G.P.S. si allarga! La Fondazione Santa Caterina e il presidio “Giudice Alberto Giacomelli” di Libera entrano a far parte del tavolo
di officinaimmaginata
Si allarga il progetto G.P.S.-Giovani, Processi, Scelte. Mappe per una comunità educante che si mette alla prova, progetto selezionato da Con i bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile di cui è capofila la cooperativa sociale Officina immaginata di Imola.
Il progetto è fra i 152 che la Fondazione Con i bambini (la cui attività è sostenuta dalle Fondazioni bancarie italiane, fra cui la Fondazione Cassa di risparmio di Imola) ha finanziato attraverso il bando “Comunità educanti”.
Al tavolo hanno deciso di aderire anche la Fondazione Santa Caterina di Imola e il presidio “Giudice Alberto Giacomelli” di Imola e circondario di Libera.
«La Fondazione Santa Caterina è felice di avere la possibilità di partecipare al tavolo G.P.S. – commenta Francesca Albonetti, direttrice della Fondazione Santa Caterina –. Da più di 100 anni ci occupiamo di fragilità e di minori, e abbiamo visto tanti cambiamenti nel tessuto sociale. Possiamo quindi dire che oggi, l’unico modo di fare davvero la differenza nel sostegno ai più giovani è cercare di farlo in rete, lavorare insieme, avere obiettivi comuni. Per questo ringraziamo per l’opportunità che di condividere progetti, strutture e competenze per costruire cose buone e interventi educativi efficaci».
E «questo progetto ha un altro grandissimo merito. Quello, cioè, di non voler solo mettere in piedi “azioni”, ma di voler creare Cultura: una Cultura di cura, di accompagnamento, di unione. Solo partendo da un rinnovamento culturale potremo pensare a una vera evoluzione sociale, solo partendo dalla Cultura possiamo “fare la differenza”, che è quello per cui lavoriamo ogni giorno. Essere coinvolti in questo ci dona stimoli nuovi, speriamo di farlo anche noi a nostra volta con gli enti e le persone coinvolte in questo progetto».
«Libera si è sempre impegnata per la giustizia sociale e, da diversi anni, anche per la giustizia riparativa e minorile – aggiunge Mary Raneri, referente del presidio “Giudice Alberto Giacomelli” di Imola e circondario di Libera –. Tra i suoi valori principali c’è proprio quello di offrire una seconda possibilità ai ragazzi e alle ragazze che hanno commesso un reato. Nel corso degli anni, grazie ai campi E!State Liberi, abbiamo avuto modo di conoscere molti minori che stavano seguendo un percorso di giustizia riparativa. Si tratta di giovani che, attraverso il programma di messa alla prova (una misura che sospende il processo e prevede l’affidamento ai servizi sociali) possono intraprendere un cammino di crescita personale, che, se portato a termine con successo, consente di estinguere il reato. Questi ragazzi, insieme ai loro educatori, hanno scelto di impegnarsi in un percorso di antimafia sociale e responsabile. A livello nazionale, Libera porta avanti da anni il progetto Amunì, lanciato nel 2011 in Sicilia, nelle province di Palermo e Trapani. Questo progetto è destinato a giovani tra i 16 e i 20 anni che si trovano sotto procedimento penale da parte dell’Autorità giudiziaria minorile e sono coinvolti in un percorso di riparazione. Molti di loro sono alla prima infrazione e intraprendono un cammino educativo con Libera, che fa parte di un progetto più ampio definito dal Tribunale e dagli assistenti sociali per ciascun ragazzo».
Dunque, «è su questi principi e progetti che abbiamo deciso di aderire al progetto G.P.S. e di farne parte attivamente, perché riteniamo che anche nel nostro territorio sia fondamentale una realtà di questo tipo. La giustizia che i minori devono restituire è un processo che li invita non solo a riparare, anche indirettamente, i torti commessi, ma soprattutto a ottenere una giustizia sociale che riconosca il loro diritto a un futuro diverso. La nostra società ha il dovere di restituire a questi ragazzi ciò che loro stessi non hanno mai ricevuto: opportunità concrete e supporto, in quanto spesso sono stati abbandonati fin dall’infanzia in condizioni di svantaggio, sia sociale che culturale, e hanno vissuto in situazioni di povertà materiale e educativa. La vera sfida, quindi, sta nella prevenzione, e in questo contesto il progetto che Officina Immaginata ha creato assume un valore particolare, rivolgendosi ai minori e ai giovani in difficoltà, in situazioni di disagio, dispersione scolastica e devianza».
«Il progetto G.P.S. entra nella sua ultima annualità e continua a radicarsi, dal basso, nel territorio, grazie anche all’adesione dei nuovi partner che arricchiscono la rete con nuovi sguardi e sensibilità – commentano Daniele Fabbri, presidente di Officina immaginata, e Filippo Tassi, entrambi coordinatori del progetto –, facendo così crescere la comunità educante sulla prevenzione del disagio giovanile e sulla diffusione di una cultura riparativa».
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