Da Padova alla Bosnia, l’aiuto dei giovani di ViC ai profughi di Bihac
di comunitasantegidioacap
“Caro amico lontano,
questi qui che stai per ricevere, sono gli aiuti che abbiamo raccolto durante questi lunghi mesi per te, la tua famiglia e tuoi amici. Li abbiamo raccolti perché sappiamo che ne avete bisogno e che siete in difficoltà,perciò per aiutarvi il più possibile vi abbiamo preparato questi doni. Con affetto un grande abbraccio da parte di tutti i GxP, buon viaggio!“
Un messaggio breve quello di Joel, ma ricco di amicizia e affetto. Un saluto rivolto a tutti i migranti bloccati nei campi profughi al confine con la Bosnia con la speranza di portare un po’ di conforto e calore. Come Joel, sono tanti gli studenti di Padova che grazie all’iniziativa Peace on the Road promossa dai Giovani per la Pace hanno avuto modo di approfondire il tema dell’emergenza migratoria. L’obiettivo dell’iniziativa è sensibilizzare i ragazzi proponendo incontri formativi e organizzando raccolte di beni di prima necessità.
La testimonianza di Dawood
L’invito a conoscere meglio la realtà dei campi profughi, tanto cara ai Giovani per la Pace e alla Comunità di Sant’Egidio, è stato rivolto anche agli studenti delle scuole partner di Valori in Circolo, progetto promosso dalla Comunità di Sant’Egidio e selezionato da Con i Bambini nell’ambito del fondo per la lotta alla povertà educativa.
Sabato 16 Ottobre, 150 studenti di medie e superiori hanno ascoltato la straordinaria testimonianza di Dawood Yusefi, giovane afghano, amico della Comunità e impegnato a Roma nel movimento Genti di Pace e con i corridoi umanitari. Insieme a lui, gli studenti hanno ragionato su cosa vuol dire costruire la pace oggi e su quale può essere il contributo di ciascuno. La pace, ha ricordato Dawood ai ragazzi presenti, è un cantiere aperto a tutti, anche ai più giovani che sono chiamati a mantenere viva la cultura della pace che, purtroppo, sta lentamente svanendo in Europa.
L’impegno concreto dei giovani di Padova
L’incontro è stato anche occasione per continuare a raccogliere aiuti che verranno portati in Bosnia dai volontari della Comunità. Un gesto concreto che i ragazzi continuano a compiere volentieri, perché, anche grazie al racconto di Dawood, hanno imparato a guardare i migranti fermi alle porte dell’Europa con occhi diversi. Non più volti indistinguibili e lontani, ma amici in difficoltà per cui vale la pena spendersi.
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