Il progetto Will alla prova tra Covid-19 e DAD

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I partecipanti a WILL e i primi mesi di sperimentazione*

Al termine dell’attività di promozione realizzata nei 4 territori interessati dal progetto WILL si è registrata la partecipazione di 580 soggetti ammissibili, i quali sono stati equamente distribuiti in gruppo sperimentale e gruppo di controllo.

293 famiglie, inserite nel gruppo sperimentale, hanno cominciato a partecipare al programma tra l’autunno del 2019 e la primavera del 2020. In quanto segue, grazie ai primi dati forniti dall’Istituto per la Ricerca Valutativa sulle Politiche Pubbliche della Fondazione Bruno Kessler (FBK-IRVAPP) che si occupa della valutazione del Progetto, mostriamo e commentiamo alcuni risultati preliminari sui comportamenti di risparmio e di spesa osservati negli 8 mesi intercorsi tra novembre 2019 e luglio 2020, mettendo in evidenza il periodo dell’esplosione della pandemia di Covid-19 che ha portato al lockdown e alla chiusura delle scuole. Va sottolineato che qui vengono mostrati solo dati relativi agli studenti del gruppo sperimentale, poiché i dati sul gruppo di controllo verranno raccolti solo nel 2021. Pertanto, le stime presentate non sono in alcun modo interpretabili come effetti del programma, bensì come semplici statistiche descrittive.

Le famiglie risparmiano, anche durante il Covid-19

Nei primi 8 mesi di progetto, il risparmio settimanale medio osservato tra chi ha effettivamente ha cominciato a risparmiare (80% causa ritardi nel completamento delle procedure di reclutamento) ammonta a 5,2 euro (su un massimo di 6 euro). In media i comportamenti delle famiglie non cambiano durante il momento più acuto della pandemia Covid-19, in relazione alla quale non si riscontra alcuna contrazione dei risparmi effettuati.

Le famiglie si attrezzano per la DAD

Nel breve periodo considerato, le famiglie hanno cominciato a sfruttare il meccanismo di incentivazione fornito dal programma per acquistare i beni o i servizi ritenuti necessari per le attività legate alla scuola dei figli. La figura mostra un evidente riorientamento delle scelte di spesa delle famiglie registratosi durante i mesi di sospensione delle attività didattiche in presenza da voci quali “libri” o “attività sportive” verso quei beni o servizi essenziali in una fase di didattica a distanza, e cioè: computer, tablet o connessioni internet. Tutti gli altri tipi di spesa (sport, trasporti, cultura, libri e altre spese legate alla scuola) sono invece rimasti stazionari, ossia non sono aumentati, mentre le spese legate a tecnologie digitali sono aumentate sensibilmente, per poi fermarsi alla fine della scuola.

 

*I dati e i commenti qui riportati sono estratti dal più ampio articolo a cura di Davide Azzolini, Enrico Rettore, Loris Vergolini
**Foto di Wokandapix da Pixabay

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