Arte e gioco si fanno strada nel quartiere

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Mimmo Rubino, aka Rub Kandy e Andrea Nolè segnano la terza tappa di Aliens Welcome a Rione Lucania nell’ambito del progetto Un, due, tre…Stelle!

La scelta del campetto da basket di Rione Lucania non cavalca l’onda mondiale dell’arte da playground ma ci si tuffa facendo di necessità virtù: uno spazio comodo dove lavorare in piano, senza necessità di infrastrutture e soprattutto nei pressi della sede della Cooperativa Sociale Centostrade capofila del progetto.

Un anno fa, alle porte di un secondo lockdown gli spazi all’aperto dedicati al gioco diventano una risorsa sempre più preziosa, soprattutto se in prossimità di edilizia popolare densamente popolata.
È novembre 2020, il meteo  non è ottimale, ha piovuto tanto, l’umidità risale dal terreno. La fattibilità operativa si complica.

Gli artisti asciugano il possibile con una pompa a gas, sono veterani della street art ben oltre i confini lucani e sono decisi a creare ciò che hanno proposto dettagliatamente su carta nei pochi giorni sereni prima dell’inverno, prossimi al probabile lockdown prenatalizio.

Il gioco come atto ispiratore voluto dalla committenza rinasce fra i palazzi a 10 piani in un netto equilibrio geometrico fra estetica e funzionalità.

L’idea è quella di un paesaggio schiacciato al suolo, delimitato da campiture cromatiche che si innestano in quelle da gioco. Dalla linea di centrocampo si sviluppano due paesaggi contrapposti e complementari. Da una parte rombi di colori caldi si allineano a formare una vetta, oltre cui si staccano triangoli scaleni bianchi convergenti al centro, nel punto più alto di questo monte fucsia, rosso e giallo. Dall’altra parte la prospettiva cambia, la cromia si raffredda nei toni del blu. Partendo sempre dal centro i triangoli si sviluppano nel senso opposto come uno skyline di montagne, poi il vuoto fino ai dischi concentrici che planano insieme alle linee del rettangolo da calcio tennis. Ogni spazio conserva la propria funzionalità, esaltandosi nell’unione con rispetto e sorpresa.

Questa mappatura a volo d’uccello ti arriva più forte dall’alto. La prospettiva privilegiata è dedicata agli abitanti dei palazzi che si affacciano sfiduciati all’inizio dal tempo avverso sulla buona riuscita dell’impresa! Ma una volta finita l’opera ci vuole un attimo a salire in uno degli appartamenti di quanti hanno seguito tutti i lavori. Sono concesse foto e riprese dal balcone di casa.

I bambini continuano a giocarci. I ragazzi continuano a sfidarsi. Gli operatori di Centostrade sperimentano l’educativa di strada fra le note linee del campo e le insolite zone di colore che moltiplicano le possibilità di gioco.

L’idea di un disegno giocabile si innesta nell’umanesimo utopistico di una provincia che non può vedere più lo straniero come un alieno ma che si prepara per accogliere gli extraterrestri, unici stranieri possibili perché unici esseri diversi dalla razza umana.

E i quartieri come Chianchetta che sperimentano da anni l’integrazione su fronti vari, si prestano alla sfida dei due artisti.

E quando gli alieni si faranno strada nel quartiere la comunità sarà più unita e pronta per dargli il benvenuto, grazie all’arte, grazie al gioco.

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