Differenti approcci didattici: a ciascuno il suo

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03.04.2023

I percorsi di accompagnamento individualizzato del progetto DAD sono rivolti a ragazzi e ragazze frequentanti la scuola secondaria, sia di primo che di secondo grado, che necessitano dell’affiancamneto di un tutor che li supporti nelle loro personali difficoltà a livello scolastico. Quindi, a richeste diverse, si danno risposte diverse, basate sulle problematiche specifiche dell’utente. Per ognuno è previsto un “pacchetto” di circa venticinque ore da svolgersi online o in presenza. E se lo studente resta il centro del progetto, non marginale è la rete che viene a formarsi tra ragazzo appunto, tutor, scuola e famiglia: più forte è il legame tra i partecipanti, migliore è il risultato.

Il progetto, partito durante l’emergenza Covid in collaborazione con il progetto Smart School, ha proseguito il suo corso anche in seguito, visti i più che buoni risultati ottenuti.

Personalmente ho seguito oltre una decina di ragazzi dagli undici ai sedici anni e non ce n’è uno con il quale non ripeterei l’esperienza. Quello che trovo fondamentale è instaurare con l’utente una relazione empatica, basata sul creare un clima sereno e disteso e non “rigido” come può tendenzialmente essere quello scolastico. Più il ragazzo si sente a suo agio con il tutor più facilmente riporta i suoi bisogni. Anche la chiarezza è un punto fondamentale: serietà in quello che si fa, rispetto e puntualità.

T.M., una ragazza di terza (secondaria di primo grado), ha divorato letteralmente le ore del progetto poiché ha trovato nei nostri incontri serenità e sicurezza. “Ah!”, dice, “Come vorrei che fossi tu la mia profe! Quando sono con te capisco le cose e le tue spiegazioni mi fanno affrontare verifiche e interrogazioni in modo più fiducioso!”.

S.A., anche lei una ragazza di terza, mi dice:” Sai che prima non capivo nulla di matematica ma l’ultima volta ho preso otto nella verifica? Sono davvero felicissima!”. Premetto che si sta parlando di una ragazza con alle spalle vissuti di bullismo e una scarsa fiducia in sé stessa.

Quando sono andata una volta in casa di N.I., di origini marocchine, per una lezione domiciliare, la mamma mi ha accolto con una tavola imbandita di ogni loro prelibatezza come ringraziamento per il rapporto di fiducia che si è creato con la figlia, che non si era mai aperta con nessuno.

I ragazzi con cui si lavora presentano fragilità tutte loro, ma non è su quelle che bisogna puntare, ma sulle loro risorse e abilità, non è alla mortificazione che si deve dar voce ma alla gratificazione.

E dico ciò basandomi sulla mia esperienza personale in questo ambito che mi ha dato la possibilità di dare, seppur nel breve tempo a disposizione, strumenti e consigli per affrontare al meglio il percorso scolastico.

È una soddisfazione immensa per me far parte di questo progetto. Oltre a dare la possibilità di entrare in contatto con persone diverse e realtà diverse aiuta a capire come è importante, anche solo per dare un aiuto sul piano didattico, entrare in contatto con la personalità di chi ti trovi davanti. Caratteri diversi necessitano indubbiamente di approcci diversi.

Genny Marchi

Tutor dell’apprendimento

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