La quotidianità dell’inclusione

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Oggi vogliamo parlarvi della nostra realtà attraverso gli occhi di mamma Barbara.

La famiglia di “Cavalli delle Fonti” cresce ogni giorno di più. Tanti i bambini e ragazzi che frequentano il nostro Maneggio, e alcuni di loro grazie al progetto “Come a Casa”.

La nostra associazione è nata grazie ad un unico grande sogno: L’INCLUSIONE…oggi crediamo che si stia realizzando davvero!

 

“Mi chiamo Barbara. Sono la mamma di Michelangelo, un ragazzino di 13 anni. Frequentiamo il Circolo Ippico Cavalli delle Fonti da circa 4 anni. Devo premettere che, quando mio figlio ha espresso il desiderio di fare equitazione, ho iniziato a fare le mie ricerche tra i vari maneggi della zona, per poter meglio scegliere quello che reputavo più idoneo e competente. Il primo contatto l’ho avuto attraverso una ragazza che seguo, affetta da un disturbo bipolare, che per un po’ ha partecipato alle attività del maneggio inserita in un progetto con il centro diurno da lei frequentato.

La vita di scuderia si snoda nella quotidianità, intrecciando e intessendo rapporti con bambini e ragazzini che, affiancati dalle loro figure di riferimento, ciascuno con le proprie difficoltà, si muovono con disinvoltura nella cura del cavallo e nello svolgimento delle varie attività.

Si instaurano tra i ragazzini rapporti di amicizia sincera e semplice, Michelangelo è chiamato in modo affettuoso “Michelino” da uno di loro.

Ricordo l’ammirazione e la meraviglia negli occhi di Michelangelo, quando, nel corso del suo primo Saggio Natalizio, vide una ragazzina affetta da Sindrome di Down e un ragazzo ipovedente, che con destrezza eseguivano il loro percorso.

La presenza di bimbi e ragazzini fragili stimola solidarietà, insegna a non arrendersi, rappresenta un motivo per tutti a fare sempre meglio, sia in termini di costanza nell’impegno che nel migliorare le prestazioni vere e proprie: la diversità non è mai di ostacolo, ma ogni esperienza acquisisce valore e si arricchisce.

Un grazie a tutti coloro che mettono a disposizione la loro professionalità, il loro tempo, la loro energia per rendere possibile l’inclusione delle disabilità nella cosiddetta “normalità”, un sogno non utopico, ma realizzabile che rende tutti migliori!

Grazie
Mamma Barbara”

 

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