Al BAC di Taranto “Una Città in Handicap” con il “Il Paese di Bellosguardo”!

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Coniugare la bellezza degli spazi pubblici restituiti alla città presso il nuovo Parco della Musica, in pieno centro a Taranto, con due iniziative di animazione ludica, una narrazione sull’inclusività e un gioco dell’oca sulla disabilità, per coinvolgere bambini e adulti in attività di sensibilizzazione e accrescimento della consapevolezza della diversità e della necessità di adottare nuovi linguaggi per l’inclusione.

Questo è stato il fil rouge di “Una Città in Handicap”, una serata dedicata ai bambini e alle loro famiglie organizzata nell’ambito di “BES-T Community in Best Practice”, un progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. L’evento , proposto da Soc. Coop. C.r.e.s.t., uno dei partner della rete del progetto, si è tenuto nella piazza del compendio BAC – Nuovo Parco delle Arti e della Musica di Taranto.

L’iniziativa è iniziata con la narrazione teatrale “Il Paese di Bellosguardo”, di e con Giovanni Guarino, che ha trattato i temi della identità/diversità, dell’accettazione e dell’inclusione della disabilità.

Nel paese di Bellosguardo in cui tutti hanno volti bellissimi, ad una coppia di genitori nasce un figlio senza la faccia, ossia senza occhi, senza naso, senza orecchie, solo un piccolo foro per respirare. Da questo paradosso prende avvio una storia che parla di paura, di vergogna per la diversità, di tentativi di accettazione, di “viaggi della speranza” per miracolosi interventi; soprattutto prende avvio anche un percorso di crescita del bimbo protagonista che approder nell’accoglienza e nel riconoscimento della diversità e della disabilità.

A seguire tutti partecipanti, bambini, ragazzi e famiglie, sono stati coinvolti nel gioco a squadre “Una città in handicap”, una sorta di grande gioco dell’oca dispiegato per terra, che ha riproposto le tappe del viaggio di Bellosguardo, laddove per avanzare le diverse squadre hanno via via dovuto confrontarsi in gare di abilità, di forza e in tradizionali giochi di strada.

Autore e narratore è stato l’operatore culturale Giovanni Guarino, poi coadiuvato nella fase del gioco dalle operatrici Nicoletta D’Ignazio, Jlenia Mancino, Elisabetta Cordaro.

La tematica della storia, il coinvolgimento del pubblico e l’empatia prodotta dal gioco sono stati elementi di novità, ma soprattutto garanzia di un divertimento non fine a sé stesso, ma una maniera di affrontare con il sorriso una problematica non scontata.

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