LA BICI: IL NOSTRO FINE, IL NOSTRO MEZZO

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L’obiettivo di questa azione specifica, come coronamento di un percorso articolato in laboratori e azioni ludico-didattiche, era la creazione di una ciclofficina, intesa come luogo a servizio della comunità, in cui si insegna a riparare la bici e dove chiunque può andare ad aggiustare la propria.

La bicicletta continua ad affascinare e a moltiplicare i suoi stessi significati: oltre ad essere uno strumento di trasporto, di sport e di gioco si presta ad essere anche un eccellente strumento educativo e didattico; può essere usata per far nascere la voglia e l’abitudine in bambini e adulti di “aggiustare le cose” invece di buttarle e comprarne di nuove.

Il processo di costruzione della “Ciclofficina di comunità un, due, tre stelle!” è stato arduo e complicato. Per usare una metafora ciclistica, è stato come affrontare lo Zoncolan!! Questa salita storica del ciclismo ha una pendenza media del 12 per cento e una massima del 22, che tradotto per i non addetti ai lavori significa che per quasi 10 chilometri ci sono pendenze che normalmente si trovano solo nelle rampe di uscita dei garage sotterranei!!

La ricerca di un luogo fisico è stata la cosa più difficile: eravamo pieni di contenuti, con le idee chiare e fisse sull’obiettivo e nessun contenitore che potesse ospitarle. La scelta di Bucaletto è stata una necessità espressa, senza parole, dal quartiere stesso. Mentre ci organizzavamo per allestire laboratori, percorsi di abilità e attività, vedevamo sfrecciare bambini e ragazzi di tutte le età che, per muoversi all’interno del quartiere, avevano fatto la scelta più ovvia eppure più rivoluzionaria, e cioè usare la bici.

Dopo tante vicissitudini, legate prevalentemente alle ataviche difficoltà di destinazione dei prefabbricati di Bucaletto, per una fortuita coincidenza (che nasce sempre intorno alla bici e alla sua intrinseca magia e capacità di unire) ci siamo messi in contatto con la Caritas Diocesana di Potenza, che nella costruzione di nuovi percorsi e nuovi contenuti è apparsa subito favorevole e ben contenta di ospitarci.

E così è stato, che la Ciclofficina di comunità è nata, attrezzatissima, accogliente e inclusiva, è pronta ad offrire nuove opportunità e nuovi stimoli al quartiere, e non solo. La sua collocazione in via Mallet, a valle del quartiere, sembra fatta apposta per creare una cerniera con tutta la città, e rendere permeabili i due contesti in un obiettivo comune, e cioè favorire tutto quello che la bicicletta, naturalmente, sa generare: insegna il rispetto per l’ambiente; a stare in gruppo; ad osservare il mondo con occhi diversi; a capire le esigenze del proprio organismo, ad ascoltare il proprio cuore; la tenacia e la perseveranza per superare i limiti; la lentezza.

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