La pedagogia delle Tane e il Barrito dei Piccoli

di

Il Barrito dei Piccoli è una rivista semestrale pensata per bambini da 6 a 10 anni, ma è anche una modalità di apprendimento/insegnamento.
Si tratta di un modo di fare scuola e città quello che è andato definendosi con le scuole di Scampia e dell’area nord di Napoli a cui, dal 2019,si è unita la città di Potenza, grazie al progetto Un, due, tre…stelle! Una sperimentazione tesa a intrecciare l’insegnamento delle materie scolastiche con la salute di individui e territori.

Attorno allo sfondo integratore “Libertà/Interdipendenza”, mettendo insieme tecniche teatrali, giornalistiche, scienze urbane, abbiamo attivato cerchi di discussione scientifico-filosofica composti da alunni di diverse scuole e città ” , racconta Giovanni Zoppoli, cofondatore del Centro Territoriale Mammut e collaboratore della Cooperativa Centostrade nell’ambito di Un, due, tre…Stelle!

A Potenza partecipano alla ricerca tre classi dell’Istituto Comprensivo G. Leopardi, con le insegnanti Domenica Rizzo, Maristella D’Andrea e Speranza Gazzellone, che sono diventate le redazioni potentine del Barrito dei piccoli, sia giornale on line (www.barritodeipiccoli.org) che cartaceo.

Il Barrito dei Piccoli si è rivelato un potente strumento pedagogico a diffusione nazionale multi-redazionale” continua Giovanni. L’obiettivo è trasformare l’inchiesta di base, partita con i bambini di Scampia in aule e strade, in un vero giornale dei bambini. “Il progetto consiste quindi nel consolidamento e definizione di una metodologia che a partire dalla letto-scrittura tenta di innovare il modo di fare scuola quotidiano, attraverso il radicamento di redazioni di “scrittura viva”.

Alla domanda sulla metodologie delle Tane, Assunta Iorio, Tonino Stornaiuolo e Giovanni Zoppoli, ci raccontano che il Barrito dei piccoli è uno strumento per l’apprendimento curricolare, un giornale “vivo”. Ampia è la letteratura in materia: a partire da quanto Freinet, Lodi e altri maestri del secolo scorso hanno messo in evidenza nell’esplorare l’importanza della corrispondenza prima, e di un vero e proprio giornale dei bambini poi. È il frutto di percorsi di scrittura collettiva che ha radici nell’esperienza. Infatti, se è vero che nel Barrito viene data importanza al prodotto in quanto tale, altrettanto importante è l’esperienza educativa che ne è alla base, focus e cuore di tutto l’impianto progettuale.

Nella forma del giornale emergono i nessi tra scrittura ed esperienza. Come dice Dewey, l’educazione è come l’arte di costruire i ponti, non è una scienza ma un’arte e si serve di tutte le scienze che possano portare utilità alla sua ricerca. La pedagogia attiva, a cui si ispira l’intero impianto progettuale, ha come suo nocciolo il legame indissolubile tra esperienza e apprendimento (Decroly, Freinet e Dewey in primis, e molti altri dopo come Le Boech con il suo metodo naturale).
In questo senso il Barrito è dunque il frutto dell’esperienza di grandi e piccoli attorno al tentativo condiviso di migliorare scuola e città nella quotidianità.

La pedagogia delle Tane considera il bambino come cittadino di oggi e non solo in quanto futuro cittadino. Tolstoj, la pedagogia di Montessori, oltre a molti altri maestri come lo stesso Dewey (che nella pedagogia vedeva la possibilità di cambiamento sociale), ci insegnano a guardare il bambino in quanto legittimo abitante del presente.

I bambini possono contribuire alla produzione di cultura sociale e alla crescita del dibattito politico sulle sorti della città. Parte attiva nella ricerca su come far diventare una scuola luogo dove star bene e non di sofferenza (migliorando apprendimento e salute di individui e territori).

Solo ricontattando la parte bambina (o animale, se si preferisce) degli adulti, e non uccidendo miseramente quella viva e pulsante in chi ancora bambino lo è anagraficamente, si può tentare di migliorare la vita a scuola e nel resto della città.

L’esempio e la teoria che nasce dal fare può essere compresa e contribuire a cambiare il quotidiano di altri insegnanti attraverso la cooperazione educativa (esperienza vicariante di Albert Bandura). Infine, è presente l’elemento popolare, come il Corriere dei Piccoli o come quello di Tolstoj.

La ricerc-azione del Centro Mammut di Napoli include Potenza nell’ambito di Un, Due, Tre…Stelle! in questa sperimentazione  a livello nazionale, una condivisione di buone pratiche che utilizza il linguaggio anche come potente strumento di prevenzione e contrasto del disagio educativo e scolastico, uno dei principali obiettivi del progetto coordinato da Centostrade.

Non vi resta che diventare lettori e corrispondenti delle varie redazioni nazionali partecipando attivamente ai prossimi sviluppi.

Regioni

Ti potrebbe interessare

Inaugurazione Biblioteca Scolastica Un, due, tre… stelle!

di

Come ci ha fatto notare Claudio Tosi, uno dei formatori proveniente dalla rete italiana dei CEMEA – Centri di Esercitazione ai Metodi...

LA BICI: IL NOSTRO FINE, IL NOSTRO MEZZO

di

L’obiettivo di questa azione specifica, come coronamento di un percorso articolato in laboratori e azioni ludico-didattiche, era la creazione di una ciclofficina,...

Laboratori curriculari ed extracurriculari di educazione attiva

di

Fiori da casa Come grappoli bianchi Nel ver di maggio Api leggere Volano nel cielo blu Impollinando Il vento porta I pensieri...