Humanitarian Journalism: inizia il laboratorio di comunicazione di Valori in Circolo

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Ore 18, un orario da telegiornale: sugli schermi dei Giovani per la Pace è infatti andato in onda il primo incontro del Laboratorio di Humanitarian Journalism, laboratorio di comunicazione digitale incluso in Valori in Circolo, progetto promosso dalla Comunità di Sant’Egidio e selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del fondo per la lotta alla povertà educativa minorile.

Ospite d’eccezione, la giornalista Rai Felicita Pistilli, volto noto del TG1; nel corso dell’incontro Felicita ha avuto modo di raccontare la sua esperienza in Libano con i rifugiati poi arrivati in Italia con i corridoi umanitari della Comunità di Sant’Egidio e del suo recente viaggio al confine ucraino, da cui è nato un reportage, “Il Viaggio di Liuba”, racconto di come la troupe del TG1 della giornalista ha accompagnato una famiglia scappata dall’Ucraina nel suo viaggio per ricongiungersi ai parenti in Spagna. All’incontro ha partecipato come ospite anche Massimiliano Signifredi, storico e responsabile della comunicazione di Sant’Egidio, con cui Felicita ha avuto modo di collaborare varie volte, da ultimo nel recente viaggio al confine polacco-ucraino.

“Il giornalista deve dare voce agli ultimi” ha affermato Felicita, citando il terzo articolo della Carta di Assisi, un vero e proprio manifesto dei doveri sociali dei giornalisti. Questi, ha sottolineato la giornalista, devono saper essere comunicatori di pace e saper raccontare il bene, anche se questo, spesso, non vende e non fa notizia. Altresì, immedesimarsi nelle sofferenze, trattare i rifugiati allo stesso modo con cui si tratterebbe un Capo di Stato ed essere empatici è, per la giornalista RAI, il giusto antidoto al sensazionalismo a cui molto spesso assistiamo. 

L’incontro avrà il suo seguito in altre tre lezioni frontali presso i locali di Facebook Italia, intervallati da due esercitazioni pratiche che i ragazzi partecipanti al corso potranno svolgere documentando il lavoro dei Giovani per la Pace e dei volontari della Comunità di Sant’Egidio. Un modo, questo, per documentare il bene, con l’obiettivo di far vedere come questo, anche se nascosto, continua a mettere in circolo valori importanti.

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