Le storie di Comunità in Crescita: primo giorno di scuola, nuovi inizi e storie che fanno bene al cuore

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Primo giorno di scuola, alla fine settembre è arrivato. Pian piano si porta via gli ultimi sprazzi di una estate caldissima, con le sue giornate più corte, l’aria più fresca, e quel frizzante fermento di voler ricominciare. Sono tornati gli zaini da riempire di quaderni e di colori, gli amici, le ricreazioni, gli insegnanti, e le sfide di un nuovo anno tutto da assaporare.

La campanella di settembre suona e i ragazzi di Comunità in Crescita, chi tra asilo ed elementari, e chi tra medie e liceo, hanno ricominciato, insieme alla scuola, la loro personalissima sfida: integrarsi.

E se per i più piccoli è ancora presto per poter capire appieno questa sfida, i più grandi non si sono tirati indietro. La scuola è proprio il punto di partenza dove poter apprendere la lingua, sperimentare ed essere curiosi. E siamo sicuri che sarà per i nostri ragazzi un anno scolastico ricco e pieno di soddisfazioni, uno di tanti altri attraverso cui iniziare a costruire un futuro migliore.

Il primo giorno di scuola

Vorremmo poter raccontare il primo giorno di scuola di tutti i nostri ragazzi. E un giorno lo faremo ma per questa volta, e come esempio per tutti, vi racconteremo solo la storia di Matin. Un bambino di sei anni proveniente dall’Afghanistan, arrivato in Italia ad agosto 2021 e preso in carico dal progetto

 Comunità in Crescita a gennaio 2023 per sostenere il suo percorso di socializzazione e inserimento scolastico.

 Il 15 settembre Matin ha finalmente affrontato il suo primo giorno di scuola in Italia. E l’ha fatto con entusiasmo e non poca determinazione. Una cosa non da poco, Matin in fondo si è trovato a superare una guerra e le molte sfide nel nostro Paese ma, per fortuna, l’ha fatto sempre con vivacità ed energia.

La mattina del suo primo giorno di scuola, Matin era radioso di felicità. Indossava con orgoglio il grembiule blu ed il suo bellissimo zaino, mano nella mano accompagnato dai suoi genitori. E quando gli viene chiesto di raccontare del suo primo giorno di scuola, tutto di lui si illumina. Non vede l’ora di tornare, di apprendere qualcosa di nuovo e di continuare a costruire nuove amicizie.

La storia di Matin, come sappiamo quelle di tutti i nostri ragazzi, è un esempio di come l’istruzione possa essere un faro di speranza per i bambini che hanno vissuto situazioni di guerra e difficoltà. La scuola può essere un luogo sicuro in cui esprimersi e coltivare le proprie passioni.

 Il primo giorno di scuola di Matin è stato solo l’inizio di un viaggio straordinario, ricco di sfide e scoperte, di nuove passioni e di piccoli mattoncini attraverso cui potrà iniziare a disegnare il suo futuro.

Ringraziamo la Cooperativa Il Girasole per averci restituito la storia di Matin.

Racconto di fine estate

La scuola è uno degli strumenti più importanti che abbiamo per supportare i nostri ragazzi nel difficile percorso dell’integrazione. Difficile non solo per le sfide a cui sono sottoposti, ma anche per la diffidenza che spesso purtroppo accompagna la retorica sul tema dello straniero. Motivo per cui, seppur inseriti in contesti urbani strutturati, i Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) faticano ad entrare nel vivo della vita della Comunità che li ospita nel proprio territorio. 

E questo si riflette direttamente sui ragazzi. Eppure, talvolta, il vento cambia e basta una piccola occasione per far diventare la comunità ospitante motore dell’integrazione. E’ stato il caso del centro estivo della Parrocchia di Lungavilla, che ha accolto i tanti minori afghani del CAS di Vallebotta che, grazie al Progetto Comunità in Crescita, per la prima volta hanno potuto vivere un’esperienza educativa, di svago e di integrazione nel territorio insieme ai propri amici e compagni di scuola. 

Fin dal primo giorno il parroco ed i genitori di molti dei bambini partecipanti si sono resi disponibili ad agevolare il trasporto dal CAS all’Oratorio, sede del centro estivo, offrendo una soluzione ad un problema che rischiava di compromettere questa nuova possibilità. Spostare così tanti minori, senza mezzi pubblici e con fondi limitati sembrava un’impresa impossibile. 

Per superare questo ostacolo, ogni giorno un pulmino e tre macchine hanno viaggiato per 30 km per permetterci di raccontare una storia differente, costruita sul volontariato, sull’integrazione e sulla disponibilità a dedicare il proprio tempo e le proprie risorse per la felicità di bambini, tutti, che finalmente hanno smesso di essere stranieri agli occhi della Comunità per diventare finalmente di casa.

Ringraziamo la Cooperativa Sociale famiglia Ottolini

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