Sintesi dell’incontro di Gruppo di coordinamento operativo

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Siracusa, 12 luglio 2024 –

Il gruppo di coordinamento operativo ha visto la partecipazione degli operatori dei Centri poliferici di Siracusa e Floridia, del direttore del progetto e della dott.ssa Maria Angela Valenti in rappresentanza del Servizio di Neuropsichiatria infantile della ASP di Siracusa.

L’incontro ha consentito lo sviluppo di un processo di disambiguazione rispetto ad alcuni aspetti cruciali della prima fase del progetto e in modo specifico relativamente al Progetto individuale così come previsto dall’art. 14 della legge 328/2000.

Lo spunto è stato fornito dagli operatori impegnati sul campo che stanno implementando la presa in carico dei destinatari e delle loro famiglie. A partire dalle questioni specifiche segnalate dalle famiglie è stato possibile mettere in evidenza alcune questioni.

Innanzitutto, è stato messo in evidenza che una parte dei destinatari, malgrado usufruisca del sostegno a scuola, non ha mai ottenuto dalla Commissione INPS il riconoscimento della disabilità ai sensi della Legge 104; questo mancato riconoscimento non consente ad esempio di procedere alla richiesta di avvio dell’iter per la definizione del Progetto individuale ex art.14 della legge n.328/2000 presso i Servizi sociali dei Comuni di riferimento. In ogni caso vanno verificate le ragioni per cui le famiglie non hanno avviato o completato l’iter per il riconoscimento della condizione di disabilità ed eventualmente vanno sostenute per portarlo avanti.

Approfondendo la questione è stato sottolineato che è importante fare la differenza tra i destinatari che hanno diritto al riconoscimento della condizione di disabilità: tra di essi vi sono quelli che hanno il riconoscimento della condizione di gravità (art. 3 comma 3 della legge 104) e che certamente hanno sia il bisogno che il diritto a procedere (o avviare) l’iter ufficiale di richiesta del Progetto individuale. In questo caso, nell’ambito del progetto, è importante fare un’analisi per verificare se l’iter è stato completato, avviato e non portato avanti, ovvero non avviato e in questo caso si tratta di supportare le famiglie in modo da raggiungere l’obiettivo.

Progetto individuale

Per tutti i destinatari che hanno il riconoscimento della disabilità, ma non la condizione di gravità, va valutata l’esigenza o meno di avviare l’iter per la definizione del Progetto individuale, tenendo conto di due elementi: i Servizi sociali dei comuni, responsabili del processo, non sono in grado di rispondere ad una quantità significativa di richieste e pertanto vanno definite le priorità; la definizione del Progetto di vita, per come è inteso attualmente, ha il valore di un riconoscimento di bisogni educativi e/o sanitari (riabilitazione o altro) a cui corrispondono servizi attivati rispettivamente dai Comuni e/o dalle ASP, e quindi, nel caso non ci siano bisogni specifici a cui rispondere con tali servizi, potrebbe risultare non utile procedere con tale iter.

Un altro aspetto che è stato chiarito grazie al confronto con la dott.ssa Valenti è stato quello relativo alle tipologie di sostegno economico a cui hanno diritto i destinatari a cui è riconosciuta la condizione di invalidità civile, previa domanda inoltrata all’INPS: riconoscimento dell’indennità di frequenza, in caso di disabilità di media gravità, mentre per le condizioni di gravità (gravi e gravissimi) può esitare nell’indennità di accompagnamento.

Viene sottolineato come il solo riconoscimento del soggetto come persona con disabilità ai sensi della legge n. 104/92, in mancanza di riconoscimento dell’invalidità civile, non dà diritto ad alcun contributo economico.

 

Il processo di disambiguazione consentito dal confronto sviluppato ha portato ad una serie di conclusioni che sono state sintetizzate dal direttore del Progetto. Anche tenendo in considerazione ciò che è emerso dalla formazione avviata sul modello ICF, è fondamentale sviluppare per tutti i destinatari presi in carico dal progetto, un processo di valutazione che tenga conto soprattutto delle barriere e dei facilitatori relativi ai processi di inclusione e che consenta di costruire uno strumento efficace che funga da riferimento per tutte le azioni implementate nel corso del progetto. Inoltre, per tutti i destinatari che hanno le caratteristiche per accedere alla formulazione del Progetto individuale così come previsto dall’art.14 della legge 328, va avviato un processo di capacitazione rivolto alle famiglie per sostenerle in tutto il percorso, a partire dalla domanda rivolta ai servizi sociali dei comuni.

È apparso chiaro, dunque, che va distinto il prodotto che ha un valore istituzionale (il Progetto individuale approvato dai comuni, da attivare in tutti i casi che presentano i requisiti richiesti) dal processo sviluppato a partire dal modello bio-psico-sociale, che dovrà esitare per tutti i destinatari in un Progetto individuale di inclusione, che sia il più completo e articolato possibile, e farà da bussola a tutte le azioni sviluppate nel corso del progetto.

Infine, ribadendo l’utilità del confronto reso possibile dalla disponibilità della dott.ssa Valenti, in rappresentanza del servizio di Neuropsichiatria infantile della ASP di Siracusa, si è sottolineata l’opportunità di procedere con la collaborazione tra soggetti del privato sociale e soggetti istituzionali, a partire dalla valutazione delle situazioni specifiche relative ai destinatari che man mano saranno presi in carico dal progetto, anche attraverso il coinvolgimento di altri professionisti dei servizi di riferimento.

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