Forza Bimbi! a Napoli

di

La Repubblica, 20/02/2024 
Beppe Minello

C’è un borgo nel cuore di Napoli dove vivono alcuni bambini che il mare non l’hanno mai visto. Quasi un’eco di quanto scriveva nel dopoguerra Anna Maria Ortese ne “Il mare non bagna Napoli”. Siamo a Sant’Antonio Abate, un pezzo della IV Municipalità aggrappato attorno all’omonima via, 800 metri da Porta Capuana a piazza Carlo III dove, quotidianamente, si svolge il mercato forse più antico d’Europa. Ecco, lì, in un’area dove le associazioni del Terzo settore hanno sempre faticato a inserirsi, opera il progetto Forza Bimbi! coordinato dalla Fondazione La Stampa-Specchio dei Tempi e sviluppato sul territorio napoletano da “W Imparare.fare”, grazie al cofinanziamento di impresa Sociale Con i Bambini.

IF si dedica ormai da anni al contrasto della povertà educativa in tutte le sue forme; è partita dal favorire la preparazione e l’avviamento dei giovani, “soprattutto poveri e — come spiegano — soprattutto poveri di conoscenze e competenze, all ‘istruzione, alla formazione professionale e al lavoro”. Per dire, nel palmares di “IF” spicca la bellissima storia di “Don Café”, alias Giuseppe Schisano, oggi trentenne, nato nei Quartieri Spagnoli, con un’infanzia e una adolescenza difficile, costretto a tirarsi su le maniche e ad andare a lavorare. Lavora nei bar di quartiere e riesce a racimolare qualche soldo per girare l’Europa. in Danimarca, affascinato dalla diffusione delle bici, matura l’idea di “Don Café” che riesce a realizzare con il supporto di “IF” e un finanziamento della Caritas: “Le a crescere condizioni economiche di Giuseppe — spiega Daria Esposito, vicepresidente di IF — non permettevano di superare i vincoli, anche minimi, richiesti dalle banche”.

Per farla breve, da quel giorno il carrettino di “Don Café”, mosso da una bici elettrica e con sopra sfogliatelle fresche e la “cuccumella” per preparare il top del caffè napoletano, ha iniziato a girare per Napoli, soprattutto nei luoghi più battuti dai turisti. Un successo che ha fatto il giro del mondo: ne hanno parlato persino in Giappone. “Oggi — sorride Daria Esposito — il carrettino continua a portare il cab ai turisti ma Giuseppe ha anche aperto un bar tutto suo dove lavorano i suoi famigliari “. L’essenza della bella storia di “Don Café” permea tutte le iniziative di “IF” e rappresenta anche il cuore del progetto “Forza Bimbi” che nelle periferie più difficili del Paese — a Torino, Roma, Crotone e Bari oltreché Napoli — combatte la dispersione scolastica a cui è strettamente connessa la povertà educativa dei minori e dei giovani adulti. Troppo spesso i contesti sociali svantaggiati ledono diritti e generano una mancanza di opportunità di vita, di aspirazioni, di lavoro, per questo aumentano le disuguaglianze.

La povertà educativa è tale anche quando “Hai magari frequentato un istituto professionale di grafica e non hai mai avuto tra le mani un Mac” riflette Daria Esposito: “Noi quel Mac glielo diamo e magari gli insegniamo un italiano funzionale al lavoro che intende fare’ “Forza Bimbi” è un progetto cofinanziato da Impresa Sociale Con i bambini e da Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza, Associazione BeChildren, Fondazione Carlo e Maria Pia Ballerini Onlus, Critical Case Sri, oltre a due realtà coperte da anonimato. Impresa Sociale Con i bambini (interamente partecipata dalla “Fondazione Con il Sud”) è sostenuta dal Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, nato da un’intesa fra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum nazionale del terzo settore e il Governo. Nel Borgo di Sant’Antonio Abate, “IF-Imparare. Fare” sta attuando il suo progetto, in stretta collaborazione con l’Istituto comprensivo “Bovio Colletta” che — spiega Daria Esposito — è poco oltre il confine del Borgo dove non ci sono scuole. La “Bovio Colletta” è la scuola dell’area dimostratasi più collaborativa con il Terzo settore e noi lavoriamo in stretta sinergia con azioni che partono dalla didattica. Ci sono dei nostri educatori che agiscono nella classe in affiancamento agli insegnanti”.

E non solo, perché l’educatore fa anche da ponte tra la scuola e la famiglia: “La scuola — dice Daria Esposito — non sempre è bastevole, in questi contesti, a curare tutte queste relazioni e soprattutto ad andare incontro alle esigenze di tutte le famiglie. Perché se è vero che ci facciamo carico dei ragazzi più problematici, è però ovvio che vivendo in una città complessa con alta dispersione scolastica, criminalità, alto tasso d’immigrazione, tutti hanno bisogno”. Il progetto riguarda principalmente due classi sperimentali della scuola primaria: complessivamente una quarantina di bambini e relative famiglie e, oltre all’affrancamento in classe degli insegnanti, “IF” cura il sostegno pomeridiano dei bambini, attiva Doti Educative per potenziare talenti e aspirazioni e, nel tempo libero, corsi di vela o, d’estate, quando la scuola è chiusa, gite al Parco di Capodimonte o al mare “perché — dice Daria Esposito — ci sono bambini che non l’hanno mai visto o che diversamente non ci andrebbero “.

Regioni

Argomenti