Caro diario, gira la pagina con “Movimentazioni”
di cittadellapescara
Caro diario,
in principio a incuriosirmi è stato il nome: “Movimentazioni”. Giocavo a ripetermi questa parola a mente, assaporandone la musicalità, il suo significato sofisticato, l’originalità e la bellezza. Ovvio, avevo qualche informazione: si trattava di un’associazione culturale parte di quel grande progetto che è la Cittadella dell’Infanzia la cui finalità consiste nello svolgimento di svariate attività dedicate in particolar modo alla prima infanzia. Come sapevo anche che l’obiettivo di “Movimentazioni” fosse quello di educare e stimolare alla lettura bambini dai 12 mesi ai 6 anni.
Ma di tutto ciò che avrei infine visto, assaporato, quello di cui mi sarei stupita come può stupirsi un viaggiatore che non abbia mai lasciato casa, di tutto questo insieme di cose – unite a centinaia di altre cose – io non sapevo assolutamente niente. E allora sono andata a vedere. Saranno bastati quanti? Dieci, quindici minuti? In ogni caso qualche giro di lancetta dell’orologio affinché, semplicemente, la meraviglia s’impadronisse di me.
Insomma, per quel che ne so io, una biblioteca è già di per sé un luogo incantato, capace di fermare il tempo. Ma una biblioteca così penso che dovrebbero vederla tutti, una volta nella vita. Perché è a misura di persona, perché ci entri e il corpo si rilassa, e quando ti appresti a varcare la soglia dell’area riservata ai bambini in un tempo brevissimo torni bambino anche tu. Ovunque, colori e disegni, tappetini, morbidi cuscini, piccoli divani e sgabelli. E libri, tanti libri. Disposti non alla vetusta maniera, per ordine alfabetico, ma secondo un metodo che definirei dedicato ai gusti. Chessò, svariati ventagli di storie sugli animali, sulle avventure di ragazzi e ragazze e qualsiasi altra cosa venga in mente. Un posto così merita di essere conosciuto: si trova a Pescara e il suo nome è biblioteca F. di Giampaolo, struttura che ospita questo meraviglioso progetto. Tempio della cultura, del sorriso, dell’entusiasmo, della eccezionale dedizione di uno staff che principalmente ha fatto dell’intesa, del lavoro di squadra, della voglia di dare il proprio contributo a rendere migliore questo mondo la propria missione.
A partire dalla bibliotecaria, Nadia Guardiano, donna con la quale ho avuto il piacere di parlare e carpire da ogni sillaba l’entusiasmo di questo nuovo progetto, la convinzione che le parole, i libri, possano stravolgere il mondo, migliorare vite, educare al rispetto, alla bellezza, alla cultura. Stiamo parlando di una professionista, con importanti esperienze alle spalle, che ha preso parte al progetto nazionale che si tenne nel 2002 “Nati per leggere” con ramificazioni in tutta Italia e dunque anche presso la biblioteca di Giampaolo.
Al centro dell’evento, Fiorella Paone. Una pedagogista dalle qualità sorprendenti – professionali e umane – capace di leggere storie per circa un’ora senza che nessun bambino facesse una piega. E, a dire il vero, senza che neanch’io facessi una piega dal momento che ero completamente rapita. Suppongo anche che a voler confrontare la mia espressione con quella dei bambini, non si rintracciasse neanche una differenza. Occhi attenti, pochi battiti di ciglia e bocche spalancate. Bambini accompagnati dai genitori, e qui sta un altro elemento sorprendente e innovativo. Chi ha meno di cinque o sei anni naturalmente non è ancora in grado di leggere per conto proprio, però la lettura presuppone educazione a partire dai genitori che, cogliendo i metodi e i modi degli operatori, saranno in grado di riprodurli. Contemporaneamente apriranno una strada, semineranno passione e amore per i libri nell’animo dei bambini.
