“A Giffoni ci sentiamo liberi. Il Festival apre la mente” I ragazzi di Sedici Modi di Dire Ciao si raccontano sulla panchina verde

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«Il mondo è così vasto, così colorato e così bello, da poter affrontare qualsiasi situazione di disagio o i momenti ‘down’ con più sorriso»: è il messaggio di incoraggiamento che Michela Ester Carlomagno, 18 anni, proveniente dalla provincia di Potenza in Basilicata, lancia ai suoi coetanei al Giffoni Film Festival.

In sottofondo lo scroscio dell’acqua del fiume che scorre, in un angolo di Parco Hollywood, che circonda la Multimedia Valley. Diventa itinerante la panchina verde della campagna “Non sono emergenza” dedicata al disagio degli adolescenti e dei giovani adulti lanciata proprio a Giffoni Film Festival. L’iniziativa è inserita nel più ampio progetto Sedici Modi di Dire Ciao, selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini, nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Cinque le regioni coinvolte: Campania (Eboli e Giffoni Valle Piana), Calabria (Cittanova), Basilicata (Terranova di Pollino), Sardegna (Nuoro) e Veneto (San Donà di Piave), coinvolte nella strategia pluriennale. Nel corso di #Giffoni54 si terrà il settimo campus che rientra tra le azioni principali del progetto.

Immersi in una natura incontaminata, i Giffoner si raccontano sulla panchina verde, tra sogni, paure, speranze, disagi. Uno spazio di libertà, per poter parlare senza essere giudicati.

«Una delle mie più grandi paure è il non saper affrontare la vita e le sue difficoltà con l’atteggiamento giusto – continua Michela Ester, +16 al suo primo Giffoni – Esistono situazioni difficili, ma il mondo è così meraviglioso che ogni disagio dovrebbe spingere a non arrendersi, ma a trovare il sorriso sempre e con serenità».

Il suo sogno da grande è lavorare nell’ambito sanitario e aiutare le persone più fragili che hanno difficoltà e problematiche: bambini, disabili e anziani. «Giffoni è un’esperienza meravigliosa e la consiglio a tutti almeno una volta nella vita. Mi aspetto di crescere da un punto di vista personale per fare nuove conoscenze, per aprirmi e fare nuove conoscenze. È soprattutto un’evoluzione anche culturale grazie ai tanti incontri nelle sale. Sono estremamente entusiasta di partecipare. Mi sono iscritta per la prima volta quest’anno, ma nel corso dell’anno facciamo già molte attività a scuola con il progetto Sedici Modi di Dire Ciao – prosegue Michela – Le mie aspettative in partenza erano molto basse. Avevo paura di non trovarmi bene con la famiglia che mi avrebbe ospitato, invece, va tutto alla grande e riesco a relazionarmi anche con nuove persone, ho fatto molte amicizie e sto cambiando anche dal punto di vista culturale: molti attori e registi che abbiamo incontrato tra film in proiezione ed eventi speciali mi sono stati molto d’aiuto perché io non li conoscevo, quindi, sto aumentando il mio bagaglio di conoscenze».

Arrivano dalla Macedonia Marko Petrovski e Jovan Todorov: «Giffoni è uno dei festival e dei luoghi migliori al mondo che possa capitare ad un giovane. Una grande opportunità per vedere film e conoscere altre persone, per aprire la propria mente e vivere un sano e felice divertimento. È la gioia della vita – spiegano i due amici che comunicano in inglese, per la seconda volta al Festival – Le nuove relazioni sono grandiose, abbiamo grandi amicizie consolidate nel tempo. Noi amiamo il Festival. Ci sono così tante persone provenienti da Paesi diversi di tutto il mondo, opinioni differenti: è una crescita continua per allargare i propri orizzonti».

«Bisogna fare esperienza di Giffoni, perché a parole non si può raccontare – insiste Paola Mandia, 18 anni di Eboli – A me lo avevano spiegato, ma per comprenderlo al 100% bisogna viverlo, perché offre tantissime opportunità, sia a livello sociale, ma anche culturale, soprattutto attraverso la visione di film in lingua straniera».

È una fuga dalla normalità per Francesca Morabito, 17 anni, originaria della Calabria: «Il mio più grande sogno è fare l’attrice. Giffoni per me un’opportunità, dieci giorni in cui riesco ad essere me stessa e a fuggire dalla mia routine. La mia realtà è molto piccola, il mio paese ha solo 150 abitanti: già quando siamo in sala a Giffoni siamo più del mio paese. Non ci sono giovani dove vivo io, qui invece è pieno di ragazzi con cui fare amicizia e scoprire nuovi pensieri. Mi sento libera qui».

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