DigEducati sbarca nel metaverso con il primo PDC online

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L’educazione al digitale passa anche attraverso la sperimentazione di un innovativo spazio virtuale che ‘DigEducati’ ha organizzato allestendo un Punto di Comunità virtuale su Roblox, una piattaforma digitale che mette a disposizione diversi videogiochi, molto in voga tra bambini e ragazzi giovanissimi.

All’interno dell’ambiente virtuale, i giocatori si muovono attraverso degli avatar, e cioè dei personaggi creati dagli stessi giocatori nello spazio di gioco sulla piattaforma. In un’ambientazione sviluppata nei minimi particolari, il giocatore vive così diverse esperienze e azioni: di gioco, avventura, o di vita quotidiana, come ad esempio fare acquisti, scambiare oggetti, usare strumenti, etc.

In questo ambiente digitale, nel nuovo Punto di Comunità virtuale su Roblox, i giovani giocatori potranno incontrare gli educatori di DigEducati – anch’essi sotto forma di avatar – che proporranno attività e occasioni di relazione. Questo consente ai ragazzi di apprendere informazioni sicure e competenze per un corretto utilizzo del web.

Il progetto coglie così la sfida del metaverso – una dimensione che unisce reale e virtuale – offrendo ai più giovani un’opportunità formativa in più attraverso gli strumenti da loro utilizzati quotidianamente.

Per costruire una utile e necessaria relazione tra realtà virtuale e vita reale, il Punto di Comunità su Roblox, lancerà, a partire dal 27 giugno, un gioco a premi educativo studiato per incentivare la partecipazione complessiva alle attività di DigEducati: i vincitori saranno invitati a ritirare il loro premio presso il Punto di Comunità più vicino, dove potranno conoscere gli operatori del progetto e toccare con mano le possibili attività a loro dedicate.

L’approfondimento su Roblox è affidato a Gianluigi Bonanomi, giornalista professionista specializzato in hi-tech e formatore sulla comunicazione online, che ha curato un focus su “Punto di Comunità virtuale: Roblox e il metaverso”. Ecco cosa ci racconta.

Studio Fotografico Giudicianni&Biffi

Perché aprire un punto di comunità su Roblox?

Volevamo qualcosa che attirasse bambini e ragazzi per poi portarli a frequentare i punti di comunità fisici. A partire dai giochi, molto intrattenimento, per arrivare alla proposta educativa. All’interno della piattaforma Roblox, i giocatori – che si muovono attraverso un avatar che è l’omino della Lego, per intenderci – potranno fare delle esperienze (ad esempio, prendersi cura di un cagnolino) in un ambiente virtuale tranquillo e considerato sicuro da molti genitori, e potranno incontrare gli operatori di DigEducati. Dal 27 giugno potranno rispondere a dei quiz sull’educazione digitale attraverso il proprio avatar, fino al raggiungimento di un determinato punteggio, necessario per poter ricevere un premio, da ritirare al punto di comunità fisico più vicino. In questo modo potranno apprendere informazioni sicure e competenze per un corretto utilizzo del web, conoscere gli operatori di progetto e toccare con mano le possibili attività a loro dedicate.

Perché è così importante per i ragazzi questa integrazione tra il reale e il virtuale?

In realtà i bambini e i ragazzi non si pongono questo problema. Sono nativi digitali, non hanno coscienza di un mondo senza connessione, senza cellulare, senza internet. Loro non sono né online, né offline, sono onlife. Noi andavamo al parchetto dell’oratorio, loro si incontrano sulle piattaforme. Per loro è un dato di fatto: la socialità è questa. D’altronde, se vogliono ascoltare musica, usano Spotify o youtube. Se vogliono studiare, la scuola chiede di avere Classroom (piattaforma che semplifica la creazione e la distribuzione di materiale didattico, l’assegnazione e la valutazione di compiti online, ndr). La tecnologia è uno strumento e non è corretto demonizzarla. Possiamo usarla molto bene ed avvicinarci al gusto e al linguaggio dei nostri bambini e ragazzi.

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Qual è l’obiettivo formativo di un punto d’incontro virtuale nell’ambito di un progetto come DigEducati?

Immagino che qualcuno potrebbe pensare: ‘DigEducati serve per mettere dei paletti e porre limiti all’uso della tecnologi

a e voi andate ad aprire un punto di comunità virtuale’. Io rispondo che la soluzione non è usare meno tecnologia, ma usare bene la tecnologia. A genitori ed educatori potrà sembrare qualcosa di molto lontano, ma vale la pena far capire che dobbiamo imparare a convivere con la tecnologia, che sarà sempre più presente nella nostra vita. Il 65% dei nostri figli, dei bambini che vanno all’asilo e alle elementari oggi, farà un lavoro che oggi non esiste. Nella stragrande maggior parte dei casi avrà a che fare con la tecnologia. Dobbiamo essere bravi a cogliere le opportunità di questo strumento e saperle vedere anche quando sembrano problemi.

Per approfondire il progetto ‘DigEducati’: www.fondazionebergamo.it/digeducati.

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