Non che Fiorella abbia mai avuto bisogno di recuperare l’attenzione dei bambini – questa era sempre viva – eppure le sue storie erano partecipate, ricche di elementi sorpresa. La voce dolce, limpida, ritmica e cadenzata, l’utilizzo di pochi e semplici ausili musicali, non hanno fatto altro che trasformare quei sessanta minuti in pura magia. Accanto a me sedeva un bambino, scommetto qualsiasi cosa che a scuola diventerà l’incubo delle maestre, in senso bonario: aveva una conoscenza così profonda delle più svariate specie animali che onestamente mi sono vergognata. Non solo distingueva animali simili tra loro, no, lui spiegava perché una balena non è un capodoglio e viceversa. Lo faceva con un sorriso tenero privo di un incisivo e pretendeva di essere preso sul serio. Io l’ho fatto, un po’ per timore di incorrere in figuracce e un po’ per meraviglia.
E poi c’era un’altra bambina, occhi chiari che strizzava appena un po’ ogni volta che sentiva di dover fare un’osservazione. Sempre ben argomentate e intelligenti, tuttavia era irresistibile la sua ironia. Immagino che quando sarà grande tenerle testa sarà una sfida per chiunque.
Un bimbo, invece, con estrema naturalezza coglieva in meno di un secondo piccole incongruenze che fanno parte del mestiere dello scrittore. Se le ho colte io? Manco per niente, nemmeno per sbaglio. La verità è che i bambini, se coinvolti nella maniera giusta, hanno una capacità di concentrazione che lascia senza parole. La loro mente è in grado di coniugare immaginazione e fantasia alla logica razionale più schiacciante. Me lo ha spiegato bene la pedagogista, una professionista che trascorre giornate intere a selezionare le migliori proposte editoriali, prepararsi alla lettura in gruppo prevedendo una reazione che alla fine non sarà mai quella. Perché non va mai come avevi pensato. I bambini osservano i fatti dal loro punto di vista, li elaborano con mezzi propri e, semplicemente, cambiano le carte in tavola. Così diventa tutta un’altra storia.
Certo, esiste ora una considerazione importante da fare e della quale ho parlato con Fiorella e Nadia. Non tutti i bambini hanno la stessa semplicità di approccio all’esperienza. Pensiamo ai quartieri di tutte le città d’Italia in cui esiste un alto tasso di povertà educativa; in questo caso nulla è perduto ma un progetto assume la forma di una sfida doppia, le motivazioni aumentano. Lo staff in questione – composto dalle già citate Nadia Guardiano e Fiorella Paone – si avvale anche di figure altrettanto importanti come Barbara Magliani, operatrice socioculturale, Aurora De Deo, educatrice professionale e infine il presidente dell’associazione culturale “Movimentazioni”, Corrado Di Sante.
Una squadra affiatata, vincente, piena di “movimentazioni”. Perché alla fine è di questo che si tratta, di un flusso continuo di scambi di energia, un incredibile e meraviglioso interscambio. Gli operatori si mettono in gioco, reggono i fili di una storia che però lasciano andare per conto proprio quando è il caso. E i bambini ascoltano, osservano, mettono in discussione. Soprattutto, i bambini insegnano, sorprendono, svelano, fanno cadere le nostre maschere di cinismo, superficialità e pigrizia mentale. È un po’ come scrisse nel libro “Il piccolo principe” Antoine de Saint-Exupéry: “Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano”.
(Colonna sonora “Ci vuole un fiore”- cantata da Sergio Endrigo, canzone tratta dall’album “Ci vuole un fiore”, 1974; tutti i testi sono stati scritti da Gianni Rodari, la musica è di Luis Bacalov e Sergio Endrigo).
L’iniziativa avviata dall’associazione culturale “Movimentazioni” fa parte del progetto “Gira la pagina… e leggiamo insieme”, con incontri rivolti a bambini e bambine da 12 mesi a 6 anni insieme a genitori, nonni, zii, per vivere insieme l’esperienza della lettura e l’avventura del viaggio nei libri e nelle storie.
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