Sampierdarena vola alto, all’IC Barabino si fa tutta un’altra scuola

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A Milano hanno coniato il termine White Flight per indicare il fenomeno della fuga degli studenti dalle scuole dove sono presenti molti bambini e ragazzi di nazionalità non italiana. Come dimostra il libro di Carolina Pacchi e Costanzo Ranci “White flight – La segregazione sociale ed etnica nella scuola dell’obbligo” nella Milano multietnica, dove un quarto dei minori residenti è di nazionalità non italiana, si registra la “fuga degli italiani” verso le scuole private o a maggiore dominanza di studenti autoctoni.

L’indagine condotta dai ricercatori del Politecnico evidenzia, numeri alla mano, che il fenomeno condiziona i percorsi formativi degli studenti stranieri e di quelli che vivono nelle periferie milanesi ampliando le disuguaglianze e riducendo lo sviluppo delle capacità dei giovani.

Il white flight non è un fatto solo lombardo e per questo l’Impresa Sociale Con I bambini ha pubblicato il bando “Vicini di scuola” per il contrasto della segregazione scolastica sulla base del quale sono stati selezionati in Italia 23 progetti, di cui tre si realizzeranno in Liguria, due a Genova e uno nel Tigullio.

Nella Genova policentrica, dove ogni delegazione è città nella città, il fenomeno assume caratteri propri. Prendiamo il caso di Sampierdarena che a partire dagli anni ’90 è stata investita da un massiccio flusso migratorio che l’ha portata ad essere la circoscrizione con il più alto numero di stranieri residenti in città. L’integrazione dei nuovi cittadini nel tessuto sociale locale non è avvenuta senza difficoltà. Il valore commerciale degli immobili si è ridotto considerevolmente e si sono verificati problemi di ordine pubblico e microcriminalità. Le scuole presenti nella circoscrizione svolgono un ruolo importante in termini di integrazione e coesione sociale ma il fenomeno della segregazione scolastica ha assunto negli anni un rilievo sempre crescente.

La percentuale di alunni stranieri negli istituti comprensivi si attesta intorno al 40% e l’incidenza è destinata a crescere in conseguenza della presenza nelle scuole d’infanzia di un bambino straniero su due, con punte del 70% in alcuni nidi d’infanzia. La maggiore concentrazione di alunni stranieri si registra nei servizi educativi 0 – 6 anni e nella scuola primaria per effetto della scelta di una parte della popolazione autoctona di iscrivere i bambini negli istituti privati presenti in circoscrizione.

La complessità connessa alla numerosità degli studenti stranieri, al frequente ingresso degli stessi in corso d’anno e alla concentrazione di alunni con situazioni di svantaggio sociale e culturale ha effetti sul rendimento scolastico, come emerge dall’esame dei risultati delle votazioni conseguite dagli studenti all’esame di Stato della secondaria di I grado. Nei Rapporti di autovalutazione dei due Istituti Comprensivi di Sampierdarena si legge che “la percentuale di studenti collocati nelle fasce di voto più basse all’Esame di Stato è superiore ai riferimenti nazionali”.

Per quanto detto, l’Istituto Comprensivo Barabino di Sampierdarena realizzerà High Flight, un progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il progetto si ispira alle raccomandazioni europee (FIGHTING SCHOOL SEGREGATION IN EUROPE THROUGH INCLUSIVE EDUCATION) ed è finalizzato a migliorare i livelli di apprendimento e la qualità della partecipazione alla vita scolastica degli studenti, in particolare quelli con un background migratorio o che vivono condizioni di svantaggio socio-culturale.

High Flight, realizzato dal personale scolastico d’intesa con Enti del Terzo Settore (Coop il Biscione, capofila di progetto e Coop Saba) e dell’associazionismo locale, prende le mosse potenziando la continuità verticale tra scuola d’infanzia e scuola primaria e tra questa e la secondaria. Insomma si agirà “prima della prima”. Pedagogisti ed educatori coinvolgeranno, con un approccio dialogico, familiari ed insegnanti per individuare precocemente i fabbisogni educativi di bambini e ragazzi e le necessità organizzative delle famiglie. Si potranno così costituire gruppi classe più equilibrati (per nazionalità e condizioni socio-culturali) e si predisporranno risorse di personale e strumentali per rispondere alle esigenze degli studenti e dei loro familiari.

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Nelle classi così costituite si farà una “scuola più”. Gli insegnanti saranno infatti affiancati in classe da educatori e mediatori culturali e insieme potranno dare più spazio alle attività laboratoriali e personalizzare maggiormente i percorsi di apprendimento degli studenti. E se il potenziamento fatto a scuola non basta si continua anche a casa: supporto per i compiti ed educazione familiare, una sorta di SOS TATA direttamente a domicilio.

Scuola più è anche sport con la Sampierdarenese, musica con la Banda musicale Risorgimento, laboratori espressivi con il Teatro dell’Ortica, cineforum con il club Amici del cinema, tanti linguaggi per imparare di più e conoscersi meglio.

E poi Social school, ispirata alle esperienze delle Social Street. Una scuola che va fuori dai propri confini, coinvolge i familiari, i negozianti e, perché no, i semplici passanti. Convivialità e mutualità si incontrano nell’intorno di scuola tra swap party – per scambiare giochi, libri, abbigliamento – aperi-merende a tema e tanto altro che farà dire a chi passa “è davvero tutta un’altra scuola”.

High Flight è anche più futuro. Grazie al progetto all’IC Barabino ci si esercita a pensare il futuro. E’ un percorso di orientamento alla scelta degli studi centrato sull’acquisizione di Futures Literacy, cioè la capacità, come definita da UNESCO, di immaginare il futuro e intervenire nella realtà caratterizzata da cambiamenti sempre più veloci. Saranno sperimentati Futures Forum in cui i ragazzi lavorano con l’impiego dell’MNR – Metodologia della Narrazione e della Riflessione, proposta dall’ Associazione il Moltiplicatore, alla costruzione del proprio “senso del futuro”, si esercitano ad immaginare il nuovo e a collocarvi le proprie prospettive personali.

Il progetto si realizza nell’arco di 40 mesi ed è previsto il coinvolgimento attivo di 600 studenti e dei loro familiari. L’Università Cattolica di Milano è impegnata nella valutazione dei progetti finanziati sul territorio nazionale e questo consentirà di socializzare i risultati e di replicare le pratiche più efficaci, nelle altre scuole della città e del Paese, contribuendo così al raggiungimento dell’obiettivo 4 dell’agenda 2030 “promuovere un’educazione di qualità, equa ed inclusiva”.

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