Videocall letterarie tra ragazzi e anziani in RSA con il Servizio Civile Scolastico

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Jasmine Merdan via Getty Images

Uno scambio a distanza tra generazioni lontane, tra nonni e nipoti che non si conoscono ma che hanno voglia di mettersi in contatto e passare del tempo insieme.

“Sarebbe bello poter fare un po’ di compagnia a chi è solo”, dicono i ragazzi della scuola media “Dante Alighieri” di Quarrata.

Nasce così l’idea di raggiungere (metaforicamente, via Google Meet) gli ospiti delle RSA della zona, di far incontrare nonni e adolescenti per un’ora alla settimana in cui leggere racconti e poesie, e condividere un momento di socialità intergenerazionale fra chiacchiere e cultura.

Tutto questo avviene nell’ambito di “WelComE – Welfare e Comunità Educante“, il progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile, portato avanti dalla nostra associazione insieme a numerosi partner, fra cui l’Istituto Comprensivo “Bonaccorso da Montemagno” di cui la media “Dante Alighieri” fa parte.

Logo-servizio-civile-scolasticoIn questa scuola da anni esiste un’attività innovativa che prende il nome di Servizio Civile Scolastico, nata da un’idea di due studentesse che una mattina, a colloquio con il preside, espressero il desiderio di “fare qualcosa per il bene della scuola” (ne abbiamo parlato qui). Da quel momento l’attività è stata costruita da professori, educatori, e soprattutto ragazzi, è cresciuta negli anni fino ad essere inserita nel progetto WelComE, e qui ampliata per coinvolgere anche i genitori, dando vita così allo “spin-off” del Servizio Civile Scolastico Senior.

Avete capito bene, Servizio Civile Scolastico; tutti gli studenti della “Dante Alighieri” svolgono ogni anno una serie di attività extrascolastiche rivolte alla cura della scuola, che possono spaziare dalle migliorie estetiche delle aule, alla realizzazione di materiali utili a tutti gli studenti, come la bellissima linea del tempo che adesso arricchisce l’aula di Storia. Durante l’ultimo anno, quando i ragazzi sono più grandi e maturano una maggiore consapevolezza del mondo e della società, il Servizio Civile Scolastico si rivolge non più unicamente all’universo scuola, ma volge lo sguardo all’esterno, alla società civile, e viene tradotto in iniziative a favore della comunità.

Questa primavera, dunque, il progetto di Servizio Civile Scolastico mette al centro gli anziani ospiti delle RSA, persone che spesso si trovano ad affrontare momenti di solitudine, aggravati in questi mesi dallo strascico della pandemia. Gli incontri in videoconferenza sono uno spunto di conversazione e di relazione; sono un esempio di quella scuola coraggiosa che esce dalle aule e incontra la città, la vita, il mondo reale, e allarga il suo punto di vista facendosi educare non solo dalla didattica, ma anche dalla comunità e dalle persone che ne fanno parte. Perché tutti, ciascuno con le proprie unicità, possiamo diventare parte attiva dell’educazione dei più piccoli. D’altronde “per crescere un bambino serve un intero villaggio”, dice un vecchio proverbio africano.

Ad oggi le call con i nonni sono programmate fino alla fine di maggio e le residenze coinvolte nell’iniziativa sono cresciute da una a tre: la prima è stata l’RSA Le Lame di Agliana, alla quale si sono poi aggiunti il Centro di Riabilitazione Turati e l’RSA Villone Puccini di Pistoia.

 

“Abbiamo lanciato l’idea insieme ad alcune insegnanti, e le adesioni tra i ragazzi sono state subito moltissime” racconta Benedetta Tesi, responsabile educativa del progetto WelComE. “Oggi partecipano alle videochiamate circa 70 ragazzi in gruppi di 6/7 alla volta; si organizzano da soli dividendosi i paragrafi e i brani da leggere ad ogni collegamento.”

Ogni lunedì alle 14:30 si avviano le call; i nonni raggiungono la sala comune con il maxischermo dove possono vedere gli studenti, ognuno collegato dalla propria casa. E così nonni e ragazzi si scambiano consigli di lettura, opinioni sugli autori, Calvino, Rodari, raccontano esperienze e aneddoti.

Questa è un’iniziativa che ha il calore di una carezza, nonostante gli schermi, le connessioni e le facce piccine dei ragazzi in tanti quadratini lontani.

Una carezza che supera tutto questo e arriva lo stesso, facendo scaturire qualche lacrima e molti bei sorrisi.

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