdotto, all’interno della pratica laboratoriale, un modulo specifico per la progettazione e programmazione, da condividere con Save the Children e con l’Università di Bologna, in particolare per la componente educativa.

Articolo a cura di Renato Briante e Federica Pro della Fondazione Nazionale degli Assistenti Sociali, ente partner del progetto Il Buon Inizio – crescere in una comunità che si prende cura 

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