“Per cambiare rotta serve la possibilità di indossare vestiti diversi”

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di Adriana Sicilia

Arci Catania è capofila del progetto TRAP, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà minorile.

Il progetto si rivolge a* minori pres* in carico dagli USSM di Catania e Palermo e dai servizi sociali territoriali e avrà la durata di tre anni, interessa sei province siciliane e coinvolge circa trenta giovani su Catania e altrettanti fra Ragusa e Siracusa.

Il nome rimanda a un genere musicale che tutti noi conosciamo, un genere spesso criminalizzato per i testi che inneggiano al lusso e al suo raggiungimento attraverso qualsiasi mezzo. Abbiamo scelto TRAP perché non vogliamo negare il mondo da cui provengono quest* ragazz* ma accoglierlo”.

Alla conferenza stampa tenutasi lo scorso 29 Settembre abbiamo incontrato la dottoressa Currao, referente USSM CATANIA; la dottoressa Montalto, Direttrice dell’ufficio servizi Sociali; la dottoressa Andreozzi, psicologa e responsabile dell’attività regionale; e la coordinatrice del progetto Maria Giovanna Italia; le abbiamo incontrate all’alba di un progetto, il giro in barca a vela, una delle tante iniziative in cui TRAP coinvolge quest* giovani.

Si tratta di un viaggio alla scoperta della Sicilia da una prospettiva diversa; La barca è una cassa emotiva; a chi sale manca la terra sotto i piedi, i problemi vengono lasciati alle spalle e si riparte tutt* dallo stesso livello. La barca rappresenta inoltre un micro mondo con le sue regole che alla fine del viaggio verranno trasferite nella quotidianità”.

L’escursione in barca e la metafora marina del cambiare rotta, rappresentano solo una tappa del lungo percorso che TRAP ha ideato per loro.

Si punta a reindirizzare giovani donne e giovani uomini sulla strada della legalità, mostrando loro quali sono le reali alternative: “non possiamo chiedere a qualcuno di usare un altro vestito se nell’armadio ne ha uno solo, piuttosto proviamo a mettere nell’armadio altri vestiti”.

È un viaggio alla scoperta dei propri sogni quello che TRAP propone a* propr* ragazz* e alle loro famiglie: “mi è capitato di chiedere alla madre di un ragazzo di parlarmi di quali fossero i suoi desideri, non dei suoi problemi, la signora mi ha risposto che non aveva mai pensato a cosa desiderasse davvero”.

È davvero possibile dimenticarsi dei propri desideri? “NO”, secondo le operatrici e gli operatori di TRAP che, se da un lato si pongono come obiettivi l’alfabetizzazione emotiva, l’educazione alle questioni di genere, il contrasto del bullismo e la conoscenza del territorio, dall’altro lato cercano di indagare le inclinazioni, le aspirazioni e i desideri de* giovani attraverso laboratori mirati alla loro formazione: “A volte durante i nostri laboratori accadono cose meravigliose. Parlando con l’esperto tecnico che ha seguito la realizzazione del murale al giardino di Scidà abbiamo scoperto la vocazione artistica di un giovane del gruppo a cui vorremmo chiedere di continuare a collaborare con noi”.

 

Decise e motivate, le responsabili del progetto ritengono che sia importante fare luce su questa realtà per arrivare ai cittadini e alle istituzioni, rivendicano un posto per questi minori nella società e li incoraggiano al cambio rotta.

Non voglio parlare come coordinatrice del progetto, parlo dopo aver conosciuto e incontrato tutte le formatrici e i formatori, le ragazze e i ragazzi; è importante riconoscere che queste vite ci riguardano, è importante riconoscere che se io ti ho incontrato non ti posso dis-incontare e allora ti incontro ancora, ti parlo, tu mi mandi il video della canzone che ti piace e io ti mando quella che piace a me. Ti guardo e ti riconosco come persona e ti chiedo di guardarmi, non sono più io che ti insegno qualcosa, siamo due persone che si scambiano qualcosa”.

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