Il progetto G.P.S. si presenta alla città – Incontro “Silenzi interrotti”

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Continua il progetto G.P.S.-Giovani, Processi, Scelte. Mappe per una comunità educante che si mette alla prova, progetto selezionato da Con i bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile di cui è capofila la cooperativa sociale Officina immaginata di Imola.
Il progetto è fra i 152 che la Fondazione Con i bambini (la cui attività è sostenuta dalle Fondazioni bancarie italiane, fra cui la Fondazione Cassa di risparmio di Imola) ha finanziato attraverso il bando “Comunità educanti”.

G.P.S. (che da giugno si presenta con un proprio logo, realizzato dai ragazzi fra i 16 e i 20 anni che hanno frequentato Generative*Lab, il laboratorio di arte generativa e design audioresponsivo condotto dal visual designer Giacomo Dalpane) invita l’intera cittadinanza all’incontro Silenzi interrotti, in programma al centro giovanile Ca’ Vaina mercoledì 4 settembre, dalle 18:30, nell’ambito del cartellone del festival Imola in musica.

Il programma:
1) Ore 18.30: Talk Dialoghi per una cultura riparativa con Simone Fratini, del Dipartimento educativo della fondazione Cineteca di Bologna, e Susi Lamieri, responsabile area Servizio sociale dell’Asp Circondario imolese
2) Ore 20: Proiezione del documentario La giustizia riparativa, di Vito Palmieri, curato dalla fondazione Cineteca di Bologna
3) Ore 21.30: concerto Prison Songbook. Sara Piolanti e Marco Vignazia raccontano il blues delle carceri e dei campi di lavoro, la forma con cui il popolo afroamericano parlava della privazione della libertà e della dignità

«Il documentario, che è stato presentato al cinema Lumière della Cineteca di Bologna il 16 aprile scorso, racconta anche del progetto Pe.Le (Percorsi legalità) dedicato alle pratiche di giustizia riparativa messo in campo dall’Asp Circondario imolese – spiega Susi Lamieri, responsabile dell’area Servizio sociale –. Sono stati coinvolti ragazzi, minorenni o neo maggiorenni, in carico al servizio sociale perché attenzionati o a rischio di procedimenti penali, e dunque inseriti in un’ottica anche di prevenzione, che abbiamo individuato assieme all’Ussm-Ufficio servizio sociale per i minorenni del Centro di giustizia minorile di Bologna. Il valore aggiunto di cui il servizio sociale vuole farsi portatore attraverso questi percorsi è un approccio nuovo nella presa in carico dei ragazzi, che possa anche contribuire ad avviare una riflessione più ampia su ciò che il reato causa: la rottura nelle relazioni, e non solo tra chi è coinvolto, ma nella comunità. Quest’anno, per la prima volta, abbiamo coinvolto le famiglie di questi ragazzi. E il regista ha potuto intervistare alcuni di questi genitori».

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