La scuola dell’infanzia Agorà di Carpi e l’attenzione alle disabilità come arricchimento

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La scuola dell’infanzia Agorà di Carpi si trova in via Atene 3 e si prende cura di bambini che hanno dai 3 ai 5 anni. Mercoledì 15 maggio 2019 una serata speciale nel Teatro Comunale di piazza Martiri offrirà l’occasione di presentare alla cittadinanza (e non solo) almeno parte del percorso educativo e creativo svolto dalla scuola nel corso degli anni, in particolare sui temi della disabilità e dell’accettazione positiva delle diverse caratteristiche che ogni bambino presenta. A tal fine si è rivelata preziosa la collaborazione con l’associazione carpigiana “Sopra le righe – Dentro l’Autismo”.

“L’abbiamo incontrata”, spiega Enrica Sala, insegnante della scuola e responsabile per il progetto Focus 06, “in modo molto semplice, quando all’interno della scuola sono entrati due bambini. I loro genitori fanno parte dell’associazione e siccome, pur programmando con cura le nostre attività, lasciamo aperta sempre una porta alle opportunità che si creano via via. Siamo abbastanza elastici ad accogliere quello che può integrarsi nel nostro progetto didattico. Così abbiamo coltivato uno scambio con Sopra le righe. Loro avevano messo in scena uno spettacolo: “La favola mia”. Siamo andati a vederlo, ci è piaciuto e abbiamo pensato di farlo vedere ai genitori della nostra scuola. Crediamo sia molto importante parlare di disabilità. Più se ne parla, più si è capaci di affrontarla”.

Il messaggio che la scuola Agorà trasmette ai bimbi è appunto quello di riconoscere anche nella diversità, una positività. La base della scuola è l’accoglienza, la condivisione, il rispetto verso l’altro chiunque sia. All’interno di questa relazione possono inserirsi – e trovarsi bene – bambini con diverse caratteristiche. “Abbiamo sempre lavorato sulle diversità”, prosegue Sala. “Nel senso di accompagnare i bimbi a riconoscere le differenze, senza intimidirsi e riconoscendole, saranno pronti ad affrontarle.”

Spesso i bambini non registrano nemmeno le differenze più evidenti, le vivono in modo naturale”, racconta Sala. “In sezione abbiamo due bambini di colore. Abbiamo messo a fianco un bambino di carnagione chiara e uno con la pelle scura, e abbiamo chiesto quale fossero le differenze fra loro. I bambini hanno cominciato a dire: hanno i capelli diversi; oppure: lei ha gli orecchini. Nessuno registrava il colore della pelle differente. Le diversità sono vissute in modo talmente normale che neanche vengono registrate. Un bambino sordo con l’impianto cocleare (un orecchio artificiale elettronico) è vissuto all’interno della sezione con una normalità che i bimbi neanche lo notano. E lo stesso vale per i genitori.”

La scuola Agorà cerca sempre anche un coinvolgimento attivo dei genitori dei bambini.

“Se noi facciamo vedere cosa i loro bimbi fanno, dicono e vivono a scuola, immediatamente si produce un cambiamento positivo, un aumento di fiducia e consapevolezza. I genitori con bambini disabili si sono sempre messi in gioco e gliene siamo grati, per la crescita della nostra scuola. La loro particolare condizione li potrebbe portare a chiudersi in se stessi. Invece, grazie a loro, abbiamo anche approntato un decalogo di piccole regole su come approcciarsi ai bambini autistici.”

Uno degli obiettivi è creare un clima in cui sia possibile parlare serenamente di un problema, inteso come possibile arricchimento della nostra scuola. Un percorso lungo, a volte difficoltoso, perché le resistenze possono sempre presentarsi. Per questo la scuola richiede un lavoro sul lungo periodo: richiede tempo, risorse, attenzione. “La scuola deve riuscire a fare quello che la società oggi non sta facendo”, aggiunge Sala. “Abbattere tutte le barriere che non ci permettono di incontrare l’altro. La nostra scuola Agorà vorrebbe questo. Non nascondiamo i problemi e, condividendoli nella loro quotidianità, anche chi non conosce direttamente le problematiche, diventa più complice e consapevole.”

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