Ogni fine è un nuovo inizio

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Tra progetti già avviati e nuove idee in cantiere siamo all’inizio di un nuovo anno di percorsi da costruire tra Tornasole e le scuole del territorio. Il Borgo Ragazzi don Bosco ha ripreso le collaborazioni con il CPIA, la scuola media Valente ed il liceo Francesco d’Assisi e, proprio con quest’ultimo, abbiamo concluso nel mese di settembre un progetto iniziato a dicembre dell’anno scorso per l’accoglienza e l’integrazione degli studenti delle classi prime. Abbiamo pensato di raccontare questa esperienza per chiudere un ciclo e presentarci con un nuovo bagaglio di apprendimenti e relazioni maturate.

Gran parte del lavoro è stato svolto dagli studenti più grandi, delle classi quarte e quinte, i quali hanno accolto le matricole e programmato diverse attività a loro rivolte durante le prime due settimane di scuola. Il nostro lavoro, in co-partecipazione con i docenti, è stato quello di sostenerli nell’apprendimento di un saper fare utile e finalizzato a raggiungere questo scopo. Molti sono stati i contributi e le proposte avanzate dai ragazzi formati come tutor, sia per facilitare la conoscenza e l’integrazione sia per comunicare le informazioni necessarie per ambientarsi in un “mondo” diverso dalle scuole “medie”. Come risultato, gli studenti delle prime classi hanno espresso contentezza e soddisfazione per l’accoglienza ricevuta. Riportiamo testualmente alcuni commenti degli studenti al primo anno, raccolti con un questionario per valutare l’efficacia del lavoro svolto:

“Gli incontri mi sono piaciuti davvero tanto, passare tempo a fare giochi per conoscere meglio i miei compagni di classe è stato divertente. Senza questi incontri probabilmente non sarei riuscita a rivolgere la parola a nessuno. I ragazzi mi hanno tranquillizzata molto quando mi hanno raccontato le loro esperienze in questa scuola, sembra carina dai loro racconti, le materie non sembravano più tanto paurose dopo i loro discorsi, sono riuscita a capire molte cose riguardo a come si comportano i professori con gli alunni e questo mi ha aiutato a prepararmi per non farmi poi prendere dall’ansia davanti al professore in questione. Quindi sì, è stato utile e spero lo rifacciano anche con gli alunni dei prossimi anni perché potrebbe servire”.

“Un’esperienza fantastica da fare in primo liceo (soprattutto quando tutto è nuovo) per sentirsi a proprio agio, capire come funziona, conoscere i compagni e allo stesso tempo divertirsi. Mi ha reso i primi giorni molto più leggeri e appunto divertenti, non me ne dimenticherò mai probabilmente, soprattutto grazie ai tutor che hanno fatto un lavoro fantastico♡”.

I tutor, dal canto loro, hanno vissuto un’esperienza formativa e di crescita significativa, trovandosi a collaborare con i propri colleghi ed esercitando tutte quelle competenze (o life skill) per risolvere problemi, valutare situazioni, trovare soluzioni creative, mettersi nei panni dell’altro e sperimentarsi nella conduzione di un gruppo di studenti portatori di bisogni e stati d’animo non sempre facili da gestire. Ma, proprio dalla loro esperienza di tutor e dai loro feedback, abbiamo tratto spunti utili per migliorare la formazione e il progetto del prossimo anno.

Ecco alcune riflessioni dei tutor che guideranno il nuovo lavoro di programmazione con i docenti:

“Per quanto riguarda la mia esperienza personale ho trovato difficoltà con quelli che avevano già conoscenze e di conseguenza erano più esuberanti, per cui nel corso mi soffermerei su come affrontarne un ragazzo troppo estroverso che può rendere più difficile la socializzazione di un ragazzo più riservato”.

“Il corso è stato più che esaustivo, ci ha fornito nozioni forse maggiori rispetto a quante ne abbiamo poi messe in atto (ma, come si dice sempre, meglio in più che meno) che aggiungeremo al nostro bagaglio culturale anche al di fuori di questo corso. Credo sia stato molto utile anche a livello umano poiché ci siamo dovuti ritrovare nei panni di persone che caratterialmente erano molto diversi da noi cercando, in qualche modo, di comprenderle e provando le strategie per farli sentire a proprio agio”.

“Gli incontri sono stati molto funzionali perché abbiamo valutato tantissimi aspetti diversi dell’incontro con i ragazzi del primo, dall’impatto emotivo loro e nostro alle attività da svolgere. Sicuramente le simulazioni sono state la parte più efficace e forse servirebbe fare più simulazioni. Tutti dovrebbero provare e creare più situazioni diverse cioè più comportamenti diversi dei ragazzi che potremmo trovarci davanti per capire come agire al meglio. Ad esempio i formatori ad inizio simulazione magari potrebbero consigliarci diversi comportamenti da adottare diversi per simulare più situazioni diverse”.

Infine, anche i docenti che hanno prestato le ore di lezione alle attività di accoglienza sono stati coinvolti (e speriamo sempre di più!) nel condividere la strutturazione di un percorso che risponda alle esigenze dell’intera comunità scolastica. È inoltre, grazie al loro contributo se oggi riflettiamo sull’organizzazione futura del progetto e su nuovi modi per integrare esigenze didattiche, bisogni degli studenti e crescita di tutti i soggetti coinvolti. Riportiamo un feedback di un docente che propone dei cambiamenti per il futuro e descrive alcune difficoltà in comune con l’esperienza dei tutor:

“Si potrebbe pensare ad un incontro o una attività a metà anno. Istituire una figura tutor che sia assegnata allo studente come una persona a cui rivolgersi in caso di problemi e/o consigli durante l’anno e che sappia indirizzarlo o fare da tramite verso il coordinatore o le figure istituzionali. Sarebbe auspicabile fare in modo che l’inizio dell’anno scolastico sia rilassato e stimolante (eliminando l’ansia), incentivando però il rispetto delle regole di convivenza civile e la collaborazione al regolare svolgimento della didattica. Alcuni studenti diventano eccessivamente “sciolti”, fastidiosamente scanzonati tanto da costituire un continuo disturbo e tanto da obbligarci spesso a “riacchiapparli” con interventi repressivi. E questo mi sembra controproducente”.

Dal commento emerge come la figura del tutor ha le potenzialità per diventare una buona risorsa per la comunità scolastica come dimostrano anche alcuni possibili sviluppi indicati da altri docenti:

“sarebbe utile prevedere incontri tra i tutor e il Consiglio di classe (o almeno una rappresentanza di docenti) in tempi brevi”;

“il loro contributo potrebbe servire ad individuare casi critici su cui lavorare tempestivamente”;

“può contribuire a creare in classe un clima di collaborazione e di serenità fin dai primi giorni di scuola e può far emergere eventuali problematiche relazionali tra gli studenti”;

Se da un lato questo progetto termina il suo ciclo, dall’altro il Borgo Ragazzi don Bosco punta a ricominciare il proprio lavoro iniziando da quanto è stato seminato fino ad oggi e cercando di far maturare il frutto dell’accoglienza, dell’integrazione e della cura di sé e degli altri.

 

 

 

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