“Corpo docente in scena”: un titolo affascinante di un percorso laboratoriale pensato per gli insegnanti, protagonisti di #tu6scuola anche nell’ istituto secondario di primo grado Gramsci a Milano. Tra le azioni del progetto anche quella di aggiornamento per docenti è rilevante in quanto oltre a rispondere ai bisogni formativi, si propone di rendere sostenibile e replicabile il modello educativo di #tu6scuola.

Per saperne di più abbiamo incontrato Paola Scalas, ideatrice e conduttrice del laboratorio che si concluderà a maggio.

Si va in scena o si entra in classe?

Tutte e due le cose! scherzi a parte, questo laboratorio della durata di due ore e mezza più mezz’ora di riflessione e approfondimento finale è pensato appositamente per gli insegnanti, mutuando alcune tecniche dal teatro. Si lavora sul movimento, sulla relazione e sull’improvvisazione.

Perché proprio il teatro come strada scelta?

E’ uno strumento perfetto per gli aggiornamenti dei docenti perché è tipico del teatro stimolare il cambiamento, la mentalità, rende duttili, aperti alla trasformazione. Gli insegnanti oggi hanno necessità di essere ancora più adattabili alle diverse condizioni, ai contesti, ai ragazzi che hanno di fronte e che sono in continuo cambiamento.

Cosa accade durante gli incontri?

Aiutiamo i docenti a riappropriarsi del proprio sentire; nella relazione con gli altri – colleghi, genitori, studenti – grazie a quello che accade durante il laboratorio dovrebbero essere più in grado di comprendere le situazioni. Inoltre cerchiamo di fornire strumenti utili perché gli insegnanti possano capire meglio quello che accade in classe e prendere eventualmente decisioni o direzioni diverse da quelle pensate in un primo momento.

Come vivono oggi la scuola, gli insegnanti?

Dal nostro punto di osservazione possiamo dire che li vediamo molto affaticati emotivamente. Si sentono poco compresi, sono assaliti da scadenze che li obbligano a replicare modelli e procedure: hanno così poco tempo per dare attenzione a singoli aspetti o problemi. Inoltre non dobbiamo dimenticare che i docenti si relazionano con alunni sovrastimolati, che non conoscono il silenzio, con i quali occorre interagire in modo diverso dal passato. Anche organizzare una lezione frontale richiede molta più fatica che in passato.

E le relazioni tra insegnanti?

Anche in questo caso osserviamo che gli insegnanti hanno poca relazione tra loro. Quasi non si conoscono. Interventi di questo tipo servono anche per agire in questo stato di cose.

Come si sentono i partecipanti ?

Le maestre spesso ci dicono: “Oggi a che gioco giochiamo?” . Con il che significa che dopo i primi incontri siamo riusciti a entrare in una dimensione ludica e positiva.