“Quando c’è stato mare mosso ho avuto paura ma ho imparato ad affrontarla e ne sono orgogliosa”
di itetragonauti
“La barca non la puoi gestire da solo c’è bisogno di un gruppo che ha voglia di collaborare, tutti insieme si porta avanti”.
Il pensiero è di uno dei ragazzi che in mare, in queste settimane nella zona dell’Isola d’Elba, sta affrontando i 100 giorni di navigazione a vela del progetto A Scuola per Mare
. Il focus del progetto è la dispersione scolastica; attraverso l’esperienza del mare i ragazzi sono messi in condizione di sviluppare percorsi di consapevolezza, cambiamento e crescita particolarmente significativi sul piano educativo.
In questo percorso ha grande valore l’esperienza di “navigazione integrata” che, quest’anno, dal 21 al 26 maggio, ha coinvolto un gruppo di quattro giovani con disabilità cognitiva del Servizio di Formazione all’Autonomia “La Valle del Granello” di Fagnano Olona della Cooperativa Sociale Il Granello Don Luigi Monza.
Un viaggio in mare con due parole chiave: condivisione e confronto. Da molti anni sperimentiamo questa attività e i risultati sono sempre stati importanti – dice Gabriele Gaudenzi, presidente dell’Aps I Tetragonauti Onlus, associazione capofila di A Scuola per Mare – la barca è un grande amplificatore dei meccanismi di scoperta e riconoscimento di sé e degli altri, questo anche in relazione alle persone con disabilità nelle loro fragilità e nelle loro ricchezze. In mare si vive e si comprende quanto sia necessario l’aiuto reciproco, quanto siano preziosi il contributo e il coinvolgimento di tutto l’equipaggio”.
L’esperienza ha permesso ai ragazzi del Granello di sperimentare la propria autonomia, grazie anche alla collaborazione nella gestione della quotidianità ed alla creazione di legami significativi che hanno messo in luce i punti di contatto tra realtà diverse fra loro.
“In barca ho imparato a cucinare insieme agli altri e collaborare – dice Matteo – Mi sono divertito davvero molto, mi è piaciuto tutto. Gli altri mi davano sicurezza”.
“In barca mi è piaciuto stare al timone e provare a guidare la barca, seguendo la rotta del comandante – dice Nicolò – i ragazzi che ho conosciuto sono fantastici. Mi piacerebbe rifare questa esperienza con il cuore”.
“Quando c’è stato mare mosso ho avuto paura ma ho imparato ad affrontarla, sono orgogliosa di questo – spiega Gabriela – prima di partire avevo paura di essere giudicata, poi invece sono stati tutti gentili”.
“E’ stato difficile abituarsi alle onde che muovevano la barca ma ero molto felice di stare insieme agli altri e giocare a carte – conclude Giacomo – Mi è piaciuto fare il primo bagno in mare”.
A Scuola per Mare è un progetto nazionale che coinvolge direttamente cinque regioni (Sicilia, Lazio, Lombardia, Sardegna, Campania) e che ha come protagonisti adolescenti di età compresa tra i 14 e i 18 anni, di entrambi i sessi che incontrano difficoltà a completare il ciclo di studi. Ognuno dei ragazzi a bordo ha svolto un periodo di formazione pre-navigazione e per ognuno è stato concordato un programma didattico con le rispettive scuole. Al termine dei cento giorni in mare i ragazzi saranno accompagnati da un tutor nel percorso di rientro su un percorso scolastico/professionale, già avviato o nuovo.
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